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Urbanistica: non solo piano regolatore,
o PGT che dir si voglia.
di Alfredo Viganò


Premessa. Vorrei, con questa prima nota di carattere generale, necessariamente un po' lunghetta, sul PGT e le politiche urbanistiche in atto a Monza, dare avvio ad una nuova rubrica che consenta di porre in evidenza punto per punto i temi e riferimenti contenuti nella complessa proposta del nuovo piano regolatore della Città e che la legge regionale ora chiama Piano di Governo del Territorio.
Legge che ha introdotto indubbie novità. Monza è la prima città di Lombardia ad aver tecnicamente concluso la proposta di PGT, completa in ogni sua parte. Quindi ogni giudizio deve capire il rapporto tra Piano e nuova disposizioni della legge urbanistica.

La rubrica vuole in sostanza informare anche nei dettagli oltre che nei principi che hanno consentito la redazione del Piano, che non è un documento iniziale di una politica urbanistica di realizzazioni (come molti pensano) ma invece uno strumento che, già nella sua formazione, ha indirizzato e fatte proprie e promosse più iniziative in atto, sia pubbliche che private.
Il Piano quindi è un iter, o viaggio, che è partito da un documento di indirizzo delle politiche urbanistiche in attuazione del programma amministrativo e del sindaco e si propone come una “macchina” di programmazione e gestione che si traduce “anche” nel PGT, come fase importante e dominante ma non sola, nella gestione urbanistica del territorio.

La programmazione degli interventi concreti
, pubblici e privati, non è pertanto fatta solo a posteriori del nuovo Piano ma ne ha accompagnato la redazione per tutto quanto possibile e anche anticipa la realizzazione di proposte, ove compatibili. In questo senso non solo Piano, come si dice nel titolo ma anche gli atti concreti, scelte operative e contenuti che già sono in atto.
A questa prima nota di illustrazione dei criteri generali adottati seguirà una serie di interventi, sia miei che di altri, di informazione dettagliata sui principali “pezzi” che compongono la macchina del Piano. Ciò sempre tenendo presente che ogni pezzo trova riferimento in contesto più ampio che si vedrà sempre di tenere presente.

Nella rubrica si darà anche risposta e confronto a chi manderà un proprio scritto sui temi che man mano verranno posti alla attenzione dei lettori.
Per comodità di riferimento si cercherà di seguire, passo dietro passo, gli atti che compongono il PGT come il Documento di Piano, il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi, la VAS (Valutazione ambientale strategica) e per ognuno i particolari aspetti relativi alle nuove metodologie e strumentazioni introdotte in confronto alla urbanistica più tradizionale dei piani regolatori.
Vedremo così di affrontare nello specifico quanto oggi si discute talvolta senza precisa conoscenza e valutazione dei contenuti del Piano per parti e nel suo complesso.

Monza la terza citta' di Lombardia, nuovo capoluogo della provincia di Monza e Brianza, dotata di un ormai vecchio piano del 1971, vive da qualche anno una intensa stagione di rinnovamento urbanistico. O meglio tenta a più riprese di dotarsi di strumenti adeguati e, collateralmente, di avviare politiche concrete di rinnovo urbano.
In venti anni sono falliti più tentativi di approvare un nuovo Piano regolatore. Pure la Città si è dotata storicamente di cospicui servizi a carattere urbano e sovra comunale .

La crescita però è stata, nel tempo, massiccia ed estesa senza una contestuale organizzazione urbanistica ed ambientale, in particolare per viabilità, parcheggi, parchi e giardini di quartiere, percorsi e isole pedonali, centri di quartiere, corridoi agricoli ed ecologici nel paesaggio. Cioè senza una qualità diffusa a carattere pubblico e di qualità compatibile con i valori della Città, basti pensare al traffico, agli inquinamenti e alla critica situazione di spreco di energia.
I valori della città (il PIL è tra i più alti d'Italia) pure tendono ad escludere i ceti meno abbienti ma anche fasce produttive e a medio reddito, dai beni della Città ed in particolare dalla casa. Di questa situazione soffrono maggiormente le fasce giovanili e degli anziani.
Nel contempo gli obiettivi sociali del Piano debbono tener conto della economia che la Città produce in reddito, in occupazione, in risorse private, tanto da sottolineare che chi fa coincidere il tema del “mattone” con il Piano coglie solo una parte della realtà e degli obiettivi del Piano o meglio delle politiche urbanistiche in atto.

Così, come vedremo anche nei casi concreti dei contenuti normativi e cartografici del PGT, la differenza profonda che corre tra il vecchio tipo di PRG, che per sua natura e dettati legislativi promuoveva, come fatto economico centrale, la rendita sulle aree, e il nuovo PGT che propone scelte di valorizzazione e ruolo delle risorse imprenditoriali sia negli interventi tradizionali a carattere residenziale, terziario, produttivo che nella realizzazione dei servizi pubblici. Oggi il ruolo di Monza necessita che la tradizionale politica di intervento prevalente per destinazioni residenziali sia ricondotta (come uso di risorse private) principalmente alla riqualificazione e riedificazione (come ad esempio per le aree dismesse ritenute strategiche) e alla realizzazione di servizi locali, urbani e sovra-comunali. Nella programmazione che il Piano avvia è pertanto importante che il ruolo centrale sia richiesto alle risorse private imprenditoriali più che alla proprietà delle aree. Da qui, come vedremo, anche la politica degli incentivi e la “competitività” tra aree destinate agli interventi.
In sostanza abbiamo bisogno di investimenti dove il costo delle aree pesi meno della capacità imprenditoriale e industriale di valorizzazione degli interventi. La stessa logica di aree “non conformate”, introdotta dalla nuova legislazione determina una scelta in tal senso dato che la edificabilità di alcune parti si produce solo una volta stabilito contenuti e modi dell'intervento convenzionandoli a Piano attuativo con il Comune.

Questa nuova stagione di Monza è in una certa misura spinta e aiutata dal nuovo ruolo della Città nel contesto della Provincia e della Regione.
Non vi è dubbio infatti che la già notevole centralità di servizi pubblici e privati che Monza svolge nel contesto territoriale trova ancor maggiore riferimento e prospettiva nella costituzione della nuova provincia, nella realizzazione di un “Polo istituzionale“ cospicuo di servizi territoriali, sia incentrati su interventi di grande riqualificazione urbana (ad esempio le nuove sedi nelle aree della dismessa caserma IV Novembre di via Elvezia, sia nel risanamento e rinnovo della Villa Reale e del Parco come centro di cultura e promozione di grandi eventi a scala regionale e internazionale e sede di rappresentanza di governo.

I programmi amministrativi e del sindaco si sono volti al rinnovo, alla utilizzazione delle aree dismesse, alla riqualificazione del tessuto urbano esistente e dei quartieri con limitazione nella utilizzazione di aree libere se non di completamento urbanistico e di restituzione di qualità abitativa o di servizi. Si può affermare dai dati che man mano produrremo in questa rubrica, e che comunque sono già reperibili in internet nel sito del Comune, che il PGT propone una scelta di prevalente intervento di riqualificazione urbana che interessa la città esistente e non l'espansione della stessa come in anni precedenti.

Sono dati significativi ed esprimono un risultato molto positivo di questa politica, ad esempio quelli sull'edilizia che ogni anno pubblichiamo.
Questi dati ci dicono che vi è stata una crescita di investimenti non solo pubblici (lavori pubblici) ma anche privata nei vari settori compreso quello residenziale. Nel 2005 si è raggiunto, in un certo senso, un risultato eclatante: circa 91% degli interventi residenziali interessano aree dismesse, ristrutturazioni, risanamenti di edifici o riqualificazioni urbanistiche con ricostruzione, in ragione anche dei risultati ottenuti dagli studi e negoziazioni sui PII (Piani integrati di intervento) interrotti dalla Regione.
Inoltre in interventi significativi la realizzazione di alloggi è stata “convenzionata” per una parte (circa il 20%) per la realizzazione di alloggi a costo contenuto (come quello dei piani di edilizia economico e popolare) o a canone moderato per alloggi in affitto. Nel contempo bene sono andati gli introiti di oneri di urbanizzazione primaria (per fognature, marciapiedi percorsi etc.) e secondaria (sport, verde, istruzione, sedi di quartiere socio-culturali etc.), A tal fine si vedano i dati di bilancio. Questo ci fa dire e segnalare la “vitalità” economica della città pur in periodo difficile per le aziende.

Da segnalare che sempre, in questi ultimi anni di amministrazione, le trasformazioni edilizie sono state connesse alla presenza di urbanizzazioni, alla partecipazione dei privati per la loro realizzazione in opere pubbliche (con monetizzazione di aree a standards, cessioni al Comune di aree e immobili, realizzazione diretta di opere pubbliche come: parcheggi di superficie ed interrati, verde, sistemazioni stradali e ciclo-pedonali, piazze e dotazione pubblica di rilevanti immobili di valore storico-archeologico.).

Per ottenere questi buoni risultati, forte è stato ovviamente il contributo degli uffici tecnici dell'edilizia e della urbanistica. Gli uffici competenti sono stati appositamente riorganizzati in tre settori: Urbanistica generale e strategica (PRG-PGT e politiche ambientali e territoriali anche intercomunali); Urbanistica operativa (Piani e programmi di intervento e attuativi come piani particolareggiati, di lottizzazione e di edilizia economico e popolare), Edilizia (con la specializzazione nuova del settore “Beni ambientali” che controlla e valorizza gli interventi edilizi privati e pubblici se connessi alle realizzazioni private).

Questa riorganizzazione ha prodotto una intensa strumentazione:
generale (PRG 2004, PGT 2005, piani settoriali e avvio del piano dei tempi, solo per citare gli eventi principali), attuativa (Piani di lottizzazione e per la prima volta dopo mezzo secolo, Piani particolareggiati (come ad esempio quello del Cederna e quello delle aree industriali) e avvio dei Piani di zona di edilizia economico popolare, partecipazione alla definizione degli Accordi di programma (come ad esempio quello del Polo istituzionale e della nuova Università nel vecchio ospedale San Gerardo), ma anche edilizia con Piani attuativi e di recupero di aree dismesse (come ad esempio quello di via Mazzucotelli con il 30% di edilizia di tipo polare a prezzi convenzionati e con parte in affitto a canoni moderati, quello della area dismessa Ex De Santis con la nuova sede della Vigilanza urbana, parcheggi pubblici e giardino pubblico, avvio della preparazione della STU o società di trasformazione urbana sulla ex Fossati Lamperti, Master Plan del parco dell' ex macello).
La proposta di riorganizzazione, contenuta nel documento generale di indirizzo delle politiche urbanistiche, approvato dalla giunta agli inizi del 2003, è stata quasi subito applicata e oggi si può dire che è stata una buona scelta per la gestione urbanistica ed edilizia della Città.

Non indifferente anche l'attività del settore edilizia e beni ambientali. Si è introdotto: la metodologia del Piano paesaggistico regionale nelle realizzazioni edilizie; si stà terminando il nuovo Regolamento edilizio con particolare attenzione all'ambiente, alla qualità urbana e fonti energetiche rinnovabili, senza sottovalutare la redazione del Piano delle antenne o della telefonia mobile .
Il settore edilizia inoltre, con la collaborazione di quello dei piani attuativi, ha contribuito in prima linea alla realizzazione degli obiettivi di ”recupero” urbano con il convenzionamento di interventi su aree dismesse (come quelle, ad esempio, della ex Franzi, ex Enel, via Cattaneo, ex Donzelli). In molte di queste aree sono stati definite importanti opere pubbliche direttamente realizzate a carico del privato o convenzioni di edilizia a prezzi calmierati e di tipo economico popolare oltre che per alloggi in affitto.

Importante e' stata l'opera di coordinamento e programmazione. Ritengo infatti doveroso sottolineare che differentemente che in passato questo complesso operare tra diversi settori tecnici comunali ha trovato specifici momenti di coordinamento tra di loro e con gli altri settori del Comune in modo che le politiche urbanistiche fossero riferimento delle attività ed interventi che comportassero (sia nel pubblico che nel privato) interventi di trasformazione del suolo e delle sue destinazioni. La cosa assume particolare rilevanza nella definizione del Piano triennale delle Opere pubbliche, negli interventi di viabilità.

Rilevante l'attività legale dell'ente. Non voglio, in questa memoria che non è certo esaustiva ma solo di introduzione ad una collaborazione nuova con  , dimenticare la complessa attività giuridico-istituzionale che il Comune si è trovato ad affrontare per problemi ereditati, sia in riferimento alla questione Rondò che della Cascinazza o ad altra miriade di contenziosi dettati dalla particolare situazione degli strumenti urbanistici di Monza che con alterne vicende si cerca di rinnovare da decenni. Attività che per ora ha visto il Comune (pur con decadenze provvisorie del Piano adottato nel 2002 per ben tre volte) in generale “vincente” con riconoscimenti non secondari e tali da fare testo anche per altri comuni. Spiace sottolineare il contenzioso politico-amministrativo con la Regione che per due volte in due anni ha cercato di impedire con interventi legislativi a Monza (e a Campione d'Italia) il rinnovo della sua strumentazione. Comunque nella rubrica vedremo di dare anche i dati statistici e di contenuto dei vari contenziosi urbanistici risolti o in atto.

Numerosa e continua la partecipazione e pubblicizzazione degli atti. Ritengo d'altra parte doveroso anche precisare che notevole è stata la partecipazione alla definizione degli strumenti generali ed attuativi , compresa la presa in esame e risposta a centinaia di pareri ed osservazioni di cittadini, è notevole anche la collaborazione delle capacità imprenditoriali e professionali della Città.
E' sembrato che molti si avvedessero che gli interventi pur puntuali e particolari, partecipano di un più grande e generale piano di riqualificazione della Città e del suo ruolo nel contesto territoriale. Nell'iter di predisposizione degli strumenti urbanistici l'informazione e gli eventi e momenti pubblici, nelle circoscrizioni, come nelle sale pubbliche sono stati numerosi.

Quali le tappe di questo complesso assieme di strumenti urbanistici che, come più volte si è detto, non servono solo a definire gli strumenti generali e ad attendere la loro approvazione, ma, e questo è il fatto importante, a definire indirizzi, per coordinare, finalizzare e attuare, politiche importanti di tutti i giorni e che devono, nel loro insieme contribuire ad una “operazione di piano e di programmazione degli interventi”.
Questo aspetto rilevante tra piano, indirizzi e politiche attuative di coordinamento anche di risorse private oltre che pubbliche, è fatto che spesso sfugge anche ai più attenti e che invece rappresenta il “cuore” delle politiche uirbanistiche e di programmazione territoriale del nostro come di altri comuni e enti. In questo senso il Piano o PGT è il risultato complesso di politiche, scelte, interventi ed atti condivisi ed in corso, oltre che di previsioni per i prossimi anni.
E' per questo che si può dire che mai come ora l'urbanistica si configura non solo in strumenti generali di piano ma in costanti atti di programmazione operativa coordinati in strumenti di indirizzo generale e che affronti, ad esempio con la perequazione, anche la equità di comportamento in relazione alle proprietà interessate ai processi di trasformazione nella Città.

Strumenti di indirizzo e coordinamento generale. Nel 2003, con la nuova amministrazione, si è dato avvio a questa complessa operazione urbanistica, non formale ed ideologica sulla pianificazione, ma che definisse "politiche strategiche" e "strumenti attuativi" semplici o complessi di trasformazione e riqualificazione del tessuto urbano con priorità per le aree dismesse (si veda l'apposito documento in Internet sulle politiche urbanistiche, il Piano casa, i programmi di intervento per le aree dismesse).

Gli impedimenti regionali. Per ben due volte la Regione ha interrotto, con atti legislativi, in modo non motivato e comprensibile, il processo di adeguamento della strumentazione di Monza, una nel 2004 impedendo, quasi solo a Monza, interventi negoziati o varianti con procedure semplificate (ci ha così impedito un primo aggiornamento del Piano regolatore del 1971 e di Piano dei servizi) e la seconda con la nuova legge urbanistica di governo del territorio con un apposito comma che impedisce “solo a Monza” oltre che a Campione d'Italia, di poter approvare qualsiasi tipo di variante al PRG vigente o adottato (salvo che per opere pubbliche) e qualsiasi tipo di intervento negoziato, compresi accordi di programma, programmi integrati e sportello unico, salvo solo quelli a carattere regionale e sovracomunale. Questa mancata possibilità di adeguamento di normale gestione degli strumenti urbanistici ha causato ritardi e danni per la popolazione dato che da molti anni sono attesi diffusi adeguamenti del Piano del 1971 (come dimostrano le osservazioni e istanze prodotte da centinaia di cittadini).

Il Piano del 2004 di rinnovo e riqualificazione urbana, ambientale e paesaggistica. Il Piano regolatore licenziato dalla giunta, proposto agli inizi del 2004, affrontava già nuove tematiche inerenti aspetti strategici e operativi, incentivi e limiti della negoziabilità, forme di perequazione e compensazione mirata e individuava gli ambiti di risanamento urbano, sia a carattere pubblico che privato. Il Piano era volto a politiche di completamento e riqualificazione della Città escludendo tradizionali zone di espansione e interessando in prevalenza aree di riqualificazione e dismesse e aree non edificate ma inserite nel tessuto urbano e di completamento dello stesso. Il Piano inoltre era dotato di un complesso corollario di piani settoriali come il Piano dei servizi, il Piano casa, quello inerente le politiche ambientali e idrogeologiche, di regolamentazione del sistema idrico anche minore, energetico, del sottosuolo, di urbanistica commerciale, ed altri, dando riscontro metodologico e non solo formale al rapporto tra obiettivi strategici, sostenibilità e interventi operativi programmati di coordinamento tra risorse private e pubbliche.
Il Piano approfondiva la importante tematica, già introdotta dal Piano del 1997, di tutelare le aree attorno alla Città e che costituiscono l'ultimo e insostituibile patrimonio ambientale ed ecologico di aree verdi ed agricole. Il Piano, a cui si accompagnava già un Piano dei servizi, definiva i parchi di cornice come importante scelta urbanistica ed ambientale, di formazione e tutela di corridoi ecologici nel territorio a carattere sovra-comunale (i parchi di cornice, in particolare lungo i percorsi d'acqua del Lambro e del canale Villoresi, integrano presenze storiche e valori paesaggistici naturali ed agricoli nel territorio brianteo come: il parco della Valle del Lambro, il parco del Medio Lambro, il parco Villoresi Ovest e del Grugnotorto, il parco della Cavallera, il parco delle Cave).

La nuova legge urbanistica regionale e il Piano di Governo del Territorio. La proposta di Piano 2004 è stata fondamentale (per contenuti tecnici ed obiettivi) per adempiere alla redazione del nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) previsto dalla legge regionale 12/2005 sia perché affrontava temi propri della legge stessa, sia perché conteneva le scelte di programma già maturate e "partecipate" in due anni di elaborazione e confronto con la Città.
Vi sono aspetti critici della nuova legge regionale della Lombardia, soprattutto per la “ neutralità” e assenza di obiettivi di fronte a fabbisogni emergenti nuovi di riassetto socio-economico oltre che di equipaggiamento territoriale. Vi è ad esempio, carenza di impegni regionali e di priorità a scala sovracomunale, per infrastrutture (in particolare di trasporto e mobilità )e ambiente. Tuttavia si possono riconoscere alcune indubbie novità come la distinzione tra strumenti generali di indirizzo strategico che non prevedono conformazione dei suoli (in sostanza il diritto di edificazione delle proprietà, in alcune parti del territorio, è subordinato al convenzionamento con Piano attuativo, delle previsioni con l'amministrazione) e nuovi strumenti come “gli incentivi” , la definizione di limiti di negoziabilità, mantenendo il Piano come strumento centrale di programmazione e pianificazione territoriale.

Il governo del territorio tra gestione e predisposizione degli strumenti. Nel percorso di redazione dei nuovi strumenti per la Città si è ritenuto di non riprodurre, come già prima si è accennato, la tradizionale dissociazione tra atti di programmazione e indirizzo, ancorché non cogenti, e interventi operativi ma anzi, ovunque possibile, di accompagnare la elaborazione del Piano regolatore prima e di governo del territorio ora, con mirati interventi di rinnovo urbano, con Piani attuativi, Piani particolareggiati, Piani di zona, planivolumetrici o progetti convenzionati, progetti pubblici (non programmi integrati e accordi negoziati comunali perché impediti a Monza dalla legge regionale). Si sono messi in atto più atti intermedi che concernono oneri e standard, interventi convenzionati per la casa (per la proprietà e l'affitto) anche nei normali processi di edilizia e ciò anche grazie alla riorganizzazione degli uffici come sopra descritto.

Tempi brevi per il Piano di Governo del Territorio e la Valutazione ambientale strategica. In questi pochi mesi siamo pertanto stati in grado di elaborare e produrre il PGT ai sensi della nuova legge regionale e pertanto ci presentiamo, ritengo come il primo comune di Lombardia che ne rappresenta sperimentazione ed elaborazione, tenuto conto anche delle indubbie novità dello strumento urbanistico comunale proposte dalla legge regionale 12/2005.
In particolare il PGT, composto da tre strumenti differenziati: documento di piano (strategia e indirizzo), piano dei servizi (programma di interventi prioritari per il completamento e dotazione di servizi locali e generali e infrastrutture) e piano delle regole (piano della Città consolidata) è accompagnato da una rilevante novità : la predisposizione della VAS (Valutazione ambientale strategica).
Questa sperimentazione ci ha consentito di:
  • affrontare le "criticità" poste dalle analisi della VAS in riferimento agli obiettivi e politiche di intervento e sostenibilità urbanistica ed ambientale;

  • approfondire il rapporto :tra strategie e operatività nel coordinamento tra risorse pubbliche e private non puntando l'uso ed il coordinamento delle risorse solo sugli aspetti immobiliari ma piuttosto sulle capacità imprenditoriali interessate all'economia della Città e del territorio;

  • affrontare la scelta di Aree Strategiche per la riqualificazione del tessuto urbano esistente (aree dismesse), individuando e regolamentando contenuti e procedure per le aree assoggettate a previsioni e indirizzi ma non conformate (in attesa di convenzionamento e negoziazione), e aree di tradizionale azzonamento.

  • distinguere gli aspetti di priorità, qualità e ruolo nei processi di riqualificazione urbana , dotazione di servizi, uso delle risorse in riferimento particolare alla realizzazione e fattibilità delle previsioni del Piano dei servizi;

  • porre in essere, col Piano, nuove risorse non determinate solo dalla tradizionale ricaduta delle risorse private in oneri e opere ma in investimenti nelle scelte di reti di servizi, di differenziazione della risposta ai fabbisogni abitativi. Obiettivi volti al potenziamento dei valori polifunzionali e di molteplicità sociale nell'uso della Città (come giusta e aperta), compresa la valorizzazione del ruolo produttivo ed economico oltre che abitativo, culturale e amministrativo.

  • DEFINIRE, per dimensione e localizzazione, COL PIANO DEI SERVIZI I DIVERSI SISTEMI: culturale, dei servizi sociali, di sport e tempo libero, scolastici ed universitari, servizi di quartiere , urbani e sovra-comunali. Rilevante l'individuazione e programmazione dei servizi e sedi della nuova provincia di Monza a Brianza che comporta aspetti di riorganizzazione urbana non indifferente nei prossimi anni così come il ruolo di polarità culturale di grande scala del complesso Parco e Villa Reale di cui si festeggiano in questi mesi i duecento anni della nascita.

  • PROSPETTARE L'ORGANIZZAZIONE SUL TERRITORIO DELLA MOBILITA', sia a carattere viabilistico e di interconnessione tra i quartieri che ciclo-pedonale e delle linee su ferro (metropolitane, metrotramvia e treni);

  • PORRE IN ESSERE NUOVE STRATEGIE PER LE AREE AGRICOLE, DEI PARCHI DI CORNICE E DEI CORRIDOI ECOLOGICI. Affrontare, con specifiche scelte il nuovo ruolo che dovranno avere le aree agricole nei rapporti ecologici, paesaggistici e produttivi con la Città , con i parchi urbani e territoriali e con i percorsi d'acqua (canale e fiume), in collaborazione con gli agricoltori stessi.

  • AFFRONTARE IL TEMA AMBIENTALE E STATEGICO DELL'ENERGIA e della qualità ambientale, paesaggistica ed architettonica degli interventi. Infatti si è definita una normativa del tutto nuova per cui la priorità e scelta degli interventi privati è dettata da uno specifico punteggio di qualità che deriva dalle scelte di risparmio energetico ed uso di fonti alternative, da consumi di acqua etc.
Si è dovuto in sostanza, e con regole e possibilità non usuali, affrontare contemporaneamente nuove strategie e politiche di programmazione territoriale con la "invenzione" o adeguamento di metodologie e strumenti su temi quali :
  • il rapporto tra risorse e obiettivi con particolare attenzione al Piano triennale delle opere pubbliche ed alle scelte dei Bilanci che diventano anch'essi strumenti di organizzazione degli obiettivi di piano;
  • una forma mirata di Perequazione non come fine del Piano e della rendita ma come strumento di semplificazione e di equità per raggiungere obiettivi di piano sia pubblici che privati e con intervento calmieratore anche diretto della amministrazione e differenziazione per zona, per utilità dell'area e per ricaduta residenziale o altra destinazione.
  • una forma di compensazione e "traslazione volumetrica" per facilitare processi di risanamento paesaggistico e di risanamento urbano in riferimento alle proprietà delle aree ;
  • una organico quadro di politiche di incentivi, sia a carattere urbanistico-edilizio che di fiscalità locale, volti ad aspetti energetici e di fonti alternative, a edilizia convenzionata e in affitto, a produzione di interventi di qualità e confort, alla produzione e gestione di servizi. In particolare e rilevante la definizione di incentivi per l'organizzazione e partecipazione delle aree agricole alla formazione di "parchi di cornice " per la Città e nel contesto sovracomunale.
  • Trasparenza e certezza nella competività delle proposte di intervento dei privati nella attuazione delle previsioni . Infatti il Piano propone delle soglie di attuazione annuali e quinquennali al fine della sostenibilità e qualità ambientale, economica , sociale e di utilità complessiva degli interventi. Si determina una relazione diretta tra interventi privati e contestuale realizzazione del Piano dei servizi e delle opere pubbliche.
Sperimentazione e osservatorio di piano. Un nuovo Piano con aspetti anche di sperimentalità e volto alla programmazione del territorio. Diventa necessario, per aiutare questo percorso, adeguarlo alle esigenze che si presenteranno anche nel rapporto complesso pubblico e privato, dotarsi di nuovi strumenti di gestione tecnico-amministrativa. In tal senso si propone un osservatorio per il monitoraggio della gestione del Piano e delle scelte che propone, sicuramente non sempre elementari e che sono d'altra parte, volti a gestire aspetti complessi e che richiedono forte carattere di sperimentazione e aggiustamento nel tempo delle scelte di processo. In questo senso il PGT insedia e regolamenta anche, come nuovo strumento, un “Osservatorio" di Piano che, in connessione alle scelte di bilancio, determini i necessari correttivi di fronte a risultati o mutata realtà e problematiche da risolvere.

Per ora mi fermo qui rimandando alla premessa. Oggi quasi tutti i documenti sono visibili in Internet sulla pagina del Comune. Nel proseguo della rubrica si cercherà di informare con dettaglio dove reperire il dato descritto. La rubrica non vuole avere il compito di informazione tecnico professionale su singoli casi che però, se rappresentativi di situazioni più generali saranno presi in esame ed esposti sia come esemplificazione che risposta specifica e puntuale.
Nei prossimi interventi parleremo pertanto e man mano, di incentivi, politiche energetiche, parchi e aree agricole, dimensionamento degli interventi, competitività delle aree sistema e strategiche, compensazione etc.. Informeremo anche sulle procedure disponibili per associazioni e singoli cittadini di partecipazione alle scelte. Man mano cercheremo anche di dare dati , estrarre parti di mappa, o segnalare le fonti dove siano facilmente reperibili .

Spero che questa rubrica sia, con altre iniziative, davvero utile per avvicinare un atto complesso, ostico e spesso visto solo come lo strumento del mattone, alla conoscenza di molti ed alla sua reale comprensione. Come ogni strumento complesso esso è buono o cattivo a seconda di come è fatto e di come verrà gestito. Questa rubrica sarà anche l'occasione di confronti e spero utili suggerimenti.
Un viaggio quindi, breve o lungo si vedrà, dentro il "ventre" del Piano o PGT e, di conseguenza, la lettura della Città, i piani e programmi del suo futuro vicino e lontano e di come si sta già rinnovando concretamente. Sapendo e tenendo sempre ben presente che strumenti di programmazione pubblica, piani e programmi, debbono aiutare la Città che di per sé è ricca di cultura, tecnica, capacità professionali, imprenditoriali, sociali e di solidarietà, nonché di risorse private capaci di rinnovarsi e di promuovere e che l'azione pubblica aiuta a potenziare o disvelarsi, a coordinare obiettivi comuni, a favorire restituzioni anche di interesse pubblico, ambientale, urbanistico e sociale, senza sovrapporsi o peggio sostituirsi a chi si dà da fare tutti i giorni. La nostra Città ha di suo molte cose belle e efficienti, aiutiamo a farle andare meglio, con meno errori, sprechi e compromissioni territoriali.

Alfredo Viganò


   PGT@arengario.net


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  17 gennaio 2006