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Casa Gerosa
una cartolina, un'architettura, un personaggio



Casa Gerosa

La cartolina è viaggiata nel 1902 e inviata alla signorina Anna.
Rappresenta quella che ritengo tra le belle e rare case di Monza, con una nobile e ricca facciata con fregi e bassorilievi. Una casa in via Anton Maria Francesco Frisi. Già il nome della strada è un programma, come l'antichità di questo percorso dentro e fuori le mura trecentesche. Questo Frisi, come leggo su “Le strade di Monza” di Giuseppe Chicchi, fu il terzo di otto figli. Il secondo era Paolo Frisi, con altra strada a Monza. Famiglia particolarmente addottorata e colta, con passione per le scienze fisiche, la storia, la teologia per cui molti fratelli furono e sono pubblicamente ricordati.

Casa Gerosa, oggi
Casa Gerosa da via Santa Croce, oggi

La strada è un antico tracciato che usciva dalla Porta del Carrobiolo nelle mura della Città e conduceva a superare il Lambro al ponte di fianco al monastero francescano della Madonna delle Grazie. Monastero di antica e particolare origine, come ho già narrato in altra cartolina e dove si svolge ancora una antica sagra con le castagne, un tempo cotte al fuoco del camino o nel forno e spruzzate di vino bianco, legate con spago a formare il tipico “firon”, A questo monastero ancora fedeli giungono a onorare e chiedere grazia alla Madonna come testimoniato dai numerosi “ex-voto”.
Oggi la strada sfocia in via Boccaccio che costeggia il Parco sino al ponte per poi arrivare alla via Lecco. Strada di nobili architetture di case e palazzi, come la Villa Archinti.

Romeo Gerosa

Ritratto e autografo di Romeo Gerosa
(da Società Corale Monzese edizione 2000)


Di chi era la casa? La cartolina titola : “Casa Gerosa” perché qui abitò una personalità significativa della Città, il musicista Romeo Gerosa, che visse nella seconda metà dell'800 sino i primi del '900.
Fu attivo nella produzione artistica, frequentatore degli artisti del tempo e in particolare molto popolare perché fondò una corale a Monza, denominata “Il Colpo” ( che poi diventerà Giuseppe Verdi) , nel 1894, staccandosi dalla corale allora già esistente.

Citando la storia della corale, non si può non citare il Teatro Sociale, allora posto ai margini sud di Piazza del Mercato (oggi Trento e Trieste), che partecipava attivamente alla presenza e vita musicale oltre che teatrale della Città.
Richiamo la bella pubblicazione del 1985, in occasione anche di una mostra, dal titolo “Monza a Teatro” promossa dal Centro Culturale Ricerca e a cui lavorarono in molti.. Per chi la trova vale la pena di leggerla.
Prima del “Sociale” c'era il Teatro Arciducale del Piermarini che purtroppo andò a fuoco dopo pochi anni (1802). Fu ricostruito nel 1810 come Teatro Sociale sulle rovine del precedente. In una cartolina ho già mostrato il suo aspetto nella piazza.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Piazza del Mercato
Anni '30: a sinistra il Tetro Sociale, verso destra il monumento ai caduti in costruzione
(da Vecchia Monza di Dante Fossati)

Come curiosità sulla vita del Teatro aggiungo una lettera del 2 ottobre 1849, del I.R.Commissario distrettuale della Direzione di Ordine Pubblico, che concede il permesso per gli spettacoli alla Compagnia teatrale Mingoni per tutto il mese..

particolare
Era però della bella casa che volevo dire alcune cose. Una costruzione dell'800 su cui è stata posta nel 2000 una targa in ricordo dell'artista. Una facciata di pregevole architettura decorata con tanti bassorilievi, ma di equilibrata misura. Infatti la grande fascia marcapiano, con sottostante decorazione a greche, è interamente lavorata a bassorilievo, memoria di grandi palazzi neoclassici che qui sembra partecipare pienamente e con leggerezza alla casa “minore” di soli tre piani. Facciata “geometricamente “ perfetta con la presenza , oltre la fascia, di lunette con muse e rosoni ciechi anch'essi con figure femminili emergenti che seguono i passanti della sottostante strada su cui, simmetrici, si aprono due androni e due porte (di cui due solo con finestre per rispetto della simmetria della facciata stessa) con importanti cornici e il ritmo composto delle finestre con cornici importanti. La semplicità “esemplare” del cornicione del tetto sembra segnalare l'importanza di tutto ciò che più direttamente si consuma visivamente sotto dove il piano terra e il primo nobile dominano.
Ogni finitura è significativa, come le mensole a sorreggere il balcone centrale con all'appoggio le teste di leone scolpite e lo stesso bugnato di intonaco al piano terra. Tutta la facciata racconta non solo di architettura, ma anche di arte, come se il passante si debba fermare e leggerne il racconto e significato nel suo insieme e nei particolari.

Che si tratti di una casa d'artista non vi sono dubbi. La fascia è composta da un lungo bassorilievo uguale a sinistra e a destra del balcone centrale con una sequenza di “putti” dediti a lavori artistici: chi suona con più strumenti, chi pittura, chi fa scultura o disegna architetture con compasso e squadra .

particolare

La lunetta di destra è dedicata alla Musica dove la Musa suona la Lira . Come costume del tempo le figure presentano con nuova impudicizia le nudità in pubblico, sulla strada.
L'antistante via Santa Croce che viene da piazza Gianni Citterio consente di apprezzare l'insieme della facciata, quasi un ideale rapporto con le altre architetture altrettanto significative della piazza stessa..

Strada dal nome che racconta dei luoghi e della meta religiosa, parte di strada antica che prima ancora della formazione della grande piazza Augusta oggi Citterio) con gli sventramenti delle mura, era strada, che partiva alla altezza di Porta Carrobiola, di cornice alle mura stesse. La si legge nelle mappe del settecento e oggi a continuare su via Mosè Bianchi, Parravicini, sino a via Gramsci e Largo Mazzini che era l'ingresso a Monza da Porta Milano di fianco al Castello Visconteo di cui rimangono poche tracce.
Non ho ancora trovato riferimenti specifici su questa architettura “civile” se non generici, ma non dispero dato che ancora poco ho cercato se non nelle scartoffie di casa mia. Magari con una gita in Biblioteca e negli archivi, sia per Romeo Gerosa, sia per la sua casa che lo meritano entrambi. Magari un'altra volta il dietro privato. Nel frattempo, quando passate di li, fermatevi un istante per leggere quanto questa facciata racconta, compresa la targa in marmo per Remo Gerosa.

Alfredo Viganò


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Tutte le foto sono dell'autore



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