Ho fatto una riunione di recente e cercato di trasmettere a tutti la mia positività per il periodo che stiamo vivendo. Non uso la parola crisi, io. Ma parlo di rendiconto economico, culturale, etico, morale, con cui dobbiamo fare i conti. Insomma un riassetto dell'umanità. Sono anni belli e speciali: l'attenzione dell'Oriente è tutta verso di noi, verso l'Italia. Dobbiamo dare il massimo.
Prima di tutto sulla parola, sul garbo, sull'educazione con cui si dialoga. Quando è scoppiata la crisi, nell'autunno del 2008, ho riunito i miei dipendenti e ho detto loro, per 18 mesi non metterò fuori nessuno, ma chiedo a tutti di essere più creativi. E così è stato. Poi, ho ridato dignità al lavoro manuale, pagando di più il lavoro più basso: io metto in busta paga il 20% in più rispetto a quanto previsto dai contratti nazionali. Gli stage sono remunerati. Non ci sono cartellini da timbrare. Se il capo è rigoroso e dolce, a scendere tutti vivono bene, stando alle regole.
Io non giudico e non guardo gli altri. La gente si accorge da sola di quello che dico io, e quello che dice un altro imprenditore. E sceglie di conseguenza, sia chi preferisce, sia come vuole essere lui. Diceva Spinoza: non sono venuto al mondo per condannare, ma per conoscere. E voi ora state conoscendo me, tutto qui. Come penso io, come lavoro: la mia onestà nel pagare le tasse o investire nel mio paese. Io appena ho degli incassi liquidi, investo in Bot, e finanzio il debito pubblico: compro titoli di stato del mio governo, perché vivo in Italia e voglio che cresca: perché è lo stesso paese che mi ha sostenuto, quando da niente ho fatto nascere la mia azienda. Io credo nel made in Italy e lo esporto con gioia e passione. Tengo tutta la mia produzione in Italia: e in Umbria, a Solomeo, faccio lavorare più gente possibile. Penso che l'Italia è fatta di persone perbene, ed è giusto che escano allo scoperto. Adesso. In momenti difficili come questo. Perché il clima è cambiato, dobbiamo essere fieri di essere italiani.
Io sono disposto a pagare di più, perché ho di più: quindi è giusto così. Non importa quanto, o chi ha proposto l'idea sul tipo di patrimoniale. Chi se ne intende proponga. A me va bene quello che lo Stato mi chiede. Non mi interessa se ci sono persone che portano i soldi all'estero, io non sono così, e mai lo farò. E pago tutte le tasse, fino all'ultimo centesimo. Gente come me ce n'è in giro parecchia: ma non fa più notizia. Diceva Marco Aurelio: se c'è qualcuno che non la pensa come me, non importa, io lavoro per il popolo supremo di Roma.
I talk politici e la nostra classe dirigente, li ascolto ma mi annoiano. Come i giornali. Preferisco dedicarmi ad altre letture: Kafka, Aristotele. Metto questi nomi nel mio Pantheon: ci aggiungo anche Obama, il grande eroe dei nostri giorni.
All'estero pensano che siamo un bellissimo paese, ci guardano vogliosi di investire in Italia, ci chiedono consigli, ci invidiano. Per i prossimi 5 anni saremo un grande paese in crescita se puntiamo sulla manualità, sulla poesia, sulla creatività, su quello che sappiamo fare meglio di tutti.
I giovani occorre innanzitutto ascoltarli. Faccio di tutto per andargli incontro. La fatica più grossa l'ho fatto io, l'hanno fatta i nostri padri, i nostri nonni: ora loro devono solo procedere con dignità in un paese fantastico come il nostro. La media dei miei 783 dipendenti ha 35 anni. Ora il paese crescerà grazie alle loro intuizioni, ai loro mezzi che sono diversi da quelli che avevamo. Diceva Socrate: sono i poeti i veri geni dell'umanità.
Brunello Cucinelli
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8 dicembre 2013