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Milano !
di Emilio Gauna


Lear - Old Man of Corfu
 
Milano, città della Lombardia, 1.358.627 abitanti, 122 metri s.l.m, capoluogo di provincia e di regione, al centro della pianura padana, crocevia delle grandi via di collegamento nazionali e internazionali. E' il maggior centro commerciale, industriale e finanziario del paese, sede delle maggiori banche e della borsa valori. E' capitale dell'editoria e della cultura...
Così dice la Garzantina, che consulto ancora:
Fondata dai Galli Insubri (secolo Quinto a.C.), occupata stabilmente dai Romani (Mediolanum) nel 196 a.C., colonia dall'89, municipio dal 49, capitale dell'Impero d'Occidente (292) , cristianizzata dal secolo Quarto, fu sede dell'episcopato di Ambrogio (374-397). Libero comune e anima della Lega Lombarda (sec.XII ) , dal secolo XIV vide consolidarsi il potere signorile dei Visconti fino all'avvento degli Sforza (1450 ). Conquistata dai francesi di Luigi XII (1499 ) , passata agli spagnoli (1535) ebbe un periodo di grande sviluppo ma, duramente colpita dalla peste del 1630, cominciò a decadere. Sottomessa dall'Austria dal 1706, rifiorì economicamente e culturalmente.
Eccetera. Ma l'enciclopedia siete capaci di leggervela anche da soli...

Io davvero son stato a Milano:
vieni, su, ch'io ti prenda per mano,
dai su vieni che ti faccio sapere
tutto quello che c'è da vedere.
Che qui c'è il Duomo, il Castello Sforzesco;
qui c'è la Scala e la gran Galleria;
poi c'è il Cenacolo, affresco leonardesco,
biscione
 
che è proprio al fianco di Santa Maria
delle Grazie, opera del Bramante.
E del Bramante è anche l'altra Maria,
presso san Satiro, vicino al Duomo,
dove ci fece uno scherzo, l'architetto,
che ancora ammira chi ci passa adesso:
l'ammira e ne rimane stupefatto.

C'era il serpe dei Visconti di Milano:
se ne stava sul Castello, sopra il muro.
Io là lo vidi, lo vidi di sicuro,
ve lo giuro sul mio nome che è Giuliano.
Lui mi guarda, poi mi volge il viso scuro,
e poi parla, e con tono molto duro
si lamenta, rugge e chiede precisione:
« ... che son Drago, Serpente, e non biscione!
Io sputo fiamme, ho fuoco e sono Drago;
Uroboro io son, Quetzalcoatl piumato !
M'ergo, non striscio, ho la magia d'un mago:
sono potente, e biscia m'han chiamato ! »
E quindi tace, è offeso e questo è chiaro;
gli dò ragion, cos'altro posso fare?


Satiro è un nome un po' strano per un santo: ma si tratta di un santo dei primissimi tempi del Cristianesimo, e quel che resta della chiesa a lui dedicata è stato incorporato nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro, che è a Milano in via Torino (e non viceversa), vicino al Duomo. In questa chiesa, il Bramante ha realizzato uno dei suoi capolavori: vedere per credere. Quetzalcoatl è una divinità azteca, il serpente piumato; l'Uroboro, invece, è una figura mitica e altamente simbolica: il serpente che si morde la coda.

Emilio Gauna


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  10 gennaio 2004