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11 settembre
Giorno del Terrore, Giorno della Menzogna di Stato
di Michele Casiraghi


pinocchi di stato 

Quanta severità, generalmente, con le bugie dei bimbi, degli adulti, persino degli amanti clandestini, che pure si dedicano a produrre innocue acrobazie, solo metaforicamente missilistiche...
Quanta nonchalance, che signorile e prosaico distacco, invece,  con quelle dei capi di stato e degli uomini politici, quasi un certo tasso di propensione alla menzogna e all'ipocrisia fosse, in loro, non solo opportuno, ma perfino necessaria quintessenza di quell'attitudine all'inganno che, pudicamente,  transunstanziamo in alto e doloroso senso di responsabilità dello Stato...
In un mito indiano delle origini, le creature appena "sfornate"si ribellano all'artefice, minacciandolo e redarguendolo perchè dia loro un nome, poichè senza nome - dichiarano - "siamo condannate all'inesistenza all'oblio".

Due notevoli "creazioni" del nostro tempo non corrono davvero questo rischio.
Infatti, il  Dio che li ha nominati ha provveduto con saggezza preveggente a corredarli di nomi significativi: George Dabliu Bush, come recitano i cronisti compiaciuti di quel suono, e Tony Blair, diminutivo di Anthony, come leggiamo sui quotidiani.
Il nome è dunque tutto e, nei giochi delle assonanze linguistiche e semantiche,  fa brutti scherzi.
Dabliu sta per William, il diminutivo di William è Billy: "Billy il bugiardo" (Billy liar) - e qui il gioco è cinefilo - è un bel film di J. Schlesinger. Non so se Bush l'abbia visto, se non l'ha visto lo guardi:
il protagonista  infila una bugia dietro l'altra, impietosamente, per incapacità di decidere, orgoglio malinteso, poca propensione ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni disattente.
Bliar (Blair liar) - il gioco qui è vocale -  è il soprannome affibbiato al premier inglese dopo le sue stupefacenti performance comunicative sul tema iracheno.
Blair ha chiesto, lo sappiamo dalla BBC, dallo scienziato suicida e dal nostro buon senso, che gli fossero resi più persuasivi i rapporti dei servizi segreti, almeno abbastanza per poter individuare in Saddam il proprio bersaglio imminente. Certo, un giudice di corte - o un cortigiano, visto che se l'è scelto l'imputato stesso? - ha smentito la circostanza: sono i servizi, beninteso, ad aver questa naturale ed autonoma inclinazione verso chi li comanda, e dunque ad averlo tratto in inganno...

Scrive oggi Eric Lichtblau sul New York Times "Il presidente (Bush) chiese aiuto per trovare un qualche legame tra l'attentato alle torri gemelle dell'11 settembre e Irak". A chi?  Ovviamente a chi poteva fornirglielo: il consigliere antiterrorismo Richard Clarke. "Cercate dovunque - avrebbe detto Bush secondo Clarke - ma dimostratemi in qualche modo che Saddam  c'entra".
Detto, fatto: anche se Bush dichiara di non ricordare la circostanza e Condoleeza Rice - dal canto suo - sottolinea che Clarke cerca di sminuire, in tal modo, le proprie personali responsabilità di capo dell'antiterrorismo (salvo poi, la stessa Rice, invocare la tutela costituzionale per sottrarsi alle domande scomode della commissione d'inchiesta istituita ad hoc).
Bliar/Blair, dunque,  non è più solo nelle sue esercitazioni per ottenere rapporti riservati più adeguati alle proprie propensioni o corrispondenti alle proprie intuizioni.

Bugie. Dettagli? Sì, forse:  ma dettagli che hanno prodotto morte, aggiunto morte a morte, ucciso e storpiato migliaia di incolpevoli.
Poche vicende, in questi ultimi anni, hanno elevato la menzogna a (mala) arte di governo quanto quella irachena, riproponendoci sostanzialmente, in chiave occidentale e in modo ancora più sfrontato perché pubblico, gli artifici e i capolavori della disinformacja sovietica dei tempi d'oro.
Che accade ora di fronte a questa palese evidenza, che vien ben prima di ogni discussione nel merito dell'opportunità dell'intervento in Irak?
L'Occidente, aduso a ritenersi democratico per definizione, minimizza, sminuisce, glissa signorilmente, vorrebbe forse dimenticare: ci pensa il popolo spagnolo a tirar la meritata scoppola che rinfresca la memoria all'Internazionale del "scurdammoce 'o passato", sorprendendo
innanzitutto gli uomini di governo e i politici stessi.

Anche solo per questa semplicissima ragione l'11 settembre, se da una parte merita di esser ricordato come il Giorno del Terrorismo, poichè questi fa il suo ingresso nella scena mondiale al suo massimo (speriamo) potenziale, dall'altro dovrebbe esser dichiarato Giorno internazionale
della Menzogna di Stato.
A ricordo duraturo di quanto entrambi questi due fattori - Terrorismo e Menzogna di Stato - soprattutto se interagiscono, possano esser devastanti per il presente e il futuro degli esseri umani e delle democrazie civili.
Nello specifico, noi italiani, nel nostro piccolo, qualcosa sappiamo e abbiamo già dato, di strage in strage, di menzogna in menzogna...

Michele Casiraghi


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  29 marzo 2004