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... non facciamone degli eroi
di Franco Isman


Blackwater, propaganda 

Body Guards, guardaspalle, scorta, poliziotti privati, vigilantes, informatori, soldati di ventura, mercenari: i termini sono molti, ma anche le funzioni possono essere molto differenziate. Non sappiamo cosa esattamente facessero gli attuali ostaggi, e cosa facciano gli altri italiani in Iraq con analoghi e misteriosi compiti. Non lo sappiamo noi ma non lo sa neppure il nostro ambasciatore che insisteva con Valeria Castellani, rappresentante della "Dts security Llc" a Bagdad, assuntrice dei sequestrati, per farselo spiegare, come lei stessa racconta. Anzi, il nostro ambasciatore non sapeva neppure che questi poveracci fossero in Iraq e non ha idea di quanti altri ce ne possano essere.

Assoldati a Genova, e questo è illegale ed il reclutatore è stato incriminato, spediti in Iraq con la promessa di più o meno grassi guadagni esentasse, certamente con la consapevolezza che un certo rischio c'era, subappaltati ad una ditta americana, armati di tutto punto ed utilizzati per chissà quale compito. Lavoro nero ad alto rischio.

Questo esercito di ventura in Iraq è composto, pare, da 20.000 o 30.000 uomini, dai più addestrati (ex SAS britannici, teste di cuoio, commandos e chi più ne ha più ne metta) ai più modesti cultori di arti marziali o buttafuori nostrani. E' la nuova tendenza, il nuovo business, il liberismo e l'iniziativa privata anche nella guerra: lo stesso governatore americano Paul Bremer si fa scortare non dai marines ma dagli agenti della Blackwater.

Ma se i soldati regolari, con una precisa catena di comando e precise regole di ingaggio, spesso e volentieri eccedono nell'uso delle armi ed accoppano civili a decine, cosa non starà accadendo con questi mercenari quando operano in zona di guerriglia? Prima si spara, poi si guarda.

I nostri soldati sono stati inviati dal nostro governo ed è evidente che l'intera nazione è con loro, anche chi è duramente critico con l'operato del governo, e che ogni sforzo deve essere fatto per la loro salvaguardia, indipendentemente dal fatto che si tratta di volontari lautamente pagati, come ha voluto ricordare il nostro ineffabile presidente del Consiglio. Ma la presenza di cittadini italiani, impiegati in compiti paramilitari, in zona di guerriglia, al di fuori di qualsiasi controllo e addirittura conoscenza delle nostre autorità, è estremamente grave e gravido di funeste conseguenze per tutti.

Fabrizio Quattrocchi è stato assassinato in modo orribile. Pietà e rispetto, e solidarietà per la famiglia, senza riserve. Speriamo che la frase urlata da sotto il cappuccio che è stata riportata sia vera, perché se fosse un'invenzione di qualcuno sarebbe una cosa indegna.

Cerchiamo di riportare a casa gli altri, certamente, ma non facciamone degli eroi. E non dimentichiamo il gravissimo costo sopportato da tutto il Paese, paralizzato per giorni dal ricatto di una banda di assassini reso possibile dalla presenza clandestina dei nostri connazionali. E almeno i costi materiali dovrebbero essere addebitati alla ditta di cui erano dipendenti ed all'appaltatore americano.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net

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  18 aprile 2004