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INTERVISTE
Ambrogio Moccia
di Franco Isman
Ambrogio Moccia

Nato a Napoli da madre monzese, risiede a Monza dal 1983. Magistrato, a Monza ha svolto le funzioni di pretore penale, di PM e quindi di giudice. Trasferito a Milano dopo il suo ingresso in Consiglio comunale ha svolto le funzioni di giudice presso la V sezione penale del Tribunale di Milano. Dal mese di marzo di quest'anno ispettore generale presso il ministero di Grazia e Giustizia.
Si occupa da molti anni di politica cittadina, prima come corsivista de Il Cittadino poi fondando un suo settimanale ed una sua lista civica. In consiglio comunale fin dal 1997 è famoso per le sue apparizioni lampo in consiglio, certamente dovute ai troppi impegni. Candidato sindaco per il centro-sinistra nel 1997, quando aveva vinto Forza Italia con il sindaco Colombo, ha corso per proprio conto in quelle del 2002 apparentandosi all'ultimo momento con Roberto Radice, candidato di Forza Italia, quando, fino alla sera prima, sembrava si sarebbe apparentato con Faglia.

Quali sono, a suo parere, il o i punti positivi del quinquennio di amministrazione Faglia ?

La riqualificazione di via Sempione, cosa che era anche nel programma della mia lista nelle passate elezioni.
Il prolungamento del sottopasso pedonale della stazione ferroviaria con la riqualificazione dell'area dell'Urban Center.
Una certa attenzione per le periferie, vedansi gli interventi al Cederna ed a San Rocco.

E quali invece le principali critiche ?

Piazza Trento e Trieste: per i tempi doveva venire prima il parcheggio in piazza Gianni Citterio ed eventualmente dopo, se necessario, quello in piazza Trento e Trieste. C'è stata soprattutto impermeabilità a certe critiche costruttive delle minoranze, me compreso.
Mancata individuazione delle priorità negli investimenti relativi alle manutenzioni stradali, basti vedere lo stato dei marciapiedi.
Mancato varo del Piano urbano del traffico e del Piano della mobilità che avrebbero potuto mitigare la situazione del traffico urbano.

Quali sono i maggiori punti di forza dell'azione di governo che lei propone ?

Coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni di volontariato.
Assenza di pregiudiziali ideologico/partitiche.
Risposte risolute alle aspettative dei cittadini di legalità/sicurezza.
Attenta politica nei confronti delle fasce deboli della popolazione: minori, anziani, malati, ponendo la famiglia al centro dell'interesse.

Venendo al concreto: quali sono i suoi programmi sulla Cascinazza e, ancora più al concreto, quanti metri cubi di edificabilità ritiene si possano e debbano concedere al proprietario dell'area Paolo Berlusconi ?

Costruire non è uguale al male ambientale, anche perché costruire può significare dare risposta alle aspettative delle giovani coppie o realizzare spazi di aggregazione per giovani e/o anziani.
E' un crimine costruire male, sotto il profilo della mancanza di progettualità urbanistica, come costruire troppo, sotto quello della consumazione del territorio.
La formula per la Cascinazza è riassunta in queste parole:
lasciare importanti spazi verdi, condensare interventi edificatori funzionali alla soddisfazione di ponderati interessi urbanistici, cercando un'intesa con la proprietà che sappia di armonizzazione di interessi e non di mera transazione sui metri cubi edificabili, con la stella polare dell'interesse pubblico.

Secondo le previsioni del vecchio Piano Piccinato era stata prevista un'edificabilità di 388.000 metri cubi, secondo il cosiddetto Piano Tomé di 220.000. All'ingrosso qual è la cubatura che lei ritiene accettabile ?

Dipende dalla capacità progettuale e propositiva della proprietà, non è possibile esprimere aprioristicamente dei numeri.

Cosa ci può dire dell'Autodromo: di quanti anni dovrà essere la concessione, come verrà determinato il canone, verranno totalmente restituite all'uso pubblico le aree al di fuori dell'anello classico del circuito con il conseguente abbattimento della sopraelevata Sud ?
E cosa si potrà fare per il rumore ?

La società Sias non deve essere considerata una controparte essendo il gestore di un bene di proprietà comunale ma un competente soggetto gestore appunto di un bene pubblico e ormai storico qual è l'Autodromo di Monza. Ne vanno quindi colti, seppure vagliandoli criticamente, i non trascurabili input propositivi quale l'incardinamento a Monza di un centro di ricerca sulla velocità che dia orizzonti di valorizzazione scientifica e quindi anche turistica all'intera struttura.
Le aree perimetrali avranno un uso pubblico, comprendendo nell'accezione la destinazione a soddisfare, ad esempio, interessi turistici e storici, essendo innegabile che la sopraelevata può rappresentare un'attrattiva anche per richiamare visitatori in un parco nel quale, oltre che installare nuove sculture si può e si deve pensare di valorizzare altri manufatti di valore storico indubbio, tipo non solo la sopraelevata ma anche quel vecchio ippodromo che è colpevolmente abbandonato al suo degrado.

Ma quanto detto vale per entrambe le sopraelevate e quindi ritiene che non debba essere demolita neppure quella Sud che si trova fuori dal circuito classico dell'autodromo ?

No, neppure quella Sud.

E tornando alla durata della nuova concessione ?

Dobbiamo tenere presente che stiamo trattando di una struttura funzionante e che quindi la durata della concessione dovrà essere compatibile con le esigenze della società di gestione. Ritengo che di fronte ad un progetto persuasivo vadano bene anche i 20 anni proposti da Sias, fermo restando che il calendario delle manifestazioni motoristiche non sia assillante. Teniamo presente che Sias è una società senza fini di lucro.

Cosa pensa di fare per il Golf che, non dimentichiamo, occupa quasi un milione di metri quadrati di Parco ad uso esclusivo dei 700 soci ?

Il Golf ha un significato importante.
Ne va confermata la presenza all'interno del Parco, dialogando con il gestore perché la fruizione degli spazi, in termini regolamentati e funzionali all'educazione allo sport e all'ambiente, venga aperta alla comunità territoriale e non solo.

E per concludere, qual è il principale motivo per cui gli elettori monzesi dovrebbero votare per lei ?

Per riportare la politica alla moderazione e al dialogo, la persona e i suoi bisogni al centro dell'attenzione di un soggetto politico (la lista civica, espressione della società civile) alieno dalla contrappositività pregiudiziale che ha significato lo stallo del confronto nel Paese e, per quello che ci riguarda, nel Consiglio comunale di Monza.

Ancora una domanda.
Nel caso probabile che si arrivi al ballottaggio fra Faglia e Mariani:
considerato che i programmi sono pubblici e lei ha avuto modo di confrontarsi con loro diverse volte su tutti i principali argomenti relativi all'amministrazione della Città, ha già un orientamento se e con quale candidato apparentarsi al secondo turno, anche se, immagino, non intende esprimerlo pubblicamente ?
E se, viceversa, questo orientamento non c'è, da cosa potrà dipendere la sua scelta ?


Non c'è ancora perché il programma dell'uno (Mariani) pecca di eccessiva genericità e quello dell'altro (Faglia) di progetti o pregiudiziali da rivedersi.
Dipenderà dall'eventuale disponibilità e capacità dell'uno o dell'altro di dare risposte rassicuranti rispetto alle opzioni che noi consideriamo ineludibili e che sono il contenuto del nostro programma.

Franco Isman


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  22 maggio 2007