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I Giardini arciducali:
un'importante scoperta e uno straordinario lavoro di ricerca
Tania Marinoni

Villa

Giovedì 1º febbraio il Collegio degli architetti e ingegneri di Monza ha organizzato la presentazione di un'avvincente ricerca condotta sui Giardini arciducali della Villa Reale.
Ad illustrare questo importante studio è l'architetto Marina Rosa, per molti anni direttore della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Milano ed esperta in restauro conservativo. Assieme ad un team di esperti, ha ricostruito la storia dell'impianto vegetale della reggia, rendendolo facilmente fruibile, grazie ad una ricostruzione 3D della Villa e del contesto. Lo studio, a carattere prettamente multidisciplinare, viene condotto sulla base di documenti da tempo disponibili all'archivio di stato di Milano, ma che in questa occasione divengono oggetto di un'interpretazione inedita.
Marina Rosa e la professoressa Virginia Ricci si trovano a Vienna, per condurre una ricerca sulla città, quando si imbattono in alcuni documenti che destano la loro curiosità. Si tratta di incisioni senza data né autore: opere che non sono delimitate nemmeno dalla cornice. Il soggetto raffigurato è la Casa di campagna dell'arciduca Ferdinando a Monza.
Di fondamentale importanza per le studiose è l'incontro con l'ingegner Tagliabue: il professionista, grande appassionato di Monza e della Villa, possiede infatti un diario appartenuto a Giacomo Mercoli, in cui furono annotate le fasi realizzative del set di incisioni. Queste opere, senza alcun riferimento, attribuite a Giuseppe Piermarini, sono ritenute da sempre un elaborato progettuale. Ma le ricercatrici appurano che in realtà costituiscono una serie di stati di fatto.

La tematica è di grande interesse e l'architetto Rosa costituisce subito un team: nel gruppo di studio entrano l'ingegner Tagliabue, l'agronomo Giorgio Grassi, il computer grafico Guido Bazzotti, cui si deve la ricostruzione 3 D, e Rosella Redaelli, che ha curato la stesura dei testi della ricerca. Il lavoro ha inizio dall'esame dei libri di cassa nei quali tutto è stato annotato con estrema cura: dall'approvvigionamento dei materiali, alla data dello scavo. La realizzazione della Villa e del verde che la circonda è interamente documentata in quelle preziose pagine.
Analizzando il sistema della Villa e del contesto si notano due centri principali: da un lato si erge il costruito, dall'altro si estendono i giardini e il paesaggio. Nei documenti gli elementi fondamentali del contesto sono contraddistinti con le lettere maiuscole dell'alfabeto: A designa il giardino “grande”, B indica quello all'inglese. Con C si identifica, invece, il giardino basso , con D i boschi, mentre con E i distretti. I giardini hanno conosciuto due fasi principali di sviluppo e due stili differenti li caratterizzano: il barocco e la nuova moda importata dall'Inghilterra.
La prima fase, che va dal 1777 al 1785, ha visto la realizzazione del giardino formale; la seconda, che è successiva ad un periodo di stallo, si estende dall'ottobre 1787 al giugno 1791: in questi anni si arriva al completamento del giardino formale e alla realizzazione di quello all'inglese. Quest'ultimo, dunque, non è contemporaneo della Villa, come vuole la definizione stessa, ma sorge in un momento successivo: addirittura dieci anni dopo la costruzione della reggia. La preziosa documentazione curata da Piermarini, quindi, testimonia, in una tavola dello stato di fatto, come apparivano i giardini nel 1784 e non rappresentano un progetto, come invece si è sempre ritenuto.

Quando Luigi Canonica presenterà il primo progetto del Parco, riterrà opportuno intervenire anche sulla Villa, perché il sistema sia coerente nella sua interezza. La campagna entrerà a far parte del giardino e ne costituirà un elemento di grande rilevanza.
La necessità di rendere facilmente fruibili i risultati cui il team di studiosi è pervenuto, ha portato alla realizzazione di un modello in 3 D della Villa Reale e del suo impianto vegetale. Quello che si ammira attraverso la ricostruzione è lo stato dell'opera del 1791. Un lavoro, quello svolto da Guido Bazzotti, che fin dall'inizio si è dimostrato impegnativo e ambizioso: è stato intrapreso con grande professionalità, attraverso lo studio delle essenze e delle relative dimensioni. E' poi proseguito con la verifica delle superfici, spingendosi fino alla definizione dei materiali.
Una ricostruzione curata nel dettaglio, di grande valore e rilevanza, che assieme alla ricerca condotta da tutto il team, si rivela un contributo importantissimo alla conoscenza della storia della Reggia e di Monza.

Tania Marinoni

Villa

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  15 febbraio 2018