Riflessi
Anna Marini
Carla Colombo Sala espone allo Spazio Punto Arte la sua eterogenea collezione di oli su tela, tratti da fotografie originali da lei realizzate, articolata in diverse sezioni tematiche. Dai paesaggi all'architettura, dai riflessi cromati delle automobili in corsa al silenzio evocato con le nature morte: una ricca produzione, creata dalla sua capacità di raffigurare sensazioni e ricordi, emozioni e passaggi di tempo. Il realismo in queste opere è una dimensione dinamica di luce e colori, di luoghi dell'anima che si dischiudono all'abilità compositiva dell'artista. L'architettura è raffigurata negli scorci di Monza, nello spazio geometrico, scandito da una danza di luce e di ombra, che avvolge lo spettatore in una seducente cornice. I soggetti sono i luoghi cari e familiari alla pittrice, spiati nelle diverse ore della giornata. E così, alle otto del mattino in pieno luglio, sotto i portici dell'Arengario, si compie una magia stupenda, fragile nella sua fuggevolezza, ma perfetta nell'intuizione dell'artista. Gli archi della costruzione disegnano nelle ombre gettate sulla pavimentazione l'incanto mattutino. E la curva, così materica nell'elevarsi dell'edificio, in quella mirabile catena di svettanti ogive, si riflette nel vetro che custodisce la Vergine Col Bambino. Ma l'architettura vive anche nei frammenti rapiti alla cattedrale, nei capitelli e nelle decorazioni, interpretati in quadretti dalla grande potenza espressiva. La luce, incontrando la natura al Parco di Monza, diviene rivelazione della magia del momento; penetra attraverso i rami di alberi snelli e arcuati, dipingendo le foglie come scaglie dorate. L'intreccio di verde fitto e indistinto, si raccoglie, invece, silenzioso, ai piedi dei tronchi. Più oltre, i paesaggi d'Irlanda, con il loro mare irrequieto e le nuvole dense, in un turbinio di evanescente candore. Ammirandoli, ci si sente investiti dalla brezza che spira sulle onde lontane; ci si ritrova sulla riva ad ascoltare lo sciabordare cadenzato dell'azzurra distesa, aperta nell'eloquente meraviglia e racchiusa nella deserta solitudine. I profili delle colline, assopite nella malinconia dell'imbrunire, rivelano l'inverno tra i rami spogli e gracili di alberi quieti e taciturni. Il cielo dell'alba declina nelle calde sfumature i toni del rosso e del giallo, illuminando i solchi lasciati dalle maree. Ma nell'acqua il ritmo incalza all'improvviso, tutto precipita, il vortice diviene prorompente nell'opera che andrebbe ammirata dall'alto. Vertigini, con i suoi scogli lucidi e neri, avvolti dallo spumeggiare bianco e tormentato, rapisce lo spettatore nel gorgo della sua maestosa narrazione. Il prato irlandese profuma di mattino e di pace: a turbare la sua armonia è solo il grigio carico di nubi imponenti. Ma Il cielo, di nuovo terso, è adesso incontaminato nell'azzurro tenue e delicato, sopra le curve estive del verde paesaggio. I profili delle colline, assopite nella malinconia dell'imbrunire, rivelano l'inverno tra i rami spogli e gracili di alberi quieti e taciturni (Nuvole d'Irlanda). Sulla superficie luminosa dei frutti autunnali si inscena il soggetto della natura morta. E' la poesia dei cachi, perfetti nelle forme e nei colori, veri, nelle ombre proiettate sul muro di sfondo; l'uva, matura e traboccante da un vaso di rame, rosseggia nella complicità delle intese cromatiche. I melograni sono ritratti nella ricca moltitudine dei loro grani e le foglie, percepibili nelle venature, si materializzano nella stagionalità dei colori. Ritratte in corsa, e da diverse angolazioni, spiccano le carrozzerie delle auto che sfrecciano nella luminosità del colore. Nel rosso vivo di una Ferrari, o nell'azzurro della Mercedes, è la luce che splende in suggestivi riflessi Anna Marini Condividi su Facebook EVENTUALI COMMENTI lettere@arengario.net Commenti anonimi non saranno pubblicati 8 settembre 2018 |