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Porta Nuova Garibaldi
Tania Marinoni


  Unicredit Pavilion, centro polifunzionale ipertecnologico - Tecnovision - cliccare sulla foto per ingrandirla

Sabato 17 giugno il Collegio architetti e ingegneri di Monza ha condotto una visita prettamente tecnica al quartiere Porta Nuova Garibaldi. L'evento ha visto protagonisti gli edifici cardine della nuova centralità sorta di recente a Milano: l'Unicredit Pavilion, già in funzione dal luglio 2015, e la nuova sede della Coima, prossima all'inaugurazione. Gli edifici sono stati illustrati nelle soluzioni tecniche, funzionali e spaziali dai professionisti che ne hanno curato la progettazione.

Sia consentito alla cronista accennare al suo lavoro svolto al Pavilion ai tempi dell'apertura. In qualità di Site manager gestiva gli eventi che si svolgevano nell'edificio, a volte anche in concomitanza, su diversi livelli. In quei momenti poteva apprezzare al massimo la flessibilità degli spazi, di cui sono un esempio, al piano terra, le pareti scorrevoli che compongono diversi ambienti.

Il mouse, il pesce, l'ovetto: sono tanti gli appellativi attribuiti al gioiellino ideato da Michele De Lucchi, a quello spazio polifunzionale dall'aspetto caratteristico e dalle dimensioni contenute, se rapportato agli edifici vicini. In un contesto dominato dal vetro e dall'acciaio, nell'imponenza delle linee essenziali e ortogonali delle torri Unicredit, il progettista ha voluto proporre un oggetto che richiamasse i profili e la materia della natura e fosse coerente con la realtà del parco limitrofo. La forma del seme, perché questa è la morfologia intuita da De Lucchi per il suo capolavoro, ha una valenza ambientale nel mostrarsi come origine di una “cultura green” innestata nella nuova Milano, ma anche una ragione funzionale: è quella che permette di conseguire il massimo volume.
L'edificio si sviluppa su tre livelli. Al terzo piano le travi in legno lamellare coronano uno spazio intimo e suggestivo, la “green house”; al piano terra si apre un auditorium per 700 utenti; al primo piano, collegata al livello inferiore da una maestosa scala elicoidale strallata, si snoda la passerella riservata alle esposizioni artistiche: ma qui il Pavilion svolge anche una funzione “rappresentativa e organica nella società” con un asilo nido rivolto a 60 utenti.
Una doppia sezione tipologica caratterizza l'interno della costruzione: quella più bassa si sviluppa a tutta altezza, l'altra, articolata su tre piani fuori terra, è costituita da due core in calcestruzzo armato, che alloggiano i connettivi verticali e sostengono gli impalcati del fabbricato. Esternamente il Pavilion mostra il suo guscio in legno lamellare, scandito da montanti e da travi di controvento mediane; i primi ospitano, grazie ad una scanalatura, l'inserimento di lamelle frangisole motorizzate.
Una forma compatta e chiusa è quella del “seme”, ma che sa aprirsi verso la piazza con due soluzioni spettacolari: i portelloni. Questi dispositivi, larghi 12 metri e alti 5,5, vengono utilizzati come maxi schermi LED per coinvolgere il pubblico esterno nelle manifestazioni tenute all'interno. Scenografica anche la cinematica della loro apertura: le due “ali”, ancora “chiuse”, traslano verso l'esterno e poi ruotano, svelando sotto di loro, i quattro pannelli scorrevoli in vetro.
Secondo le norme NTC 2008 (le norme tecniche per le costruzioni) la realizzazione del Pavilion si configura come sopraelevazione e non come nuova costruzione. Il fabbricato sorge infatti sopra il Podio, un edificio ipogeo di tre piani, destinato a parcheggi e ad impianti. Il Pavilion non ha fondazione, ma poggia su una piattaforma in calcestruzzo. Separano la sua struttura, da quella sottostante, gli isolatori elastomerici armati: una soluzione, questa, ottimale per conferire all'edificio un'adeguata protezione sismica e che ha permesso di ridurre sensibilmente i rinforzi strutturali nei piani interrati.
L'assenza di spazi di servizio sotto il livello del Podio ha reso necessaria l'introduzione di un volume tecnico al secondo piano. Qui uuiQn pavimento galleggiante su molle permette la dissipazione in calore dell'energia meccanica prodotta dalle macchine, garantendo una bassa frequenza di risonanza; la fibra di poliestere attribuisce alle pareti un elevato coefficiente di fonoassorbimento. Nella progettazione del Pavilion l'acustica ha rappresentato una sfida, anche perché solo in un secondo momento si è considerato l'edificio come spazio per le performance musicali. Grazie ai pannelli microforati a laser per soffitto e a quelli acustici per le pareti, il tempo di riverberazione è salito da un valore iniziale di 0,9, a 1,2, rendendo il fabbricato adatto ad ospitare concerti ed esibizioni sonore. Perno attorno al quale si è sviluppata la progettazione dell'immobile è la sostenibilità ambientale, una filosofia perseguita tanto nella scelta dei materiali, quanto nelle tecnologie a risparmio energetico, come dimostrano i pannelli fotovoltaici in copertura.
Un progetto, quello griffato da De Lucchi, complesso in tutte le sue fasi, gestito solo grazie alla straordinaria collaborazione di tutti gli attori coinvolti e al nuovo strumento messo in campo dalla tecnologia. Il BIM, “specifico per l'ottimizzazione della pianificazione, realizzazione e gestione di costruzioni tramite aiuto di un software”, ha permesso infatti di risolvere la complessità impiantistica e di integrare organicamente i diversi approcci all'edificio.

  Immobiliare Coima - cliccare sulle foto per ingrandirle

Di fronte al Pavilion sorge la sede dell'immobiliare Coima: uno spazio di rappresentanza, che ospita uffici. I 2400 mq di SLP progettati da Mario Cucinella si sviluppano su quattro livelli a creano una sorta di “serra trasparente”, schermata su due lati da sistemi di legno lamellare. Proprio le lamelle frangisole, allineate in due scenografiche “vele”, si prolungano, divergendo, verso il Pavilion, e organizzano lo spazio pubblico. Qui, il luogo della sosta e dell'incontro, predisposto dalle coreografiche piante con sedute, annuncia l'aprirsi di un intervallo calmo in prossimità del parco. E proprio a questo elemento di rarefazione, a questo diaframma verde, il cubo di Cucinella costituisce una sorta di accesso. La nuova costruzione, con le sue dimensioni contenute, in un contesto in cui svettano imponenti torri protese verso il cielo, contribuisce a creare uno spazio a misura d'uomo. Rallenta così la corsa vertiginosa degli episodi architettonici nei pressi del parco, quando si assiste al dialogo ininterrotto tra la creatura di De Lucchi e la sede della Coima. Anche questo edifico, come il Pavilion, poggia sul Podio e si protende verso Melchiorre Gioia, con la sua facciata a sbalzo, sorretta da una struttura in calcestruzzo post compresso. E proprio in questa direzione l'immobile si connette, con un'imponente scalinata, al livello sottostante. Ma la facciata aggettante dell'immobile potrebbe comunicare in futuro con uno spettacolare video wall.
Il building ospita uffici, organizzati secondo la più moderna concezione del lavoro: la postazione non è più fissa, ma viene invece prenotata per un intervallo di tempo. Ad ogni dipendente viene riservato un armadietto ove riporre i propri strumenti e non è previsto un archivio per i documenti. Gli open space sono stati progettati per ospitare un 20% in meno dell'utenza: si riducono così i costi di realizzazione e di gestione. Il quarto piano dell'edificio è dedicato in parte ad uffici, componibili fino ad un numero di tre grazie ad un sistema di pareti mobili, e in parte ad uno spazio riservato ai rinfreschi.
Il controllo dell'intensità luminosa dello stabile viene affidato alle lamelle frangisole e ad un sistema di tende; al quarto piano assolve alla funzione direttamente il vetro prestazionale, che compone le chiusure verticali. Suggestive pietre di rivestimento scandiscono le superfici della hall di ingesso: sono elementi omogenei di diverso spessore e in parte apribili per consentire l'ispezionabilità degli impianti.
La correzione acustica viene efficacemente praticata con sistemi prestazionali di controsoffittatura “Fellert”.

“Una corteccia che si apre e si sfoglia davanti all'Unicredit Pavilion”. Definisce così la sua creatura Mario Cucinella, adesso impegnato nella realizzazione della torre Unipol che tra due anni completerà Gae Aulenti. Perché dove oggi si apre ancora il vuoto dello scavo, nel 2019 sorgerà “il contrappeso arioso e slanciato” del gigante di 22 piani. Un equilibrio tra forme, spazi e masse architettoniche: è questa la condizione a cui si tende a Porta Nuova, dove la riqualificazione urbana è intesa secondo i più moderni canoni progettuali del nostro tempo.

Tania Marinoni

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  24.06.2016