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RIFLESSIONI
La crisi istituzionale che viene di lontano
Umberto Puccio


La tempestosa e contorta formazione del primo governo della nuova legislatura (con l'uso di termini sopra le righe e di parole d'ordine contrapposte: "difesa della Costituzione e dell' Europa", da una parte; "tradimento della volontà del popolo sovrano", dall'altra) mette in una preoccupante evidenza il punto di arrivo di un processo di involuzione (per alcuni, di "evoluzione"!) del sistema istituzionale italiano da Repubblica parlamentare a Repubblica presidenziale. In altri termini, una surrettizia riforma di fatto della Costituzione del 1948.

All'inizio fu il referendum sull' abolizione delle preferenze e il "Mattarellum". Il Mattarellum è stato il cavallo di Troia che ha minato l'architettura PROPORZIONALISTICA su cui si basava il sistema di rappresentanza della volontà dei cittadini tramite il voto ai PARTITI POLITICI, così come voluto dai Costituenti e fissato nella Costituzione.

Dal Mattarellum in poi la strumentalizzazione secondo gli interessi delle varie e mutevoli maggioranze parlamentari ha portato a successive e sempre peggiori leggi elettorali. Sino all'ultima, il Rosatellum, in cui la caotica e bizantina mescolanza di criteri proporzionali e maggioritari, di schieramenti monopartitici e "coalizioni di partiti" ci ha portati sull'orlo di una catastrofica empasse e crisi istituzionale. Ma ha mostrato anche l'artificiosità dell' impianto "bipolare" dell'alternanza Centrosinistra-Centrodestra: a cui oggi si fantastica di sostituire un altrettanto pericoloso e retorico "bipolarismo" tra "fronte repubblicano" e "sovranismo populista".

Nel sistema "bipolare", l'indicazione del candidato premier ha ingenerato la convinzione (errata sul piano costituzionale) che il presidente del Consiglio fosse eletto "direttamente" dal voto popolare: convinzione errata, ma favorita dalla trasformazione dei partiti in comitati elettorali o partiti personali.

In tale incrinatura dell' architettura costituzionale il ruolo della presidenza della Repubblica è diventato determinante, riempiendo un vuoto politico e assomigliando sempre più a quello previsto in una Repubblica presidenziale. Le vicende del doppio settennato di Napolitano sono indicative in proposito. E Mattarella?

Lascio in sospeso la risposta, rilevando solo la tendenza all' esautorazione (o meglio, scavalcamento) del Parlamento: è stata posta fine alla precedente legislatura, senza che il governo in carica fosse sfiduciato dalle Camere e con contatti "extraparlamentari" tra il Presidente e i rappresentanti delle varie formazioni politiche, tutte non ostili, con motivazioni diverse più o meno fondate, ad elezioni anticipate.

Umberto Puccio

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  1 giugno 2018