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L'automobile ai Boschetti - 1905



oggi: piazza Gianni Citterio

1905 : piazza Vittorio Emanuele

Sui trasporti, arrivata sorniona, per il trasporto famigliare e individuale sostitutivo di carrozzelle, cavalli e birocc, ecco l'automobile. Quasi mastodontica, scoperta e copiata, per la forma, da una carrozzella, si mette in posa in piazza Vittorio Emanuele a Monza, oggi piazza Citterio, sotto quello che i monzese chiamano “ul re de sass”, ai Boschetti (da  pochi anni si è compiuto il regicidio e la corona commemorativa è appesa sotto la statua).
Più oltre si intravedono le rotaie del tram, come mostrato in una cartolina precedente sempre della stessa piazza. 
Due bambine con dei bastoni o rami guardano affascinate  il “mostro”, probabilmente scoppiettante, il signore alla guida è proprio in posa e guarda il fotografo. La signora con cappellino invece gira il capo verso il monumento (probabilmente preferiva essere presa di profilo).
La cartolina è viaggiata poco più di cento anni fa, nel 1903. E' indirizzata alla ”Gentilissima signorina Lina…”  a Menaggio. “Saluti baci di tutto cuore” a firma Maria che dal cognome è parente o madre di Lina.

Desumo dalle storie dell'automobile che un militare francese, nella seconda metà del '700 “attacca un motore a vapore ad un carro e inventa un primo strumento mobile del tutto sperimentale. Resta il fatto che il carro si muoveva. L'ingegnere si chiamava Cugnot.
In Italia si cominciò abbastanza presto a studiare il problema, prima per finalità militari del regno di Sardegna. In questo caso vi furono realizzazioni e sperimentazioni nella prima metà dell'ottocento, con mezzi che si muovevano con una certa autonomia a poco meno di 8 km/ora (al museo di Torino vi sono esempi e ricostruzioni) .
Sembra che tra i primi brevetti del motore a scoppio ce ne fosse uno italiano della metà dell'800 ma che fu utilizzato fuori dal nostro paese perché la sua grande utilità non veniva pienamente compresa (trovo nella storia di Morabito che fu inventato da De Cristofaris e brevettato nel 1854 da Barsanti e Matteucci).
Il primo mezzo a scoppio sembra essere quello a “triciclo “ della Benz
La costruzione, anche se ancora artigianale, di automobili complete e da porre sul mercato furono di Lanza di Milano nel 1895 . prima però un altro italiano (Bernardi) aveva prodotto un motore moderno a benzina ed a quattro tempi.
Poi, un altro militare, Giovanni Agnelli, comprese il problema e avviò quella che poi diventerà la FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino) con le prime macchine alla fine del secolo. Di seguito, quasi subito le altre celebri marche italiane come la Bianchi,  La Lancia, l'Alfa Romeo, La Spa, la Isotta Fraschini. La Scat. Poco più tardi, nel 1914 la Maserati.

Fiat HP 148


Vincenzo Lancia
Dal confronto fotografico mi pare che l'automobile della cartolina (dato l'anno di spedizione) potrebbe esser la “16/20 HP” già prodotta dalla FIAT nel 1903 in 100 esemplari con velocità massima di 75km/h (quella di una precedente cartolina di Largo Mazzini dovrebbe invece essere una “70” del 1915/20, fu usata anche dall'esercito e con una velocità di 70 km/h. E poi un'ipotesi, affascinante anche se un po' arrischiata, che per l'occasione della cartolina, forse anche come atto pubblicitario, alla guida fosse seduto Vincenzo Lancia che in quegli anni era importante collaudatore della casa torinese e che poi fondò, qualche anno dopo, la Lancia (riporto per confronto una  sua foto, dal testo di Morabito, e una della 16/20  HP tratta dall'elenco FIAT. Come si vede, la mascherina, le ruote e il poggia piedi-parafango, la forma, sono del tutto simili).

Alfredo Vigaṇ


cartolina precedente

  20 novembre 2005