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Schoonschip
il quartiere galleggiante più sostenibile d'Europa
Tania Marinoni

Ljburg, un quartiere sull'acqua

Ad Amsterdam le case galleggianti non sono certo una novità: prova ne è Ljburg, il celebre quartiere realizzato interamente sull'acqua con edifici galleggianti alti due, tre e addirittura quattro piani, che rappresenta una valida alternativa al consumo di suolo. Ma a nord della città, precisamente a Buiksloterham, sta nascendo un distretto residenziale sull'acqua, che costituirà il quartiere galleggiante più sostenibile d'Europa. Schoonschip, che letteralmente significa nave pulita, si prefigge di diventare una comunità autosufficiente sotto il profilo energetico e caratterizzata dalla grande coesione sociale. Il quartiere, che ospita 46 abitazioni per oltre 100 residenti, si inserisce nel canale, ormai in disuso, Johan van Hasselt, e insiste su un'area originariamente a vocazione industriale. Il masterplan porta la firma dello studio Space&Matter, che sviluppa i suoi progetti attorno al concetto di Economia circolare. Alla base di questa affascinante filosofia costruttiva è il principio secondo il quale i rifiuti non esistono in natura e quindi non dovrebbero essere prodotti dalle nostre società. La circolarità guarda oltre il semplice riutilizzo di materiali e include sia la generazione di energia, sia la produzione alimentare.

Lo studio Space&Matter è noto anche per essere all'avanguardia nel progetto di strutture sostenibili “in equilibrio” sull'acqua: dalle rimesse per barche unifamiliari ai quartieri galleggianti.
A Schoonschip un molo “intelligente”, che collega le abitazioni tra loro e alla banchina, si rivela anche un “connettore sociale”, poiché è in grado di favorire l'incontro tra gli abitanti. Al posto di strade, tra gli edifici, si snodano pontili, ai quali le abitazioni sono ormeggiate. Gli edifici, case unifamiliari, sono costruiti in diversi stili architettonici scelti dai proprietari, che vengono coinvolti in una sorta di progettazione partecipata. Space&Matter ha infatti fornito, oltre al masterplan, anche la supervisione del progetto, lasciando ai proprietari la libertà di incaricare il proprio architetto. La prossimità con l'acqua richiede tuttavia di utilizzare determinati materiali; la scelta deve infatti ricadere su una delle tre opzioni proposte per il rivestimento: sughero, larice o bambù. La maggior parte dei residenti ha preferito il bambù che, nonostante abbia un peso maggiore del legno, garantisce un impatto ambientale nullo in termini di CO2; inoltre, poiché, al contrario del larice, non necessita di trattamenti ignifughi, è anche più economico.


Le abitazioni, che presentano finiture esterne gradevoli e creative, sono differenti sia nell'aspetto cromatico, sia nella distribuzione interna, ma condividono tutte un tratto comune: l'utilizzo di pannelli fotovoltaici in copertura. L'energia così prodotta non viene accumulata tutta in batterie: è infatti possibile scambiarne una parte con una criptovaluta, che permette di acquistare servizi all'interno del quartiere. Pompe di calore acqua-acqua rendono eco-efficienti i fabbricati, che si distinguono anche per il riutilizzo delle sostanze nutrienti e per ridurre al minimo la produzione di rifiuti. Le biciclette del quartiere producono energia e i tetti-giardino raccolgono l'acqua piovana che viene in seguito riutilizzata. Schoonschip si rivela un sistema urbano che sperimenta nuove forme di coabitazione, dettate proprio dai tratti ecosostenibili della comunità. I residenti, ad esempio, utilizzano auto in condivisione, che sono rigorosamente elettriche e possono essere ricaricate in un apposito parcheggio.

Una di queste abitazioni, denominata Floating home, ovvero Casa galleggiante, costituisce l'ultimo progetto di i29 interior architects e spicca per l'originalità della morfologia. La copertura a falde è diagonalmente ruotata rispetto alla pianta: il taglio ricavato ha consentito di creare una loggia e una terrazza rivolte ad ovest, verso il porto. Floating home si sviluppa su tre piani e presenta un gradevole contrasto cromatico prodotto dal colore scuro degli esterni e dal bianco che riveste la cucina. L'edificio è chiuso in parte da superfici trasparenti, che lasciano intravvedere la distribuzione interna e l'arredamento: tra il “dentro” e il “fuori”, tra i pieni e i vuoti, si instaura così un piacevole dialogo che si specchia sulle acque limpide del canale Johan van Hasselt.

Tania Marinoni


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  22 gennaio 2021