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Antologia di limericks in italiano 3
a cura di Emilio Gauna


“Penso che quando si tratta di costruire un nonsenso, ogni pedanteria sarebbe fuori luogo. Si ricalca la struttura del «limerick» solo perché è facile, collaudata e porta infallibilmente a un risultato, non per eseguire un compito di scuola.
1 bambini riescono in breve tempo a impadronirsi della tecnica qui descritta. Particolarmente divertente, con loro, è la ricerca dell'epiteto finale, cioè di una parola di fantasia, un aggettivo inventato, con un piede nella grammatica e uno nella parodia. Molti «limericks» ne fanno a meno. Ma i bambini ci tengono. Nell'esempio che segue:

Un signore di nome Filiberto
amava assistere al caffè concerto
e al dolce suono di tazze e cucchiaini
mangiava trombe, tromboni e clarini
quel musicofilo signor Filiberto

l'epiteto «musicofilo» non è niente di speciale. Difatti un bambino, dopo averlo ascoltato, mi fece osservare che per un mangiatore di strumenti musicali «musicofago» sarebbe stato piú adatto. E aveva ragione.
Un altro osservatore, non infantile, mi ha fatto notare che i «limericks» di mia fabbricazione, pur contenendo storie passabilmente assurde, non sono dei veri e propri « nonsenses ». Anche lui aveva ragione. Ma io non so che farci. Dipenderà dalle differenze tra la lingua inglese e la nostra. O dalla nostra, o mia, tendenza a razionalizzare.
Con i bambini, nel loro interesse, bisognerebbe stare attenti a non limitare le possibilità dell'assurdo. Non credo che abbia a scapitarne la loro formazione scientifica. Anche in matematica, del resto, ci sono le dimostrazioni «per assurdo»”.

(Gianni Rodari, Costruzione di un limerick, da "Grammatica della fantasia", ed. Einaudi)


Anche nel "Giro d'Italia" fatto da Linus e dai Wutki c'erano dei limericks che sarebbero piaciuti a Rodari. Eccone alcuni.


il coniglio bianco
 
Nella pineta presso Rosolina
nacque per sbaglio un orso una mattina.
Lo vide un pescatore da lontano,
mentre prendeva farfalle in mezzo al grano,
e disse: « Strano, un orso a Rosolina... »
(Pietro Vaccari, marzo 1973)

Una vecchia signora di Legnano
nel letto si trovò con un marziano.
Gli disse: « Esca, maleducato ! » ,
gli scagliò dietro l'asse da bucato
e lo inseguì finché non fu lontano.
(Pietro Ilardo, aprile 1973)

Un uomo di Lu
che forse sei tu
sui monti sen va
però poi non sa
tornare più giù.
(Alberto Canesi, giugno 1973)

E infine questa Befana bolognese, che sembra un po' parente della mia, quella di Carbonate che apriva le mie storie su Arengario:

Splende di luci Sasso Marconi
per una notte piena di doni.
Con la sua enorme calza di lana
vola nell'aria la vecchia Befana:
porta dei sassi ai bimbi più buoni.
(Luciano Marchesini, giugno 1973)

Emilio Gauna


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  8 maggio 2004