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Monza pił viva
"istant poem" di Elio Veltre


Monza, pomeriggio del dieci giugno,
aria pulita e cielo terso.
Aria Nuova.
Lo stupore diventa sollievo nella piazza di gioia.
Sorrisi di pace
Telefonini incandescenti di "finalmente".
Aria pulita sui volti
E baci e abbracci e giri di gioia.

Michele-Davide ha vinto, Golia è già sparito.
Patti d'onore mutati in fratellanza
Insieme, insieme più vivi.

Una sola penosa assenza:
è caduto dalla barca dei giusti
per ascoltare il canto di una sirena beffarda.
Fu troppo fragile il mio laccio
credevo non servisse,
vogatore senza remi
perduto in una notte.

Li ho visti "i clonati":
grisaglia grigia, colletti a colpo di frusta,
cravatte a nodo peninsulare,
camicie in puro cemento bianco.

Li ho visti "i patinati":
manichini di borotalco autoportanti
muti, cerei, attoniti.

Ho visto i loro petti carenati sgonfiarsi
crollare dove Via Prosopopea incrocia Corso Albagia.
Li ho visti offesi, increduli.
Ancora una smorfia di arroganza
poi ho sentito il crac dei loro progetti di saccheggio.

La luna bacia la piazza
Michele sorride in piedi sul camion,
sorride come noi, parla come noi
potrebbe cadere,
no, oggi sono caduti già in tanti,
senza rumore
come cadono le bolle di sapone.

Elio Veltre



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  11 giugno 2002