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E se la Bibbia avesse ragione ?
Franco Isman

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Per intanto, e per la prima volta dopo cent'anni, sembra proprio dimostrato che Einstein con la sua Relatività generale ci avesse azzeccato in pieno.
Ma andiamo per gradi. Con il collegio degli archingegneri (degli architetti e degli ingegneri di Monza intendo), oltre naturalmente ad una meravigliosa villa medicea, siamo andati a visitare Virgo, la mega antenna delle dimensioni di tre chilometri nelle due direzioni, che, assieme a due consorelle americane, studia le onde gravitazionali.

Ci ha guidati il monzese Federico Ferrini, eminente fisico, già direttore del centro e da marzo chiamato a dirigere il Cherenkov Telescope Array Observatory (CTAO), l'ambiziosissimo programma della fisica astro-particellare che ha l'obiettivo di aprire nuove vie di conoscenza dell'Universo con la realizzazione del più grande telescopio per raggi gamma al mondo.


Nel Centro che ospita VIRGO, e che fa parte dell'Osservatorio gravitazionale europeo (EGO), nulla è segreto, si può fotografare tutto, certo che con l'accompagnamento di Ferrini abbiamo potuto visitare anche le gallerie dove nelle tubazioni lunghe tre chilometri corrono i raggi laser, cuore del sistema.
E Ferrini, peraltro abituato alla divulgazione, ha spiegato ai visitatori, quasi completamente a digiuno di nozioni di tal fatta, gli scopi e gli sviluppi del progetto fino alla scoperta epocale del settembre 2015, che rappresenta la prima conferma sperimentale della teoria della Relatività generale di Albert Einstein. E gli ignoranti qualcosa sono riusciti a capire.

La teoria di Einstein ipotizza in tutto l'universo un campo gravitazionale creato dalla stessa presenza dei corpi celesti, che lo modellano in base alla loro massa ed alla loro velocità. Un campo non stabile ma che si modifica lentamente e, soprattutto, con continuità.
Quando si verificano fenomeni che provocano fortissime emissioni di energia, esplosioni cosmiche si potrebbero chiamare, vengono emesse delle onde che interferiscono con il campo gravitazionale propagandosi in ogni direzione.
VIRGO, e i due interferometri americani del progetto LIGO, si propongono di rilevare queste perturbazioni del campo gravitazionale. E gli ideatori del progetto, tre fisici americani, sono stati insigniti del Premio Nobel per la fisica 2017.

Questi interferometri constano essenzialmente di un generatore di raggi laser, raggi che vengono suddivisi in due fasci ortogonali e convogliati in due tubi di acciaio tenuti a vuoto quasi assoluto, con speciali rivestimenti e modalità costruttive, che dal punto di emissione vanno per tre chilometri in due direzioni ortogonali, vengono poi riflessi e, tornati al punto di partenza, interferiscono fra loro.
Di norma, in assenza cioè di fenomeni macroscopici che provocano l'emissione di queste perturbazioni, i due raggi, rigorosamente uguali, interferiscono e si annullano.
Invece nell'attimo dell'arrivo di una perturbazioni di tal genere, fortissima nel punto di emissione ma infinitesima alle distanze astronomiche, le lunghezze d'onda dei raggi laser vengono modificate, in modo infinitesimale ma differente nei due rami perpendicolari. Lo scopo degli interferometri è di rilevare il passaggio di questa “onda anomala”.

Discorso semplice in via teorica ma di una difficoltà di realizzazione estrema; infatti, per poter riscontrare eventuali anomalie, la stabilità e l'esattezza degli strumenti di misura devono essere spinte ad un limite incredibile, basti pensare che devono misurare lunghezze d'onda di una grandezza di 0,0000000000000000000001 metri (10 alla -22), dell'ordine di grandezza dei nuclei degli atomi. Si tratta degli strumenti più precisi che siano mai stati costruiti, e ci sono voluti anni per arrivarci.

Finalmente nel settembre 2015 due delle tre antenne, Virgo e quella di Seattle (la terza non era in funzione), captano delle onde anomale, cioè una variazione anomala del campo gravitazionale e determinano che derivano da un enorme sprigionamento di energia avvenuto a “soli” 1 miliardo e 300 milioni di anni luce di distanza (avvenuto cioè 1.300.000.000 di anni fa ed arrivato adesso sulla terra) dove due buchi neri, aventi ciascuno una massa circa 30 volte quella del Sole, si sono “rincorsi”, arrivando ad una velocità prossima a quella della luce, fino a fondersi in uno solo.
Due piccioni con una fava, commenta Ferrini, in quanto oltre alla fondamentale scoperta di queste onde gravitazionali, che confermano la teoria della Relatività generale di Albert Einstein, si è appreso molto sui fantomatici black holes, i buchi neri, di cui si conosceva l'esistenza ma poco di più, “e invece questa volta li abbiamo beccati”.

Una delle conseguenze della teoria di Einstein è che per una persona che viaggiasse alla velocità della luce il tempo resterebbe fermo; e la velocità della luce è considerata appunto un limite insuperabile.
E se non lo fosse? Se si potesse superare questo limite? Il tempo andrebbe indietro e i morti risorgerebbero, come afferma la dottrina escatologica di tutte le chiese cristiane, confermando un concetto preesistente nell'ebraismo ed affermato anche dall'Islam.
Ma dove potrebbero trovar posto questi miliardi di persone risorte?
Questo non è certo un problema se si tiene presente che il solo universo osservabile ha un diametro di 46 miliardi di anni luce che corrisponde a 1.000.000.000.000.000.000.000 di volte il diametro della Terra…

Franco Isman

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  12 aprile 2018