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Resistenza e Costituzione
Rosella Stucchi


Giorgio Galli    Giorgio Galli

Venerdì 10 aprile si è concluso il ciclo di lezioni su Resistenza e antifascismo organizzato da ANPI e sindacati al Binario 7.
Relatore il prof. Giorgio Galli, politologo e storico, il quale ha iniziato indicando la ragguardevole consistenza anche militare della Resistenza italiana pari a quella greca, di poco inferiore a quella iugoslava e molto più consistente della francese. Nonostante i tedeschi abbiano impiegato molte divisioni a combatterla, i nostri partigiani hanno liberato alcune zone dell'alta Italia che hanno prefigurato la futura Italia libera.

Il partito d'Azione proponeva agli altri partiti il progetto più innovativo per il futuro del nostro Paese, che avrebbe dovuto essere governato non più dai partiti ma dai comitati di liberazione nazionale; la risposta degli altri partiti fu molto prudente ma in definitiva la nostra Costituzione apparve subito abbastanza avanzata, anche se non quanto la Resistenza avrebbe voluto: è basata sul maggior potere del Parlamento rispetto a quello del governo e sulla autonomia del potere giudiziario, accompagnati da un grandissimo potere dei cittadini.

Ora in tutto l'Occidente la democrazia rappresentativa sta attraversando una grave crisi con la tendenza a concentrare il potere in oligarchie.

La Morgan Stanley, uno dei più potenti gruppi finanziari mondiali, che amministra e gestisce qualcosa come 1,7 trilioni di dollari, dice che gli stati europei sono troppo democratici e che ora è necessario dare maggior potere ai governi. In Italia, come in tutto l'Occidente, siamo su questa strada.

Le tre migliori costituzioni sono quella italiana, francese e tedesca, ma oggi nel nostro Paese le modifiche proposte tendono a dare maggior potere all'esecutivo, minore al Parlamento, minore autonomia alla magistratura e minore rappresentatività ai cittadini. Il ricordo della Resistenza si allontana e di conseguenza i motivi che hanno portato alla nostra Costituzione sono meno evidenti.
Il capitalismo è in una fase transitoria e si pensa che i governi debbano avere la stessa incisività e rapidità degli stati concorrenti (Cina, Russia, India) in cui la democrazia è molto più ridotta.
Le grandi ideologie sono cadute ed ora la politica è confinata ai talk-show, è un magma confuso ed anche un referendum sulle modifiche costituzionali rischia di essere un referendum pro o contro Renzi.
Alle osservazioni e alle domande preoccupate del pubblico il prof. Galli ha però aperto spiragli di speranza dicendo che la politica dello spettacolo comincia a stancare, a creare diffidenza, overdose di egemonia mediatica. Inoltre la legge elettorale proposta, con premio di maggioranza molto elevato, potrebbe risultare incostituzionale ed il Presidente Mattarella per ragioni istituzionali forse esiterà al momento della firma, anche se è stato stabilito fin dal 1953 che la legge elettorale non è argomento costituzionale,.
La democrazia non è morta, sta solo diventando più oligarchica per essere più competitiva in campo internazionale.
L'elaborazione delle nostre riforme sarà comunque ancora lunga e con la diminuzione del potere mediatico c'è ancora tempo per apportare modifiche.
La cosa più importante è che i cittadini non devono perdere i diritti garantiti dalla Costituzione ma semmai ampliarli.

Loris Maconi, presidente dell'ANPI di Monza e Brianza, ha chiarito la posizione dell'ANPI stessa che non difende la situazione esistente, ma la rappresentatività dei cittadini con pesi e contrappesi; non vuole entrare nel dibattito dei partiti, ma battersi per l'etica della politica.

Rosella Stucchi

Giorgio Galli La Brigata Matteotti davanti al Comune il 26 aprile 1945


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  13 aprile 2015