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Gli scioperi del marzo 1944
Dopo 60 anni non solo celebrazione ma ricerca storica
di Zelindo Giannoni


Augusto Colombo - deportati politici
Il 4 e 5 marzo a Sesto San Giovanni, il 60° anniversario degli scioperi del marzo 1944 è stato celebrato in forma solenne con la partecipazione del presidente della repubblica Carlo Azelio Ciampi, che si è recato sia in municipio che presso i capannoni della ex Marelli, ove si era radunata una moltitudine di cittadini che non avevano trovato posto nella sede comunale.
Una partecipazione, quella di Ciampi, con un intervento che ha sottolineato il contributo, anche in vite umane, dei lavoratori alla lotta antifascista: basti pensare che ben 300 furono i lavoratori deportati nei lager nazisti, dei quali solo 60 ebbero la fortuna di sopravvivere e di ritornare.
Oltre a questa presenza significativa che ha valorizzato la celebrazione dell'anniversario, estremamente importante è stata la decisione di svolgere nei due giorni citati un convegno di studi storici sul tema “L'Italia alla metà del XX secolo – Conflitto sociale resistenza costruzione di una democrazia”.
Il convegno indetto dall'ISEC (Istituto per la storia dell'età contemporanea ), il cui presidente è l'onorevole Gianni Cervetti, ha affrontato a livello scientifico, non solo il periodo 1943 – 1945, ma anche l'immediato dopoguerra, affrontando vari temi, tra i quali cito: “il ritorno degli ebrei”, “ la costituente”, “i gruppi dirigenti dell'industria privata”, “gli americani e le prospettive della ricostruzione”, “l'emigrazione nell'Italia del dopoguerra”.
I relatori hanno evidenziato con dati precisi come l'antifascismo e la resistenza siano stati sentimenti e patrimonio della maggioranza degli italiani e che essi non sono riconducibili solo alla lotta partigiana ma hanno interessato le popolazioni e forze militari.
In particolare è emerso il significato degli scioperi del 1944: i più grandi in Europa durante l'occupazione nazista con una forte impronta antifascista, non spontanei, ma organizzati e diretti dalle SAP (squadre di azione patriottica) che operavano nelle fabbriche e nelle città.
Le SAP, unica esperienza nel panorama resistenziale europeo, attraverso una originalità organizzativa hanno operato una attività propagandistica e di sostegno degli interessi dei lavoratori, inserendosi nelle dinamiche della conflittualità sociale, contribuendo al processo insurrezionale anche con azioni armate.
Gli scioperi hanno rappresentato una saldatura delle lotte operaie e contadine con la lotta partigiana, caratterizzando una specificità che nasceva in primo luogo dalle condizioni esistenziali di lavoro e di vita.
Il modo in cui è stato celebrato a Sesto San Giovanni questo 60° anniversario dimostra che la ricerca della verità storica in forma approfondita e scientifica è la migliore risposta ai tentativi revisionistici di riscrivere la storia: infatti non è stato un caso che a criticare e non condividere il convegno sia stata proprio Alleanza Nazionale.

Zelindo Giannoni


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  10 marzo 2004