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Ricordando a metà
Il fondo di Piero Ostellino sul Corriere
di Franco Isman


A me pare che il modo migliore di celebrare il «Giorno del Ricordo» consista nel non lasciare mai Israele solo di fronte a chi si propone di distruggerlo”: così inizia Ostellino sul Corriere della Sera di oggi e sottoscrivo senza riserve. Ma poi prosegue con affermazioni che a me appaiono aberranti, gravide di pericolosissime conseguenze e coincidenti con quelle di un certo nuovo antisemitismo.
Ostellino infatti dice e ripete che bisogna “evitare di distinguere fra gli ebrei e Israele, fra il popolo israeliano e i suoi governi” e ancora “Da qualsiasi parte la si guardi, la distinzione fra ebrei e Israele, fra governo e popolo israeliani, finisce con essere un modo moralmente e politicamente ambiguo di prendere le distanze da Israele”.
Per Ostellino la distinzione fra ebrei e Israele, fra popolo e governo israeliani, non sarebbe politicamente corretta e moralmente accettabile. Il che starebbe a significare che io, ebreo della diaspora, per il solo fatto di essere ebreo, sarei corresponsabile della criminale politica di Sharon, a partire dalla complicità nell'eccidio di Sabra e Chatila per arrivare alla folle politica degli insediamenti ed alla criminale repressione nei Territori.
Il governo israeliano è un governo democraticamente eletto, e quindi ha il diritto di governare. Anche Berlusconi. Ma l'opposizione israeliana, purtroppo sconfitta, dovrà sì seguire Sharon nelle sue terrificanti scelte, ma non ne sarà moralmente responsabile. Come io non sarò corresponsabile della probabile scelta di Berlusconi di schierarsi con Bush nella guerra da lungo tempo programmata e decisa.

Criticare duramente la politica di Sharon non significa nel modo più assoluto porre in dubbio il diritto di Israele ad esistere ed a vivere in pace, ma anzi l'esatto contrario. Infatti molti, compreso chi scrive, ritengono che sia proprio questa politica, volta oggettivamente a seppellire gli accordi di Oslo e di Camp David, ad impedire quella pace e quella pacifica convivenza di cui il popolo israeliano avrebbe bisogno e desiderio.

Da tempo affermo che il nuovo antisemitismo, di cui purtroppo si vedono gravi manifestazioni in molte parti del mondo, come lo stesso Ostellino ricorda, trova alimento nella politica di Israele nei confronti dei palestinesi, che si somma alle vecchie e mai sopite pulsioni razziste, proprio con l'identificazione degli ebrei con gli israeliani e con la politica di Sharon. Esattamente quello che fa Ostellino. Bravo Ostellino, grazie.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net



La cattiva memoria che divide Israele dal suo popolo
RICORDANDO A META'
Piero Ostellino sul Corriere della Sera del 28 gennaio



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  28 gennaio 2003