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momenti di architettura


la sede della Salewa
© Franco Isman

Bolzano: la sede della Salewa
di Cino Zucchi e Park Associati
Franco Isman


Autostrada del Brennero, casello di Bolzano Sud ed ecco in bella vista la nostra meta: la nuova sede della Salewa, importante azienda di abbigliamento e attrezzature per la montagna. Questo è esattamente quello che voleva ottenere il padre padrone dell'azienda herr Heiner Oberrauch che non si perita di affermare che questa nuova sede dovrà essere per Bolzano quello che il Guggenheim è per Bilbao.

Heiner Oberrauch - foto Salewa
Heiner Oberrauch appartiene a una dinastia di imprenditori presenti a Bolzano fin dal 1848. Famoso in particolare è il negozio Oberrauch nella via dei Portici. Nel 1977 i fratelli Heiner (19 anni) e George (22 anni), seguendo le orme paterne, fondano il primo negozio Sportler, ormai una affermata catena; nel 1981 Heiner va per la sua strada e fonda la ditta Oberalp che nella sua espansione acquisisce il gruppo Salewa, una affermata azienda di Monaco che fin dal 1935 produce attrezzi sportivi, e ne assume il nome.

Quando il Comune di Bolzano decide di espandere verso Sud l'area industriale per non perdere importanti aziende bisognose di spazio per il loro sviluppo, Oberalp-Salewa è fra le ditte cui viene offerta la possibilità di acquisire un lotto e Oberrauch coglie al balzo l'occasione, ottenendo proprio il lotto confinante con l'autostrada (17.000 metri quadrati).
Viene quindi bandito un concorso per chiamata cui vengono invitati tre studi di progettazione austriaci, uno svizzero, uno francese e quattro italiani, tre dei quali altoatesini. Il concorso vede una seconda fase in quanto si era rilevato che non era possibile interrare i magazzini a causa della falda acquifera molto alta; alla seconda fase, con numerosi confronti con l'appaltatore, partecipano in tre ed infine l'opera viene affidata agli studi Cino Zucchi Architetti e Park Associati che meglio hanno interpretato le esigenze e le aspirazioni di Heiner Oberrauch di una struttura in stretto contatto con la natura, che ricordasse la sua vocazione alla montagna e che fosse aperta alla cittadinanza.

Oberrauch non è persona da lasciare carta bianca agli architetti e tutta la progettazione lo vede, nel bene e nel male, estremamente presente. Oberrauch è un imprenditore illuminato che tiene ad offrire ai dipendenti un buon ambiente di lavoro, un convinto sostenitore delle scelte ecologicamente corrette e, nello stesso tempo, un amministratore molto oculato, nemico acerrimo di qualsiasi spreco. Il servizio dei portatori di handicap deve avere le dimensioni minime di legge, non un centimetro in più… Alcune scelte, che certamente hanno una valenza economica, sono nello stesso tempo ecologicamente corrette: giusto che in inverno si riscaldi ma senza esagerare, i 20 gradi di legge sono un massimo, e d'estate niente condizionamento a palla che quando esci ti viene un coccolone, deumidificare, rinfrescare anche, ma senza esagerazione.
Niente controsoffitti, niente pavimenti galleggianti, solai in calcestruzzo post-compresso gettato in opera con incorporate le serpentine in polibotulene per l'impianto di riscaldamento/condizionamento, tutti gli impianti, elettrico, telefonico e trasmissione dati in ampie tubazioni e scatole a pavimento, pazienza se questo comporta una notevole rigidità d'uso. Ambienti piuttosto bui perché non si è nemmeno voluto tinteggiare di bianco l'estradosso del solaio.

In sede esecutiva agli architetti sono stati affiancati da studi professionali locali per la progettazione strutturale e per gli impianti.
Il piano interrato è stato realizzato con un sistema a vasca bianca con calcestruzzo impermeabile adatto alla tenuta idraulica sotto il livello di falda, con sottostanti tubi drenanti in direzione Nord Sud per non ostacolare lo scorrimento dell'acqua. I vani scale e ascensori sono in cemento armato mentre le colonne sono miste acciaio cemento armato con putrelle HE inglobate nel getto in calcestruzzo..


Tutta la parte esposta a Nord, che assume diverse forme poliedriche, è vetrata e senza alcuna schermatura, belli i riflessi che ne conseguono. La gran parte delle altre pareti hanno invece un originalissimo sistema di chiusura-schermatura con pannelli in lamiera di alluminio di 3 mm, piegati sui bordi, con diverse tipologie di foratura e colorati in diverse tonalità di azzurro-blu con uno speciale procedimento di elettrocolorazione che dà la massima affidabilità di durare nel tempo.

Nella torre due piani di uffici più altri due per una futura crescita, e dei cento impiegati (erano la metà un paio di anni fa) non ce n'è uno che indossi la giacca né, ovviamente, la cravatta… tutti sportivissimi, sci alpinisti specialmente, appena possono vanno a farsi una sgambata; Oberrauch poi pare abbia sempre gli sci in macchina.
Oltre agli uffici, all'ultimo piano c'è l'asilo nido per 10 bambini e sopra ancora la terrazza panoramica con una vista a 360 gradi. Si vede bene in particolare il Messner Mountain Museum al castello di Sigmundskron, (Castel Firmiano il nome italiano momarch02.html) che domina l'incrocio fra la valle dell'Adige e quella dell'Isarco. Messner è amico di Oberrauch che lo aveva cooptato nella commissione giudicatrice del concorso.

Ma c'è anche un vasto show room-spaccio, con grandi marche e prezzi di tutto rispetto, e c'è un bar e un giardino pensile. Sul lato Sud, interrati per soltanto un metro e mezzo come si è già detto, ci sono i magazzini che sono la parte più importante del complesso: nella parte visibile nastri trasportatori automatici che smistano gli scatoloni con i prodotti da spedire alle diverse destinazioni, ma c'è una vastissima parte non accessibile alle persone, completamente automatizzata con robot velocissimi che recuperano automaticamente dagli scaffali i diversi materiali che scaricano poi sui nastri. Possono essere smistati fino 45.000 articoli al giorno con dimensioni che vanno dai pochi centimetri di un moschettone ai tre metri di una tavola da surf.

Infine l'integrazione con la città: un parco pubblico con un bar e soprattutto, sul lato Sud dell'edificio, una palestra di roccia grandissima (200   per arrampicate indoor), la più alta mai realizzata (18,7 m con 9,5 di strapiombo), aperta nelle buone stagioni ma richiudibile con una vetrata in inverno, anch'essa aperta al pubblico e frequentata specialmente nei giorni festivi e nelle ore extra orario di lavoro da moltissimi appassionati di tutte le età.


   © Franco Isman (esclusa la prima della quarta fila) - cliccare su ciascuna foto per ingrandirla.


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  16 gennaio 2013 (viaggio del novembre 2012)