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Certamente il miglior bitter Campari di Monza.
Da 17 anni in piazza Anita Garibaldi, di fianco al Tribunale, e da 17 anni chi scrive lo frequentava.
Prima, da altri 10 anni, era in piazza Garibaldi, più o meno dove ai tempi c'erano Mauro e La Bolognese, ma non ricordo di esserci mai andato.

Diciassette anni sono tanti. E le persone cambiano, ricordo il vecchio professore, il signore con i più bei baffi di Monza, la ragazza con gli occhioni scuri, l'imbianchino di una vita precedente che vuole a tutti i costi offrire lui l'aperitivo e, più di recente, la non giovane signora con il treccione ormai brizzolato e con il cagnetto isterico.

Ci andavo tutti i giorni, con una grossa crisi nel 2002 quando, all'entrata in vigore dell'euro, le 5000 lire del Campari, invece di diventare 2,58 euro come avrebbe dovuto essere, diventarono di botto 3 euro, con un aumento del 16 e passa per cento. L'episodio non mi piacque e per parecchi mesi non mi feci vedere…
Oggi, anzi l'altro ieri, il prezzo del Campari era 5 euro, fermo da alcuni anni ma pur sempre doppio rispetto al suo prezzo anti euro. E la mia pensione ? Non mi lamento certamente, ma credo sia ferma o quasi da quei tempi ed il mio hobby, rapportato al mese, era arrivato ad un'incidenza non trascurabile per cui avevo smesso di andarci tutti i giorni…

Tre soci: il leggendario Viki, Giordano e Lello. Ai tempi d'oro nel bar erano arrivati ad essere in sei, fra cui non si può non citare “la Rosi”.
Viki, cordialone e simpatico ma che non si poteva definire un Adone, aveva per morosa un tocco di sudamericana di quelle che da giovani sono uno schianto, poi la seguì a Santo Domingo e misero su famiglia, Giordano ad un certo punto cambiò orizzonti e rimase soltanto Lello.

Il bar Sport non riuscì ad attirare clienti giovani, che frequentavano in massa la vicina vineria, che per dependance aveva il ponte, e continuò a declinare. La proprietà, che voleva vuotare la casa e già aveva fatto andar via il glorioso Circolo Garibaldi, non era certo disponibile a delle facilitazioni e alla fine del mese Lello si trovava a non avere in cassa quattrini sufficienti a pagare l'affitto. I sei baristi si erano ridotti a due: “il” Lello e “la” Rosi con orari massacranti per il gestore e problemi di salute certamente derivanti da questa situazione. Fino alla resa.

Sabato 29 aprile, tornando con la mia gloriosa compagna dal Museo etnologico, sono andato a prendere l'aperitivo al nostro amato bar Sport e, anziché la solita musica delicata d'antan, c'era una musica ritmata a volume decisamente elevato. Lello interpellato ci disse che quella era l'ultima sera e che aveva voglia di fare quello che gli piaceva. Avevo da tempo capito che le cose non andavano bene ma questa non me l'aspettavo.
Una prece.

Franco Isman

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  1 maggio 2017