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Gli strilli della cattiva coscienza
di Franco Isman


Bondi, coordinatore di Forza Italia, parla di dichiarazioni «rivoltanti» dell'ex presidente della Camera. Il leader dell'UDC Marco Follini giudica «moralmente e politicamente inaccettabile attribuire al governo la colpa per l'attacco di Nassiriya»; Carlo Giovanardi, ministro, ritiene che Violante abbia usato argomenti «indegni»; il portavoce di AN Landolfi definisce «raccapriccianti» le dichiarazioni di Violante; per il leghista Calderoni sono «sconcertanti e mostruose». E si potrebbe continuare.

Ma cosa ha detto di così rivoltante, indegno, raccapricciante, sconcertante e mostruoso Luciano Violante? Una verità addirittura lapalissiana:
- se i nostri soldati non fossero stati mandati in Iraq non sarebbero morti;
- in Iraq ce li hanno mandati governo e maggioranza;
- ergo il governo è corresponsabile di quelle morti.

Da parte nostra aggiungiamo che i nostri soldati sono stati mandati in Iraq su mandato del Parlamento (per l'esattezza con la benevola astensione di una parte del centro sinistra, che quindi la sua parte di colpa ce l'ha) ma al solo scopo dichiarato di scortare le missioni umanitarie di aiuto alla popolazione. Di fatto il loro impiego è stato quello di collaborare alla occupazione militare del Paese, un paese aggredito unilateralmente da America e Gran Bretagna e ancora formalmente in guerra (vedasi la cronologia sul precedente articolo “Senza se e senza ma” ). E questo per decisione del governo, in violazione della delibera del Parlamento, in violazione della Costituzione che ripudia la guerra, senza alcun controllo diretto del loro impiego che avviene sotto l'esclusivo comando anglo-americano.

E adesso è di scena il bis con la proroga della missione militare italiana, mimetizzata assieme a quella delle missioni di “peace keeping”, questa volta senza la finzione degli aiuti umanitari, sempre senza alcun mandato dell'ONU ma all'esclusivo servizio degli anglo-americani. Il buon Rutelli condivide l'affermazione che i poveri iracheni non possono essere lasciati soli.

Ma non è giusto e santo opporsi con ogni mezzo legale a questo obbrobrio, come ci siamo opposti alla guerra? Senza se e senza ma, e senza valutazioni di opportunità politica. Ed affermare che i nostri soldati caduti, assieme ad altre vittime irachene incolpevoli, sono una tragica conseguenza della vergognosa politica avventuristica del nostro governo è una triste, tristissima verità e non significa certamente disprezzare il loro sacrificio. E' viceversa indegno e davvero una speculazione politica cercare di impedire che queste verità vengano affermate.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net

Nassiriya


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  23 febbraio 2004