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Ossessione Berlusconi?
di Vittorio Amodeo


In un recente intervento alla Camera il presidente Pierferdinando Casini ha esortato i Poli a moderare i toni polemici e a trovare intese costruttive. La CdL dovrà adottare il metodo del dialogo, mentre la sinistra è invitata a liberarsi dalla “ossessione anti-Berlusconi”.
Il tentativo di Casini è comprensibile, nell'ottica di svelenire il clima e giungere a una migliore efficienza dei lavori parlamentari. E i “riformisti” della sinistra, i vari D'Alema e Giuliano Amato, hanno subito applaudito, assicurando che loro non sono affatto “ossessionati” da Berlusconi.

Ma questa posizione soft di certa sinistra fa a pugni con la realtà dell'enorme problema rappresentato da Berlusconi capo del governo. Abbiamo una anomalia tutta italiana di un uomo di affari, capo di un impero finanziario e mass-mediatico, che conquista il potere con possibilità di impiegarlo a suo uso e consumo nella difesa degli interessi e dei procedimenti giudiziari in corso, e per una parte (si spera minoritaria) della sinistra questo non è un problema? Questa parte della sinistra è portata a considerare e trattare Berlusconi come un qualsiasi politico: ma la realtà è ben diversa, la concentrazione di poteri di Berlusconi risulta inaccettabile in ogni democrazia liberale dell'Occidente, dove nessun magnate della TV potrebbe aspirare, non dico a dirigere, ma neppure a far parte di un governo in carica. Se poi teniamo conto che il premier ha subito processi per corruzione dai quali è uscito non perché incolpevole ma grazie alla prescrizione dei termini; che secondo il tribunale di Milano la sua azienda risulta implicata nella corruzione di giudici dalla quale ha tratto indebiti vantaggi; risulta chiaro che la figura morale del premier è largamente compromessa, tanto che sarebbe spinto alle dimissioni in qualsiasi democrazia dove la coscienza etica collettiva fosse superiore a quella (scarsa) vigente da noi.

La sinistra deve sempre tenere ben presente questa anomalia, e combatterla come inaccettabile per ogni spirito democratico. L'Italia ha avuto il triste privilegio di inventare il fascismo diffondendolo poi in Germania e Spagna, con gli esiti catastrofici che sono seguiti. Il berlusconismo ha caratteri diversi, ma ha in comune la tendenza a impossessarsi dei gangli dello stato e della società per una gestione autoritaria del paese, ignorando le leggi o piegandole a proprio uso.
Ormai è chiaro a tutti che Berlusconi, alla prossima scadenza elettorale, mira a farsi eleggere Capo dello stato, una volta che abbia ridisegnato in senso autoritario i poteri dello stesso nonché del primo ministro sua creatura, a lui soggetto. Questo gli permetterebbe di presiedere il Consiglio superiore della Magistratura (Csm), cioè di porre le mani sull'ultimo potere che gli manca, quello giudiziario. Poiché dispone già del potere legislativo, esecutivo, economico e mass-mediatico, una volta che la magistratura fosse imbavagliata (è già successo col presidente Cossiga, che non consentiva al Csm la discussione di determinati argomenti) lo scempio della nostra Costituzione e della divisione democratica dei poteri sarebbe compiuto.

Ossessionati da Berlusconi? Il termine ossessione è improprio, perché si riferisce a uno stato emotivo che non ha nulla a che fare con la forza di una politica razionale. Ma che la sinistra debba combattere frontalmente, e con tutti i mezzi democratici e mass-mediatici a disposizione, l'anomalia e il pericolo Berlusconi, questo sembra evidente a chi ha a cuore le sorti del paese.
Bene ha fatto quindi il segretario DS Piero Fassino ad attaccare direttamente Berlusconi come regista della gestione sconsiderata e diffamatoria del caso Marini-Telekom Serbia.
Credo qualcuno ricorderà che, prima delle elezioni politiche del '94 (perse dalla sinistra), apparve un accorato e allarmato manifesto firmato da Norberto Bobbio, Sylos Labini e altri, dove veniva denunciato il pericolo rappresentato dal programma eversivo di Berlusconi. Erano ossessionati? No, questi maestri di intere generazioni vedevano a fondo ciò che altri, per superficialità, non vedevano: il rischio di uno stato fagocitato dal berlusconismo.

Si diffuse in seguito una favoletta: la sinistra aveva perso perché aveva attaccato personalmente Berlusconi, suscitando le reazioni dei sostenitori. Tesi singolare, amata da quella parte della sinistra che finisce per fare da sponda alla destra. In realtà era stato attaccato troppo poco, non erano stati spiegati a sufficienza i pericoli sottesi al berlusconismo. Si spera che l'errore non verrà ripetuto alle prossime elezioni, e che la macchina propagandistica-elettorale del centro-sinistra saprà denunciare con forza la deriva antidemocratica e autoritaria di Berlusconi.

Vittorio Amodeo

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  3 settembre 2003