prima pagina pagina precedente salva il testo


Finanza etica
Cos'è, dove nasce, dove si trova
di Stefano Scarduelli e Silvano Compagnoni


Banca Etica
A differenza della finanza intesa in senso tradizionale, la finanza etica mira ad introdurre come parametri di riferimento, oltre al rischio ed al rendimento, anche gli effetti dell'investimento stesso sull'economia cosiddetta “reale”. Mira inoltre a modificare i comportamenti “finanziari” in senso più sociale e a finanziare tutte le attività che si rivolgono al settore del non-profit (visto come insieme di soggetti non orientati al guadagno economico come attività prioritaria), alla salvaguardia ambientale e che promuovono il rispetto della persona intesa nel senso più ampio possibile. La finanza etica si pone quindi un obiettivo ambizioso: non solo allontanare il risparmio da quelle imprese non rispettose dei diritti umani e dell'ambiente, ma anche incidere sul comportamento del sistema bancario, garantendo l'accesso al credito ai quei soggetti definiti “non bancabili” dal sistema tradizionale, perché non in possesso di garanzie monetarie o patrimoniali, proponendo quindi il credito come diritto.
La finanza etica ha avuto, nel corso degli ultimi 20-25 anni, una forte evoluzione: nata focalizzando l'attenzione prevalentemente sulla gestione del risparmio, come reazione pacifista e ambientalista al potere e alle operazioni scarsamente trasparenti delle grandi banche, si sviluppa poi mettendo al centro della propria identità ed operatività gli investimenti, dunque assumendo un ruolo più attivo e propositivo nel sistema economico. Le tappe fondamentali di questa evoluzione sono: lo sviluppo negli anni '70 dei fondi etici nei paesi anglosassoni (USA e Gran Bretagna); la nascita nella seconda metà degli anni '70, in Bangladesh, uno dei paesi più poveri del mondo, della prima banca etica, la Grameen Bank, il cui scopo è di fare credito ai più poveri, esclusi dal circuito bancario tradizionale; la nascita negli anni '80 delle banche alternative nell'Europa del Nord (principalmente Olanda e Germania), caratterizzate dal fatto che finanziano progetti attenti alle problematiche ambientali e sociali.

L'esperienza di Banca Etica
Anche l'esperienza italiana della finanza etica nasce tra la fine degli anni '70 e gli inizi degli '80 con l'emergere del risparmio autogestito. Le “Mag” (Mutua Autogestione) sono le figure di riferimento della finanza etica in Italia negli anni '80, la cui filosofia si basa sulle seguenti caratteristiche: partecipazione dei soci alla gestione; interventi rivolti verso progetti di cooperative e associazioni; garanzie sugli impieghi basate sulla conoscenza delle persone e dei progetti da finanziare. I settori di intervento delle Mag sono: la solidarietà sociale, l'ambiente e i temi dell'ecologia, la cultura e l'informazione. Attraverso l'esperienza delle Mag nasce e si sviluppa il progetto della prima Banca Etica in Italia. Due provvedimenti normativi accelerano l'avvio di una proposta che già da tempo era in programma così le Mag iniziano a contattare alcune tra le più significative realtà del mondo della cooperazione sociale, del volontariato e dell'associazionismo per dar vita alla Banca Popolare Etica. Nel 1994 22 organizzazioni del non profit stabiliscono di dar vita all'Associazione Verso la Banca Etica. La Banca diventa operativa nel marzo 1999. La Banca Popolare Etica è il primo istituto di credito italiano orientato a promuovere l'economia e la finanza sociali, si propone come punto di riferimento per il sostegno e lo sviluppo di tutte le realtà che hanno come obiettivo la produzione di valore sociale. Opera a livello nazionale tenendo fede ai principi fondanti della cooperazione e della solidarietà, ed è infatti caratterizzata da un azionariato diffuso e dall'esistenza di processi democratici di decisione e di partecipazione.

Quelli del GitBrianza
La nascita della Banca Popolare Etica, è quindi avvenuta “dal basso” grazie alla spinta di cooperative, associazioni e singoli, la spinta insomma della gente comune, non di grandi economisti o guru della finanza. Si è creata una cordata di realtà attente alle tematiche della finanza etica che ha permesso, grazie ad un capillare lavoro di sensibilizzazione e promozione, di far convergere forze sufficienti per raccogliere il capitale minimo necessario e creare una realtà solida anche operativamente (sede, competenze, etc.) così da ottenere il permesso ad operare da parte di Banca d'Italia.
Per proseguire nell'opera di sensibilizzazione sul territorio e per continuare ad apportare il loro contributo allo sviluppo della banca, i soci si sono organizzati in strutture locali di volontari (i GIT, Gruppi di Iniziativa Territoriale), riconosciute dallo statuto di Banca Etica. I soci del territorio brianzolo hanno così dato vita al GIT “Monza e Brianza”, che è nato da una costola dell'associazione “La Mondolfiera” di Villasanta, nel 1995. Da allora il GIT Monza e Brianza ha raccolto i soci che, provenendo da realtà differenti (volontariato sociale, oratori, scout, etc.), hanno in comune la volontà di far crescere l'importanza e l'impatto sociale della finanza etica in una società che invece considera il profitto come priorità assoluta, a scapito di tutto il resto.
Scopo del GIT è quello di coinvolgere, valorizzare ed organizzare la base sociale; sensibilizzare l'opinione pubblica sul risparmio etico; garantire l'informazione e la promozione di Banca Etica; recepire le tendenze di sviluppo e le necessità di servizi emergenti. A questo fine “favorisce momenti di incontro e di aggregazione, tra i soci e tra questi e Banca Etica; può fornire suggerimenti e pareri in merito a persone e organizzazioni che interagiscono con Banca Etica; promuove la conoscenza dei candidati alle cariche degli organi sociali di Banca Etica; garantisce l'informazione sulle attività di Banca Etica; supporta e sviluppa le attività sociali di Banca Etica; promuove la cultura dei risparmio etico; effettua un'analisi costante e continuativa del territorio al fine di individuare nuovi bisogni ai quali Banca Etica può offrire una risposta; verifica quanto le attività di Banca Etica siano condivise dai soci e dalle diverse realtà del territorio; promuove la partecipazione dei soci alle Assemblee Ordinarie e Straordinarie di Banca Etica” (tratto dallo statuto di Banca Etica). Tutto questo si concretizza nell'essere presenti a feste di paese dove discutere con la gente comune sui significati e i perché della finanza etica, nel partecipare a incontri di associazioni ed enti che vogliono capire cos'è la finanza etica e cosa significa Banca Etica, nel contattare gli amministratori locali per sensibilizzarli sulla finanza etica, nel partecipare alle assemblee annuali per far sentire la voce dei soci.
I componenti del GIT sono disponibili per informazioni, per interventi informativi presso associazioni, enti (comuni, scuole…), parrocchie (consigli pastorali/economici, gruppi Caritas/missionari…); per scrivere articoli da pubblicare su giornali di informazione locale (bollettini comunali, parrocchiali…); per partecipare a sagre, fiere, feste di paese e così via.

Stefano Scarduelli e Silvano Compagnoni
gitbrianza@galactica.it


in su pagina precedente

  16 gennaio 2003