prima pagina pagina precedente indice bei momenti





i bei momenti


Carpaccio


La Maddalena di Montefiore
di Primo Casalini


la maddalena di montefiore
S.Caterina d'Alessandria
Carlo Crivelli, nato attorno al 1430, fugge da Venezia nel 1457 a seguito di una condanna per il rapimento della moglie di un marinaio. Prima va a Zara in Dalmazia, probabilmente da un amico pittore, Giorgio Schiavone, ma poi si rifugia nelle Marche e da allora esegue opere in tutti i principali centri da Ancona in giù. Ancora oggi, si trovano sue opere in sette località marchigiane: Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Corridonia, Montefiore dell'Aso, Monte S.Martino, Massa Fermana. La maggior parte delle opere sono state disperse in musei di tutto il mondo prima che, verso la fine dell'Ottocento, venisse riscoperta la grandezza del Crivelli.

Diverse altre volte, nei polittici, il Crivelli rappresenta Santa Maria Maddalena, ma quella di Montefiore è la più famosa. Fa parte di un polittico eseguito per la chiesa di S.Francesco di Montefiore dell'Aso, un grosso paese nella provincia di Ascoli Piceno, non lontano da Fermo.

Alcune volte, nei pomeriggi estivi, mi facevo i 30 chilometri di strada tortuosa dal mare a Montefiore. Quello che è oggi nella chiesa di santa Lucia non è il polittico originario, eseguito poco dopo il 1470, perché diversi scomparti, specie della predella, sono sparsi per il mondo: Upton House (Banbury), Detroit, Cambridge (Mass.), Williamstown, Honolulu (!), New York, Bruxelles, Londra. Quindi, a Montefiore, c'è un "falso trittico", ottenuto assemblando quello che è rimasto.

Non solo, nel 1908 occorse un tempestivo decreto ministeriale che ne vietò la vendita per bloccarne l'esportazione. Ancora nel 1936 un bollettino del Ministero della pubblica istruzione lo qualificava come "opera eseguita con aiuti e forse completata da scolari", finché Pietro Zampetti lo riconobbe come opera "mirabile" nel 1950 alla Mostra di Ancona.

Oltre alla Maddalena, a Montefiore sono un modello di stile il San Pietro e la Santa Caterina di Alessandria: il Crivelli sapeva essere al tempo stesso elegante e delicato, aspro e roccioso, con i panneggi tagliati nella pietra.

Ma il fascino della figura della Maddalena è unico. Scrive benissimo Anna Bovero: "Così, nella Maddalena di Montefiore... impreveduti e bellissimi sbocciano i particolari dal cartoccio rosso-nero del manto: un aureo fantasma senza peso è il vaso degli unguenti fra il guizzar delle dita, e solo per convenzione si può definire ricamo la pioggia di raggi e di fiamme sulla fenice araldica, degna di un incisore tedesco. Pur nella sua ricchezza, la decorazione non è protagonista del quadro. Perché proprio quando l'amor del fasto ed il virtuosismo artigianesco par che stiano per soverchiare il pittore, proprio allora egli scopre l'individuo".

La Maddalena di Montefiore non è solo un simbolo musicale, un prodigio decorativo, è una donna che non si dimentica, col suo sguardo di sottecchi che ci rapisce, la bocca socchiusa, il naso ardito, la fronte sferica che il velo ed il perfetto diadema fingono di celare ed in realtà esaltano, sino ai biondi capelli ondulati e raccolti dal nastro alla nuca, ma che poi prorompono sovrabbondanti nella loro ordinata tempesta che non finisce col quadro. La trasparenza del corpetto, la mano che solleva il lembo del manto in modo che in fondo si possa scorgere anche il piede che fuoriesce dal manto e dal lieve sandalo: sarà proprio pentita, questa Maddalena?

il vaso degli unguenti, la fenice

Sia il volume dedicato al Crivelli nei Classici dell'Arte della Rizzoli che il volume I centri del Rinascimento di André Chastel hanno riservato alla Maddalena di Montefiore il posto d'onore della immagine di copertina. Anche i critici che sul Crivelli avevano delle riserve (ce ne sono ancora) si arrendono di fronte a questa immagine, non riescono più a introdurre i loro se e ma riduttivi.

E' utile ed assai gradevole una visita approfondita al sito che la Regione Marche ha dedicato al Crivelli: è ricco di informazioni di ogni tipo, compresa la mappa delle dispersioni dei polittici, ed ha delle ottime immagini. E' stato molto utile per questo bel momento. Purtroppo molti siti di importanti musei non hanno la qualità e la documentazione che ha questo sito, che è con tutta evidenza frutto del lavoro di persone veramente appassionate e competenti. La provincia italiana a volte riserva anche delle sorprese di questo tipo, per fortuna.



in su pagina precedente

  8 novembre 2003 agg. mag.2014