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Buonismo, Politica, Utopia
Franco Isman


Utopia è l'enunciazione di quello che sarebbe giusto che fosse, che dovrebbe essere, ma purtroppo non è.
Uno dei più alti esempi di utopia, intesa in questo senso, è l'enciclica “Pacem in terris” promulgata da Papa Giovanni XXIII nell'aprile 1963, poco prima di morire.
“Ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri… universali, inviolabili, inalienabili.”
“Ogni essere umano ha il diritto all'esistenza, all'integrità fisica, ai mezzi indispensabili e sufficienti per un dignitoso tenore di vita, specialmente per quanto riguarda l'alimentazione, il vestiario, l'abitazione, il riposo, le cure mediche, i servizi sociali necessari…”
“Ogni essere umano ha il diritto al rispetto della sua persona; alla buona riputazione; alla libertà nella ricerca del vero, nella manifestazione del pensiero e nella sua diffusione, nel coltivare l'arte, entro i limiti consentiti dall'ordine morale e dal bene comune…”
“Ogni essere umano ha il diritto alla libertà di movimento e di dimora nell'interno della comunità politica di cui è cittadino; ed ha pure il diritto, quando legittimi interessi lo consiglino, di immigrare in altre comunità politiche e stabilirsi in esse…”
E chi potrebbe dissentire? Ma nella curia romana c'è stato chi l'ha chiamata “falcem in terris”…

Politica: Aristotele (384-322 a.C.) usa per primo questo termine per indicare l'amministrazione della “polis”, della comunità, alla quale tutti i cittadini partecipano per il bene comune: l'uomo è un “animale politico” e, in quanto tale, portato per natura a unirsi ai propri simili per formare delle comunità.
Otto von Bismarck ci dice che la politica è l'arte del possibile, non è una scienza esatta ma quella del relativo.
La politica è, o dovrebbe essere, un nobile impegno, un servizio alla comunità.
La politica guarda, o dovrebbe guardare, al bene comune.
La politica è, o dovrebbe essere, un disinteressato servizio.
Ma da noi, più è alto il livello di responsabilità, più vale il siculo proverbio secondo il quale ”cumannari è megghiu di futtiri”.

Buonismo
E' un termine di recente introduzione (degli anni Novanta la prima comparsa nei dizionari) e con significato generalmente negativo: “Ostentazione di buoni sentimenti, di tolleranza e benevolenza verso gli avversarî.” dice Treccani, “Eccesso di buoni sentimenti, suggestivo ma inconcludente” secondo il dizionario di Repubblica, “Atteggiamento che… viene considerato troppo incline alla comprensione e alla collaborazione da chi preferirebbe un comportamento più duro e aggressivo.” recita Garzanti.

Secondo l'ultima definizione si possono considerare buonisti atteggiamenti meritevoli della più alta considerazione: Franco Leoni, superstite di Marzabotto, che scrive al calciatore Eugenio Luppi, che festeggia il suo gol con il saluto romano, proponendogli di incontrarsi per spiegargli l'orrore del nazifascismo; Laeticia Ouedraogosu che scrive su Linea 20 una “Lettera al mio coetaneo razzista e fascista”, perché vuole parlargli.

Poi abbiamo quelli (Emanuele Fiano fra loro) che pubblicano l'immagine di una razza bianca sul fondale sabbioso affermando che quella è l'unica razza bianca che esista: per gli uomini c'è soltanto una razza, la razza umana.
Lodevole l'intento antirazzista ma controproducente l'affermazione, perché nella realtà i bianchi, i neri, i rossi e i gialli, con tutte le sfumature intermedie, esistono, e differenze ci sono; assurdo negarlo.
Sosteniamo invece con forza il dettato costituzionale che afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
E' questo il modo di fare antirazzismo, ricordando anche a quali abissi di orrore ha portato il razzismo in un recente passato.

Infine c'è chi sostiene che ciascun essere umano ha il diritto di spostarsi dove vuole nel mondo per cercare migliori condizioni di vita, come del resto affermato dalla “Pacem in terris”, e che, di conseguenza, non si dovrebbe porre alcun limite all'immigrazione. Buonismo all'ennesima potenza.
Bisogna anche dire che la politica dell'immigrazione, pur senza arrivare a questo estremo, è stata gestita molto male con conseguenze che hanno portato ad un malcontento molto diffuso ed il conseguente trionfo politico di chi vi si oppone.

Franco Isman

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  14 marzo 2018