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Donne di marzo
Il lungo difficile cammino delle donne
di Nella Grifoni


8 marzo

In occasione della ricorrenza dell'8 marzo l'assessorato alla Cultura del comune di Monza ha deciso di sottolineare l'importanza di questa data organizzando, per la prima volta, una serie di incontri con donne che a vario titolo si distinguono in ambito artistico, culturale, sociale.

Tema del primo incontro, fissato per il giorno 6 marzo alle ore 18 presso il Teatro Manzoni, “Il ruolo delle donne nei paesi devastati dalle guerre”. Ce ne parleranno Teresa Sarti presidente di Emergency, l'organizzazione umanitaria che si occupa delle vittime civili delle guerre nel mondo promuovendo una cultura di pace, e Lella Costa da vent'anni protagonista della scena teatrale, da sempre attenta osservatrice della condizione femminile.

Il 17 marzo alle ore 18 presso la Sala Maddalena sarà la volta di Laura Hoesch, avvocato, esperta in diritto della famiglia e del lavoro, che parlerà della separazione nelle coppie legittime e di fatto, tutela dei figli e procreazione assistita e di Lella Ravasi Bellocchio, analista junghiana, che ci illustrerà , in un'ottica tutta al femminile, il rapporto tra l'immagine cinematografica e le nostre immagini interne.

Gli incontri si concluderanno il 25 marzo alle ore 21, sempre presso la Sala Maddalena, con un'assemblea dei gruppi femminili e l'intervento di figure istituzionali monzesi. Tema dell'incontro, al quale partecipano Daniela Gasparini, sindaco di Cinisello Balsamo, e Arianna Censi sindaco di Locate Triulzi “Politiche femminili per Monza”.

Le origini dell' 8 marzo risalgono al 1908 quando, in questa data, le operaie dell'industria tessile Cotton di Chicago scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Per tutta risposta il proprietario, Mr. Johnson, bloccò le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire e vi appiccò il fuoco.
Le 129 operaie rimaste prigioniere morirono arse vive
Con il passare degli anni la data dell' 8 marzo assunse un'importanza mondiale divenendo il simbolo delle rivendicazioni femminili in merito al lavoro, alle condizioni sociali, contro le vessazioni subite dalle donne.

Anche in Italia durante e dopo la prima guerra mondiale si incominciò a celebrare la Giornata Internazionale della Donna.
Interrotta nel 1943 sotto il fascismo la celebrazione riprende durante la lotta di liberazione come giornata di mobilitazione delle donne contro la guerra, l'occupazione tedesca e la rivendicazione dei diritti femminili.
Nascono i gruppi di difesa della donna collegati al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) che daranno origine all'UDI (Unione Donne Italiane).
Nel 1946 l'UDI indice il primo 8 marzo nell'Italia libera. Ma il 1946 segna una tappa fondamentale nel lungo e difficile cammino delle donne italiane verso l'emancipazione: il 2 giugno si va alle urne per il referendum istituzionale. Per la prima volta il voto viene esteso alle donne.
A questa prima conquista ne fanno seguito altre come la legge sulla parità salariale del 1960, quella sul divorzio del 1970, la riforma del diritto di famiglia del 1975. E ancora la legge di parità del 1977, dove si passa dal concetto di tutela della donna lavoratrice al principio dei diritti di parità nel campo del lavoro, o quella sulla interruzione volontaria di gravidanza del 1978, tutte fortemente volute dai gruppi femministi e femminili per la prima volta uniti in nome del bene comune.

E' di questi giorni la battaglia sulla procreazione assistita che ancora una volta ha visto le sole parlamentari donne lottare in prima linea contro una legge penalizzante. Si tratta di una questione ancora aperta e talmente importante da essere scelta come tema di uno degli incontri.
II ruolo delle donne nei paesi devastati dalle guerre è, a sua volta, un argomento di tragica attualità. Nel buio di questi ultimi mesi sono riemersi fantasmi dell'inconscio con i quali speravamo di non doverci più confrontare: l'appartenenza a una razza, a un'etnia, a una religione come fonte di identità sicura. La violenza dell'odio e del possesso, l'arroganza della prevaricazione come unico mezzo per affrontare le problematiche del mondo.
Ancora una volta, come cinquant'anni fa, il contributo delle donne è di fondamentale importanza per ritrovare la strada della ragione, del buon senso, della convivenza civile, del rifiuto della guerra. Di tutte le guerre.

Nella Grifoni

8 marzo 2003 - una poesia di Manuela Faccani


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  3 marzo 2004