prima pagina lente pagina precedente



468 morti:
insipienza e menefreghismo
Franco Isman


La Marina italiana in questi anni ha soccorso decine di migliaia di disperati in difficoltà in mezzo al mare e ne ha salvati migliaia dal naufragio.
Detto questo non si può non restare sconvolti dal filmato dell'Espresso che documenta quanto accaduto l'11 ottobre del 2013 quando, come scrive Fabrizio Gatti su L'Espresso, “Dopo cinque ore di attesa e di inutili solleciti da parte delle autorità maltesi ai colleghi italiani, (un barcone con 300 migranti) si rovescia. Muoiono 268 persone, tra cui 60 bambini”.
Questa la cronaca della tragedia come risulta dalle registrazioni riportate dal filmato.

Verso mezzogiorno dell'11 ottobre 2013, alle 12:39 per l'esattezza, un peschereccio, partito dalla Libia con almeno 480 profughi siriani, sta imbarcando acqua e chiede soccorso alla Sala operativa di Roma della Guardia costiera. La disperata richiesta viene reiterata alle 13:17 ma l'operatore si limita ad invitare i profughi a rivolgersi a Malta. Malta è a 118 miglia dal barcone, Lampedusa a 61 miglia, il pattugliatore della Marina italiana Libra 402 dotato di elicottero è a una quindicina di miglia, mezz'ora di navigazione o poco più, in attesa di ordini.
Alle 13:48, dopo aver sentito Malta, il medico siriano che telefona riferisce che Malta ha detto (giustamente) che i più vicini erano gli italiani “We are dying, please” Stiamo morendo, per piacere. Ma l'operatrice italiana, che parla inglese ma si direbbe non ascolti o non capisca i disperati appelli, continua e ripetere (5 volte) di chiamare Malta, e nemmeno si prende la briga di richiamare quando le viene detto che stanno terminando il credito del telefonino.
Alle 16:44 Guardia costiera chiama Malta spiegando, e qui siamo nel tragicamente grottesco, che le navi militari non intervengono perché altrimenti dovrebbero portare le persone salvate in terraferma e non potrebbero quindi intervenire in altre operazioni di soccorso (***). Malta ribadisce che stanno cercando di dirottare sul posto una nave civile ma che questa è a 70 miglia mentre la 402 è molto più vicina.
Alle 17:07 chiama Malta e comunica che il barcone si è rovesciato e che i profughi sono in acqua.


Alle 17:29 le riprese della tragedia dall'elicottero e i primi soccorsi.
268 morti da addebitare all'insipienza ed al menefreghismo di alcuni. Non risulta che sia stato preso nessun provvedimento sanzionatorio, mentre la magistratura indaga.

Franco Isman

(***) “If we send a war ship to save people, after our war ship have the charge to transfer to nearest coast. I think that is not the best way to operate because then we don't have asset able to spot the target”.
Se mandiamo una nave da guerra a salvare le persone, dopo con la nostra nave da guerra avremmo il compito di trasferirle alla costa più vicina. Io penso non sia il modo migliore di operare perché dopo non avremmo unità nella zona in grado di avvistare nuovi obiettivi.

P.S. Queste le dichiarazioni di Mohanad Jammo, il medico siriano che aveva lanciato la disperata richiesta di soccorso. Lui si è salvato con la moglie ed una figlia ed ora lavora come chirurgo in Germania, gli altri due bambini sono annegati.

Condividi su Facebook
Segnala su Twitter

EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net

Commenti anonimi non saranno pubblicati


in su pagina precedente

  11 maggio 2017 agg. 12 maggio