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Il Cairo a Milano

veduta generale dall'esterno:
su L'Esposizione Illustrata e su una cartolina ufficiale

Allora non era ancora l'EXPO e fu un grande avvenimento con interventi e partecipazione significativi per il territorio, l'economia, la passione per il futuro di un Paese che voleva crescere.
Ho in biblioteca la raccolta delle “Dispense” o meglio del giornale che seguì passo passo la realizzazione dell'EXPO di Milano quell'anno: “L'esposizione illustrata di Milano 1906”. Quaranta numeri a partire dal settembre 1905 al  novembre 1906 con ricca documentazione di immagini, fotografie e articoli. Ne esce un panorama avvincente per la partecipazione nazionale e internazionale che caratterizzò l'evento.

L'occasione fu anche la realizzazione del traforo del Sempione, opera  imponente, non solo per i tempi, che apriva nuovi rapporti dell'Italia con l'Europa e i suoi mercati. Non si può non pensare ad oggi con le contestazioni sulla TAV e sulla stessa EXPO. Il tema centrale dell'EXPO fu infatti quello dei “mezzi di trasporto”. Vedrò di darne altro resoconto in attesa di quella del 2015 che per ora  non si presenta del tutto bene né facile. Mi pare divertente mandare qualche immagine di allora e lo farò. Comincio con la partecipazione dell'Egitto  che fu significativa anche come investimento e che oggi vive una grave crisi politica e sociale. Allora fu ricostruito un quartiere del Cairo a Milano  con tanto di minareti e caffè ristorante.

Restaurant du Caire

Se ne interessa la dispensa n. 23 del luglio 1906  con un articolo dal titolo: “Il Cairo a Milano”. Dice: “Paese del mistero e dell'incomprensibile, degli strani fascini, sempre, l'Oriente; paese tutt'ora della leggenda anzi delle leggende sovrapposte e superstiti, l'Egitto. Nel suo emblema la Sfinge e la Mezzaluna; nel suo orizzonte vasto… il malinconico piffero dei pastori e il rumoroso tamburo dell'islam guerriero… vario colore e tipo di genti umane e vario idioma. Bizzarra di tutto questo, con una strana miscela di elementi occidentali e moderni, di indomita barbarie e civiltà… e quella stranissima città cosmopolita, eppure schiettamente egiziana… che si chiama “Il Cairo”, caleidoscopio magnifico di razze e bandiere, di bellezze e di brutture: meta e quartiere generale agli scienziati, agli studiosi… non meno che ai manipolatori dei grandi affari ed agli avventurieri…
 
Ebbene l'Esposizione ha compiuto anche questo miracolo: di portare... il Cairo a Milano. L'articolo illustra tutte le parti del Quartiere descrivendo costruzioni, eventi, costumi.
Il progetto fu dell'arch. Galletti.
 
Il piazzale all'ingresso

Vedremo nel 2015, ma certo la ricchezza di opere e di particolari che offrì allora la manifestazione sarà difficilmente eguagliabile, anche per la ricaduta sul territorio e dei trasporti in particolare sia per le tramvie che per la ferrovia sopraelevata che per lo stesso traforo del Sempione  e la promozione della energia elettrica anche per la mobilità. Vedremo.

Come vedremo con altri articoli, in attesa dell'EXPO 2015, parte rilevante ebbe l'industria nostra,  anche quella locale manifatturiera. Monza aveva già tramvie elettriche e treni che la attraversavano e collegavano e che ne facevano una Città di forte sviluppo industriale dove convergeva manodopera da tutta la Brianza e territorio.

Alfredo Viganò


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