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i bei momenti


La Madonna del latte
                        l'abside - foto Franco Isman (click per ingrandire)

L'abside prima del restauro
                        l'abside prima del restauro, si puņ osservare la volta ottocentesca - foto Novaria restauri


La Madonna del latte

di Franco Isman


Bella, bellissima la cappella della Madonna del Latte isolata in mezzo alle risaie del novarese, nei pressi di Gionzana, non tanto per la sua architettura ma per gli incredibili affreschi che ne rivestono praticamente tutte le pareti interne e in particolare l'abside. Per la verità tutta la zona è ricchissima di testimonianze di questo genere: due belle pubblicazioni edite dalla diocesi di Novara illustrano ben 29 oratori e 26 fra Pievi ed Abbazie.

L'oratorio, ché questo è il termine più esatto, è del XIV secolo, costruito dalla nobile famiglia novarese dei Tettoni come luogo di preghiera per i contadini del feudo, il loro stemma araldico a bande blu e gialle con la soprastante aquila imperiale è ben evidente sopra la finestrella dell'abside e le due figure inginocchiate ai lati della Vergine, un giovane e una giovinetta, pare raffigurino due membri della famiglia. L'edificio originario era l'attuale corpo centrale, a pianta rettangolare con copertura a capriate in legno e manto in cotto. Le altre parti gli furono addossate in momenti successivi. Caratteristica precipua è la grande luminosità dell'ambiente per la presenza di diverse finestre di varia dimensione che interferiscono e interrompono gli affreschi.

La Madonna del latte
   gli affreschi della parete di sinistra - foto Franco Isman (click per ingrandire)

Gli affreschi vennero realizzati in un tempo successivo, verso il 1480, da Daniele De Bosis, che affrescò in particolare l'abside, e da Tommaso Cagnola, coadiuvati dalle loro “botteghe”.

L'oratorio, che in origine si chiamava Santa Maria della Scaglia dal luogo ove sorge, assume il suo nome popolare da una delle immagini affrescate: una Madonna che allatta il Bambino, oggetto di grande venerazione, assieme alla “Madonna addolorata”, come testimoniano i vescovi Carlo Bascapè e Ferdinando Taverna dopo le loro visite pastorali rispettivamente nel 1596 e nel 1618.
Il primo dei due affreschi ai primi del Novecento venne “strappato” dalla parete e posto sopra l'altare, nel 1967 fu rimesso nella sua posizione originale ma venne poi rubato e mai più ritrovato.

Interessante, come in tutti i cicli di affreschi, l'aspetto iconografico. Nella parte sommitale dell'abside è raffigurato Cristo Giudice che tiene nella destra una fiaccola capovolta, simbolo di condanna e mostra la mano sinistra piagata, simbolo di misericordia. Vi sono raffigurati anche tre conigli che dovrebbero rappresentare i fedeli, impotenti ma che si affidano alla protezione di Gesù. Ma dominante è la figura della Madonna che compare anche nella parte centrale dell'abside assisa in trono; come già detto vi era anche, come spesso negli affreschi dell'epoca, una Madonna in atto di allattare il Bambino e veniva chiamata appunto Madonna del latte ma anche Madonna della febbre. Ad essa infatti si affidavano soprattutto le partorienti e le puerpere facilmente colpite dalle febbri puerperali, spesso mortali, e dappertutto erano appesi ex voto di ringraziamento.

I restauri, conclusi nel 2011, si sono in realtà svolti in un periodo molto più lungo, addirittura a partire dagli anni Novanta del secolo scorso per le opere murarie, coordinati dalla Curia e sotto il controllo della Soprintendenza alle Belle Arti del Piemonte, con finanziamenti a singhiozzo, in gran parte di privati. Dal punto di vista dell'edificio due sono stati gli interventi principali: l'abbattimento della volta ad arco ribassato realizzata nell'Ottocento, con la riproposizione della struttura lignea originaria, e il completo taglio della muratura allo spicco dalle fondazioni, con l'inserimento di una efficiente barriera continua che impedisce la risalita dell'umidità dal terreno, fenomeno molto accentuato dalla posizione dell'oratorio interamente circondato dalle risaie.

  alcuni affreschi della parete di sinistra, prima e dopo il restauro - foto Novaria restauri

E poi gli affreschi: parzialmente e abbastanza malamente restaurati con colori a vernice negli anni Sessanta del secolo scorso, sono stati interamente rivisitati anche con l'eliminazione di parti posticce aggiunte in quella occasione. La stranezza di alcuni affreschi tagliati dalle finestre, in particolare nel lato sinistro dell'oratorio, nasce dal fatto che le finestre sono state ricavate in un tempo successivo, nell'Ottocento, quasi contemporaneamente alla realizzazione della volta, quando gli affreschi erano ricoperti da una generica pittura, e lo si può notare dal loro taglio irregolare.

  viste esterne - foto Franco Isman

Bella anche la sistemazione dell'area esterna con la messa in evidenza di un vecchio pozzo e la realizzazione di una zona a giardino con panchine dove riposare e meditare.

Le informazioni storiche sono tratte dalla completa monografia pubblicata su Wikipedia, ma altre sono dovute alla cortesia di don Carlo Maria Scaciga, direttore dell'Ufficio beni culturali della Curia di Novara e della prof. Giovanna Mastrotisi titolare della ditta Novaria Restauri che ha eseguito il restauro degli affreschi.


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  6 luglio 2012 (viaggio giugno 2012)