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La Mostra Agraria – Agricola
Una sorpresa di architettura di Orsino Bongi

panoramica
Manifesto dell'Esposizione (L. Metlicovitz)

L'Esposizione del 1906 a Milano era nata  per celebrare i trasporti e in coincidenza con la realizzazione di un opera di grande rilievo tecnico ed economico come il traforo del Sempione.

Avremo modo di parlarne ancora e di considerare come un lavoro dedicato alla prosperità nella pace, come dichiarato, che univa i popoli d'Europa doveva assistere, dopo meno di un decennio, allo scoppio della prima guerra mondiale con milioni di morti. C'era anche il padiglione della Società Internazionale della Pace e tra le figure internazionali si parla di  Ernesto Teodoro Moneta, tra i fondatori della Società, che fu insignito del premio Nobel. D'altra parte c'era anche il Padiglione delle armi e dei cannoni.
L'Esposizione divenne presto internazionale ed aperta a molte cose, anche se si ha la sensazione di una certa casualità, quasi una Fiera con diversi livelli, da singole ditte, di commercio e d'impresa, a comuni, associazioni e nazioni.
La prossima Expo del 2015 pone al centro della attenzione il tema di nutrire il Pianeta.  Nel 1906 vi era un padiglione specifico dedicato all'Agraria-Agricoltura, era posto sullo spigolo nord-est del Comparto di Piazza d'Armi ed era un edifico abbastanza esteso.

Comparto di Piazza d'Armi
Comparto di Piazza d'Armi
In basso l'arrivo della sopraelevata dal Comparto del Parco, la Mostra agricola occupa l'intero angolo nord-.est.

Il coordinatore generale o “direttore artistico” dei progetti era l'arch. Giuseppe Sebastiano Locati che fu vincitore del concorso, conosciuto in campo nazionale e internazionale. Infatti progettò molti edifici da solo o con altri. Anche il più giovane architetto Orsino Bongi fu autore di molte parti (da solo o in collaborazione con Locati e altri) compreso il Padiglione della Agraria-Agricoltura.
Per i tempi l'opera fu immane, veloce e coinvolse  economia e cultura nazionale oltre che della Lombardia e di Milano.
L'importanza del settore agro-alimentare non fu sottovalutata ed era presente nell'Expo, oltre all'agricoltura stretta, anche la piscicoltura, l'avicoltura e l'acquicoltura,  la zootecnia, coltivazioni e industrie alimentari. Sarò curioso di vedere nel 2015 se gli animali avranno ancora spazio e presenza o saranno solo ridotti a rappresentazioni, numeri e grafici nel tema della alimentazione e della convivenza delle specie sul Pianeta, compresi i loro diritti.

Gallo padovano della Mostra avicola

Con l'Expo del 1906, assieme ai prodotti e alle nuove tecnologie industriali, il Liberty faceva il suo ingresso riconosciuto e trionfale a Milano. Molti degli edifici erano realizzati come provvisori con armature rivestite a costituire imponenti facciate ( lo si vede molto bene da alcune foto prese durante la costruzione) dove la decorazione e la scultura non erano certo marginali.
Numerosi gli architetti, ingegneri ed artisti che si cimentarono e man mano li ritroveremo in queste note. Per citarne uno significativo e promotore del Liberty italiano, l'architetto siciliano Ernesto Basile che progettò il Padiglione Florio. In generale molta ridondanza floreale in tanti edifici. Non così per il Padiglione della Mostra Agricola dell'arch. Orsino Bongi.

La facciata principale della Mostra

Devo ammettere che il complesso e la facciata del Padiglione della Mostra Agraria si distinguono e sono pregevoli, moderne per i tempi nella dimensione delle parti e nelle scelte progettuali, quasi a superare lo stesso Liberty verso sviluppi successivi dell'architettura italiana (si notino i particolari dei due “Piloni”) e europea successiva. Composizione misurata tra strutture e copertura, a rendere partecipe il contesto, con  l'ingresso monumentale (ma non di composizione tradizionale) ad una grande serra moderna che anticipa del tutto il disegno “razionalista”. Le sculture all'ingresso erano di un rinomato artista del tempo Oreste Labò  e rappresentano ” La Terra” e “L'Aratro” (nelle stesse dispense vengono attribuite anche a Luigi Maurizio Brivio e in effetti i due scultori collaborarono insieme al Bongi, come all'Acquario).

Oreste Labò: La Terra

Anche altre opere del Bongi, come ad esempio il Padiglione dell'Igiene o la stazione di partenza della sopraelevata, sono significativi, ma questa facciata mi sembra elevare la qualità di progettazione nel contesto dell'intera Expo 1906 e ne voglio onorare la particolarità, la raffinata eleganza e anticipazione di linguaggio architettonico anche oltre il Liberty, non solo per la facciata ma come composizione e particolari dell'intero complesso.

Il Complesso della Mostra dell'Agraria dall'esterno

Segnalo quindi il ricordo dell'arch. Orsino Bongi  ( 1875-1921) che, come riporta la dispensa n. 3, insegnava architettura a Brera e  all'Expo del 1906 progettò: Il Palazzo delle arti decorative francesi, la Mostra d'Igiene, la Mostra Internazionale Ferroviaria, l'Ingresso trionfale da via XX Settembre, la Stazione del Viadotto nel Parco, l'Adattamento del Pulvinare, l'Arena e la Mostra di belle Arti attorno all'Arena, il padiglione del Cantiere Navale Ansaldo, il padiglione della R. Manifattura Tabacchi, il padiglione per gli Stati Americani del Sud, oltre naturalmente al padiglione della Mostra Agricola.

l'architetto Orsino Bongi

Bongi era solo trentenne e vinse con altri anche il primo premio del Concorso indetto per l'Expo. Era di Firenze, ma aveva frequentato la Scuola Superiore di Architettura con Boito al Politecnico di Milano.
L'Expo 2015 con le aree è partita male speriamo nelle architetture e perché no, magari nella presenza animale in una zona tra le più densamente vissute da aziende agricole e allevamenti.
 
Alfredo Viganò


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