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In barca nel Parco…
e il Giorno della Memoria


1900

Ora non ci sono più. Ma un tempo al laghetto della Villa Reale si andava in barca, con tanto di pontile ed affitto del mezzo.
Il mondo delle scelte di tempo libero e divertimento era più piccolo, per la coppia come per la famiglia.
La cartolina è particolare, un ragazzo con una “barchetta” ed il remo levato giunge a riva nel laghetto.
Un signore dal nome noto, per quelli di Monza in particolare, scrive ad una Radice Fossati a Monticello, precisando: Barzanò.

Siamo nell'anno1900, se interpreto bene il bollo postale. Il laghetto potrebbe anche essere quello della valle dei Sospiri. Difficile dire se è quello della Villa, anche se la cartolina dice: Monza Reali Giardini.

1942

In un'altra cartolina, viaggiata nel 1903, avevo mostrata, di fronte al tempietto dei giardini, una barca con due signori, forse addetti anche alla manutenzione, ora ne mostro un'altra del 1942, dove il pontile ed il numero di barchette in fila , ormeggiate e disponibili è un servizio  “popolare” .

1939

Una terza cartolina riguarda sempre la presenza di barche nel laghetto della Villa. Qui le barche in attività sull'acqua sono tre  e sembra quasi sia in atto una simpatica gara o gioco. Infatti sul fondo si sembra elevarsi un “albero” a cui manca la vela e sotto sembra sostare un gruppetto che più che spettatori sembrano quasi una “giuria”.
Anche sulla barca di destra, vicino alla sponda si intravede una coppia. Lei con un grande cappello bianco. Forse, per gioco, si doveva compiere un giro obbligato secondo un determinato percorso. La mia è una semplice invenzione che non ha trovato per ora alcuna conferma in atti e memorie.
Questa cartolina fu spedita nel giugno del 1930, Il  XVII° dell'Era fascista. E' spedita ad una gentilissima signorina  di Olgiate Olona ( Varese) da parte di Franco .

Tra il '30 e il 42, tra le due divertenti cartoline dell'andare in barchetta nel Parco,  cose terribili sono avvenute e tra queste la vergogna, anche in Italia, delle leggi razziali. 
Nel 1935  in Germania si approvano le “leggi di Norimberga” (leggi sulla cittadinanza del Reich). Gli Ebrei sono privati dei diritti degli altri cittadini tedeschi. A queste leggi ne seguiranno altre, con regolamenti e disposizioni che entrano nel diritto di famiglia, nello stato dei patrimoni e beni, nelle professioni, negli stessi nomi e nel simbolo obbligatorio della J ( Jude) sugli atti e passaporti di Ebrei, deportazioni e, dopo l'attentato di Parigi ad un Consigliere di ambasciata tedesco, la triste e famigerata “notte dei cristalli”  con distruzione delle Sinagoghe, arresti di migliaia di Ebrei e una vergognosa tassazione di “espiazione”. Poi i Ghetti e la “Soluzione finale”.

Italiani Brava Gente, si diceva. Ma non è così. In Abissinia come qui in Italia.  Dal 14 luglio 1938 al 29 giugno 1939 si produssero una raffica di atti e leggi razziste. Prima il “manifesto sulla purezza della razza italiana” (fatto da dieci “scienziati” e con molti che vi aderirono), poi nel luglio del '38 un comunicato del Partito Nazionale Fascista sulla razza italiana, nel successivo settembre un “Regio decreto per la difesa della razza nella scuola”. Sempre nel settembre del '38 un secondo decreto del Re, sugli “Ebrei stranieri”. Il Gran Consiglio del Fascio, sempre nel '38 emana una propria dichiarazione sulla “Razza”. Nel novembre sempre il Re decreta e precisa ancora la “difesa della razza nella scuola italiana” e due giorni dopo , sempre il buon Re dei Savoia, emana il “decreto per la difesa della razza italiana” e, ultima vergogna, nel '39, il “Regio decreto sulla disciplina dell'esercizio delle professioni da parte di cittadini di razza ebraica.”
I contenuti di questi atti, di noi Italiani Brava Gente, sono sconcertanti e ripugnanti, da non dimenticare, come i massacri e l'uso dei gas in Africa:

“ Gli Ebrei non appartengono alla razza italiana…” Manifesto della razza italiana , 14 luglio 1938
“Il Segretario del partito Fascista, Achille Storace, mentre …, ha ricordato che il fascismo attua da sedici anni una politica razzista che consiste nel realizzare…. Un continuo miglioramento quantitativo e qualitativo della razza.”  Comunicato della Segreteria del PNF sulla Razza Italiana.  25 luglio 1938 .
Art. 1: “.All'ufficio di insegnate nelle scuole di ogni ordine…., non potranno essere ammesse persone di razza ebraica…” Art. 2 : “ Alle scuole di qualsiasi ordine…, non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica.” Regio Decreto per la difesa della razza nella scuola. 5 settembre 1938.
“ Dalla data di pubblicazione del presente decreto-legge è vietato agli stranieri ebrei di fissare stabile dimora nel Regno…” Regio Decreto sugli Ebrei stranieri. 7 settembre 1938.
“ Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce: a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camite, semite e altre razze non ariane.” Dichiarazione sulla razza votata dal Gran Consiglio del fascismo. 6 ottobre 1938.
“ Alle scuole di ogni ordine…frequentate da alunni italiani, non possono essere iscritti alunni di razza ebraica, è tuttavia consentita l'iscrizione degli alunni di razza ebraica che professino la religione cattolica nelle scuole elementari e medie dipendenti dalle autorità ecclesiastiche.” Regio Decreto … per la difesa della razza nella scuola italiana. 15 novembre 1938.
“ Il genitore di razza ebraica può essere privato della patria potestà sui figli che appartengano a religione diversa da quella ebraica…” Regio Decreto per la difesa della razza italiana. 17 novembre 1938.
“ E' vietata qualsiasi forma di associazione e collaborazione professionale tra i professionisti non appartenenti alla razza ebraica e quelli di razza ebraica.” Regio Decreto sulla disciplina dell'esercizio delle professioni da parte di cittadini di razza ebraica. 29 giugno 1939.

Poi la follia e adesso... la Memoria…

Alfredo Vigaṇ

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  28 gennaio 2006