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Lo stragatto
di Franco Isman


Lo stragatto
In un sistema democratico, anche piccolo il leader, se c'è, deve attenersi, nelle sue scelte, al giudizio del suo popolo” dice l'avvocato Vito Manfredi esponente della Lista Moccia, e sulla scelta del candidato da appoggiare al ballottaggio aggiunge “…un ampio dibattito che ha visto prevalere chi ha ritenuto utile affidare al dott. Moccia la valutazione delle posizioni dei due candidati al ballottaggio riservando allo stesso di effettuare la scelta migliore…”(vedi dibattito su Piazza d'Uomo).
La fiducia del popolo di Moccia nel suo piccolo leader è commovente, lo dico senza ironia. Peccato che sia stata mal riposta.

Moccia ha ritenuto che certamente Radice sarebbe stato vincitore, come dicevano le unanimi previsioni, ha ottenuto la promessa della presidenza del consiglio comunale per sé ed un assessorato per uno della lista (che io ho chiamato cadreghe mentre Manfredi le chiama cariche istituzionali, ed abbiamo ragione tutti e due) ed ha deciso di saltare sul carro del presunto vincitore, to jump on the bandwagon, dicono gli americani.
Fregandosene dell'impegno annunciato alla sera, fregandosene della coerenza che avrebbe dovuto vietare al candidato del centrosinistra alle precedenti elezioni di allearsi con il centrodestra, fregandosene del contrasto fra il suo programma e quello di rapina della CdL, fregandosene anche della sua coerente opposizione di cinque anni in consiglio comunale.

Peccato, soltanto per lui, si intende, che abbia sbagliato i calcoli.
Tutto il resto sono solo penose e inconsistenti parole.
Ora vederlo circolare, tronfio come al solito e con uno smagliante sorriso che sembra lo stragatto di Alice nel Paese delle Meraviglie mi fa più tristezza che rabbia, perché, come ho già scritto, sono fra quelli che avevano apprezzato Moccia, il suo impegno professionale e quello in consiglio comunale.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net




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  28 giugno 2002