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Se dal mattino si vede il buon giorno…
La proclamazione del Consiglio e il giuramento del Sindaco
di Franco Isman

Michele Faglia sindaco
Michele Faglia sindaco

Sabato mattina c'è stato l'insediamento della nuova amministrazione cittadina, con la ratifica dell'elezione dei consiglieri, il giuramento del sindaco, la nomina del presidente del consiglio comunale, la proclamazione degli assessori.
Grande folla, dentro e fuori la sala consiliare, in corridoio era stata allestita una seconda sala con maxischermo; grande partecipazione e commozione.

Se dal mattino si vede il buon giorno non c'è molto da stare allegri.
La seduta presieduta onorevolmente da Ettore Radice, consigliere eletto con il maggior numero di preferenze, certamente anche grazie all'omonimia con il candidato sindaco della CdL, è iniziata con l'appello dei consiglieri (tutti presenti tranne Roberto Radice, candidato sconfitto della CdL: è a Creta! Esclama una voce dal pubblico), le surroghe derivanti dalla nomina ad assessore e la proposta di ratifica. Immediata una eccezione procedurale del consigliere Moccia, più o meno fondata ma certamente irrilevante da un punto di vista sostanziale. Non importa, un atto “dovuto” come la ratifica non viene approvato all'unanimità ma con l'astensione di alcuni consiglieri dell'opposizione e la dichiarazione di essere “presenti non votanti” di altri.

Giuramento del sindaco. Certo il momento di maggiore intensità emotiva. Brevi parole con la dichiarata intenzione di essere il sindaco di tutti, applausi del consiglio in piedi, compresa l'opposizione, e del pubblico.

Nomina del presidente del consiglio comunale. Un incarico di prestigio e di oggettiva rilevanza in quanto spetta al presidente (visti…, sentiti…, considerati) la fissazione del calendario e dell'ordine del giorno del consiglio. La maggioranza propone il nome di Marco Riboldi, indipendente, eletto nella lista della Margherita. Il consigliere Mangone, in nome della democrazia e del pluralismo, protesta per la protervia della maggioranza pigliatutto e propone un candidato “al di sopra delle parti”: Ambrogio Moccia. Incredulo sbigottimento fra il pubblico che rumoreggia, avendo tutti ben presente come Moccia, già candidato sindaco per l'Ulivo nelle precedente tornata elettorale, in quella attuale, nello spazio di una notte era passato dal dichiarato appoggio a Faglia a quello a Radice proprio a seguito della promessa dell'incarico di presidente del consiglio comunale e di un assessorato. Mangone aveva spiritosamente riletto un intervento di Scanagatti fatto in occasione di una precedente elezione. Considerato però che Moccia tutto poteva considerarsi fuorché al di sopra delle parti, che nella passata legislatura la maggioranza aveva sempre eletto chi aveva voluto, che il candidato proposto non solamente aveva tutte le qualità necessarie (come riconosciuto anche dall'opposizione) ma apparteneva all'ala più di centro, se così si può definire, della maggioranza, dopo una breve sospensione, la candidatura veniva mantenuta ed approvata a maggioranza al secondo scrutinio.

Quindi la proclamazione degli assessori, tredici a fronte di un massimo di quattordici. Tre le donne, cinque gli appartenenti ai partiti della maggioranza, tre del movimento Insieme per Monza, cinque gli indipendenti. Vicesindaco Roberto Scanagatti dei DS, partito di maggioranza relativa all'interno della coalizione, che vede premiati quindici anni di opposizione sui banchi del consiglio, quasi sempre con la funzione di capo gruppo.

Fuori dal Palazzo comunale e su tutti i giornali la contestazione dei Verdi, ed in particolare di Rossana Del Regno, già candidato sindaco, e del senatore Fiorello Cortiana, per non essere stati inclusi nella rosa degli assessori, nonostante l'apparentamento prima del ballottaggio.
Nessuno naturalmente sottovaluta l'importanza dell'apporto dei Verdi per il successo finale (la lista del “Sole che ride” aveva ottenuto un significativo 2,4 per cento al primo turno), d'altra parte la scelta degli assessori, secondo quanto sempre affermato dal sindaco Faglia, ha seguito in primo luogo il criterio delle competenze e del radicamento sul territorio ed i Verdi a Monza sono molto poco rappresentati in quanto la grandissima parte degli ambientalisti monzesi non si riconoscono nei Verdi ma in Legambiente, nel WWF e nel Comitato per il Parco. D'altra parte I Verdi non avevano accettato al primo turno di correre uniti sotto le bandiere dell'Ulivo proprio a seguito del mancato accordo su un eventuale posto in giunta, richiesto dai più alti livelli, precludendo in questo modo l'uso del simbolo dell'Ulivo. Anche altri partiti minori, Comunisti Italiani e Lista Di Pietro, che pur avevano corso con il centro sinistra fin dal primo turno, non sono risultati rappresentati né in consiglio comunale né nella giunta.
I Verdi ora minacciano sfracelli in campo nazionale, ma non si vede che responsabilità abbiano i dirigenti dell'Ulivo sulle scelte fortunatamente indipendenti di un sindaco indipendente. A Monza minacciano di passare all'opposizione, ma questo sarebbe addirittura contro natura. Faglia ha proposto di lavorare uniti in questi anni per i comuni ideali, di realizzare assieme un percorso che possa portare anche ad un maggior radicamento dei Verdi in città e quindi, in futuro, anche ad una collaborazione più organica.

Ad ogni buon conto la giunta è insediata ed operativa, forza Monza !

Franco Isman
franco.isman@arengario.net




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  23 giugno 2002