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il palio sul carro trainato da coppie di buoi


Il Palio di Siena
17 settembre 1972
testo e foto di Lanfranco Orsatti


Amiamo molto l'Italia, che conosciamo tutta, e sovra a tutte Toscana, Umbria e Marche, oltre ovviamente alla Sicilia. L'abbiamo sempre percorsa senza mai prenotare alberghi, anche con le figlie piccole; perché il bello è capitare in un posto brutto e decidere di andarsene o capitare in un posto bello e decidere di fermarsi per alcuni giorni: e da dormire e da mangiare abbiamo sempre trovato.
A metà di un settembre capitiamo a Siena; lo strano è che tutti gli alberghi espongono grandi cartelli che recitano “tutto esaurito, è inutile che entriate a chiedere per farci perdere tempo”.
Strano davvero, che ci sarà mai a Siena a metà di settembre?.
Uso allora un sistema che, in casi simili, ha sempre funzionato. Consulto le mie guide e individuo l'albergo più costoso della citta: lì troverò certamente una camera per una notte. Ma anche quello espone lo stesso cartello. Non mi scoraggio così facilmente ed entro; al ricevimento l'addetto sta parlando al telefono: “capisco signore, cause di forza maggiore, mi dispiace signore”. Quando riattacca chiedo candidamente una doppia per alcune notti. Mi guarda quasi con odio, come solo un senese può fare, poi risponde che la camera c'è, che proprio in quell'istante ha ricevuto una disdetta. Gli leggo negli occhi che se potesse la camera non me la darebbe perché una fortuna così schifosa non è lecita, non c'è un posto letto nel raggio di cento chilometri. Ma va realmente su tutte le furie quando gli chiedo il perché.

il canapo, ed i cavalli in attesa della mossa

Siamo capitati, senza saperlo, nel bel mezzo del Palio Straordinario per il quinto centenario del Monte dei Paschi di Siena, banca fondata nel 1472.
L'indomani giriamo per la città, che già conoscevamo, ma ogni volta sorprende per superba bellezza. I contradaioli formano cortei e vanno nelle contrade nemiche per sfottere; cantano a gran voce insulti e orribili bestemmie in versi. E' palpabile, con la mente ma anche con il corpo, una estenuante tensione che ha radici nei secoli. A sera, in albergo, chiediamo al solito tizio dove potremmo trovare dei biglietti per le tribune; risponde velenoso che è impossibile, sono già stati tutti comperati da mesi.
Il giorno dopo è vigilia, pranziamo in piazza del Campo quando odo il proprietario dire che alcuni biglietti di tribuna sarebbero ancora disponibili: colgo l'occasione al volo, mi reco furtivamente in un luogo convenuto per acquistarli, probabilmente ad un prezzo spropositato, ma ne vale la pena.
Ora nella mia mente si susseguono immagini, che fatico a collocare e a collegare, ma che sono quanto di più reale possa esistere.
Ora ciascun cavallo viene portato nella chiesa della propria contrada ed il sacerdote lo benedice affinché sia vincitore.
Ora Piazza del Campo è un inferno dantesco; al centro assiepate migliaia di persone, da ore, sotto un sole che ancora batte. Ogni tanto i Fratelli della Misericordia portano via in barella qualcuno. Ai lati le tribunette strapiene, e poi ancora i balconi delle case private che si affacciano. La sfilata delle contrade non finisce mai, estenuante come l'emozione che già mi aveva preso nei giorni precedenti, gli occhi pieni di bandiere lanciate e di stendardi, gli orecchi di tamburi e di trombe.
Ora siamo al dunque: i fantini delle dodici contrade entrano in campo ed a ciascuno viene consegnato uno scudiscio di cuoio.

la corsa

La mossa è molto difficile e se il mossiere non ha grande autorità ed esperienza può diventare un tormentone. Per due volte il petardo scoppia, il canapo cade ma il petardo scoppia di nuovo a significare che la mossa non è valida. Alla terza volta ci siamo, è andata bene: la corsa dura meno di tre minuti, la gente urla, migliaia di flash lampeggiano, oramai siamo al crepuscolo. Il percorso è molto difficile, il fantino monta a pelo, il terriccio riportato sul selciato della piazza è scivoloso. Le curve sono insidiose, specialmente a quella di san Martino molti cavalli si schiantano contro la staccionata; uno verrà poi abbattuto sul posto.
Quando il cavallo vincitore supera il traguardo il petardo scoppia di nuovo; quelli della contrada che ha vinto si gettano come impazziti sul percorso, a rischio della loro incolumità, perché ancora i cavalli stanno arrivando in velocità. Un contradaiolo, proprio davanti a me, è colpito in pieno da un cavallo scosso che arrivava al galoppo.
Ora giace per terra, con il viso pieno di sangue.
Ora mi siedo, con il cuore in tumulto; ho scattato 35 foto, di più non potevo perché non c'è naturalmente il tempo di cambiare il rullino. Se lo sapevo venivo con due macchine fotografiche.


la festa all'arrivo del vincitore



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  21 settembre 2004