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la gola vista dall'alto


La gola di Pantālica
testo e foto di Toti Iannazzo

Se la cercate con questo nome nelle guide della Sicilia, non la troverete. Questo luogo bellissimo è infatti noto ufficialmente come la Necropoli di Pantalica. E necropoli essa è, e grandissima: senza dubbio la più grande della Sicilia, ma forse anche dell'Italia o forse d'Europa; ed antichissima. Contiene infatti oltre cinquemila tombe del tipo “a camera”, le più antiche delle quali risalgono al XIII secolo a.C.. Si trova a circa quaranta chilometri a nord-ovest di Siracusa, tra i paesi di Sortino e Ferla.
Io preferisco chiamarla gola anziché necropoli, perché penso che il nostro rapporto con tutto ciò che parla di morte o di morti non sia mai facile o piacevole. E che proprio questa sia una delle ragioni - non la sola - per cui essa è poco nota. Ed è un peccato, perché penso che il sito, sia dal punto di vista paesaggistico che da quello storico, possa essere considerato uno dei più meritevoli d'Italia.

vista parziale della necropoli anāktoron o palazzo del principe

Trascurando comunque, per il momento, gli aspetti archeologici o monumentali (sì, ci sono anche questi), e limitandosi ai soli aspetti paesaggistici, io trovo un solo altro sito, in Europa, a cui Pantalica possa essere paragonata: il Canyon du Verdon, nell'immediato retroterra di Cannes, in Francia. La conformazione fisica dei due siti - questo enorme solco che d'improvviso si apre verde e profondo tra brulle colline - è paragonabile. Ma qui finiscono le somiglianze, ed il paragone deve procedere per contrasti.
Per cominciare, la gola del Verdon ha tutta un'altra dimensione: è lunga una trentina di chilometri, circa tre volte Pantalica. Ed il fiume, il Verdon appunto, ha una portata ed una velocità di gran lunga superiori al piccolo Ánapo che percorre Pantalica.
Nel Verdon la velocità e la portata del fiume consentono di praticarvi il “canyonying”, cosa impossibile (poco male!) a Pantalica. Nel Verdon non solo il fiume è grande: sono grandi gli alberi, sono alte le pareti rocciose, paradiso di free climbers; e ci sono tanti, tantissimi visitatori, forse milioni ogni anno. Niente di questo a Pantalica: ma aranceti, profumo, arbusti fioriti e variopinti, bucolica quiete e qualche animale particolare. E pochissimi visitatori: secondo una guardia forestale cui l'ho chiesto, non più di cinquemila persone l'anno.
il serpente
il ramarro
In compenso Pantalica è, oltre che un sito paesaggisticamente interessantissimo, un vero e proprio museo all'aperto, che il Verdon non è. Ed è ad un tiro di schioppo da zone di grande rilevanza storica e artistica: Siracusa, Palazzolo Acreide, Noto, Modica, Ragusa, Scicli (e l'elenco potrebbe essere molto più lungo). Oltre alle tombe, che nel corso dei secoli hanno avuto innumerevoli vicissitudini (alcune sono state adibite ad abitazione al tempo dei bizantini e poi degli arabi), ci sono - anche se poco appariscenti - dei monumenti. Il più antico è l'Anàktoron, detto anche Palazzo del Principe, in bella posizione al centro di un piccolo altipiano, che risale a circa il XII secolo a.C. - 3200 anni fa! - ed era il centro nevralgico del regno dei Siculi in quell'area. Ne rimangono solo tracce delle mura, costruite con grandi massi. C'è poi una chiesetta, che risale all'epoca bizantina (VI - IX sec. d.C.), di cui si scorgono una piccola abside e due nicchie con resti di affreschi.

la chiesetta bizantina fiori ficodindia il fiume anapo

Ma la cosa più curiosa è apprendere che fino a pochi decenni fa la gola di Pantàlica era attraversata da un trenino a vapore, che oggi sarebbe un'attrattiva turistica di prim'ordine. Ben dieci gallerie gli consentivano di attraversare la gola, che era solo un tratto di un percorso più lungo. Il trenino ebbe il suo momento di gloria nel 1933, quando il re Vittorio Emanuele III se ne servė per visitare Pantalica; e le cartoline dell'epoca mostrano il nutrito corteo reale, con i militari nella loro uniforme pių bella, che precedono e seguono il re durante l'escursione. Oggi di quel trenino, che con scarsa lungimiranza venne smantellato nel 1956, rimane solo la sede della linea ferrata, che è stata trasformata in un percorso stradale sterrato. E' un percorso piuttosto stretto ma tuttavia sufficiente a far passare dei piccoli autobus, che durante la stagione turistica trasportano gratuitamente i visitatori all'interno della gola. C'č anche, molto ben restaurata, la vecchia stazioncina della "Necropoli Pantalica". La stradina si può naturalmente percorrere anche a piedi, ed è una passeggiata godibilissima.


la stradina sterrata nella gola



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  31 gennaio 2004