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Europee 2004: un appuntamento da non mancare
di Francesco Achille


Europa

Il 13 giugno si voterà per il rinnovo del Parlamento europeo.
Da sempre le elezioni europee sono state mal considerate dai cosiddetti politologi, ma ci sembra di rilevare che ultimamente hanno recuperato credibilità ed importanza.
I risultati delle passate elezioni hanno infatti dimostrato di saper anticipare qualcosa delle politiche successive e di saper offrire ad una attenta lettura spunti per prevedere il loro andamento. Non fosse altro che per questo, sono diventate credibili.
Purtroppo nel nostro paese non importa molto mandare al Parlamento europeo un deputato anziché un altro. Molti non sanno che quello che mangiamo, la provenienza, il modo di produrlo, eccetera, dipende in larga misura dalle decisioni del Parlamento europeo; e quindi eleggere una persona che vota, per esempio, a favore della introduzione della soja transgenica in Europa non è come eleggerne una che vota contro. Sono due cose ben diverse.
L'Europa non è ovviamente solo questo, è anche politica agricola, monetaria, sviluppo delle regioni povere, tutela dei consumatori, legislazioni quadro per i paesi aderenti, ecc.
Ma in Italia non si voterà per questo. Nel paese dei talk show, delle fictions e dei reality show, ma soprattutto nel paese di Berlusconi (e cioè nel paese controllato da lui per la parte che non è di sua mera proprietà), qui, insomma, si voterà ancora “per” o “contro” Berlusconi.
L'ha voluto lui, naturalmente. La cosa non può piacere ai suoi alleati che si sentono scavare la terra sotto i piedi, e lo fanno capire, ma quando la lotta si fa dura escono i duri, e nessun dubbio che Berlusconi sia un duro. Tre anni di governo della Casa delle (sue)Libertà ne hanno eroso in modo consistente il consenso elettorale. L'hanno dimostrato anche le recenti elezioni amministrative che per il partito del Cavaliere sono state una autentica frana. Ogni nuovo sondaggio è peggiore del precedente, e sembrerebbe facile pronosticare una cocente sconfitta per la CdL.
Ma, c'è sempre un ma, gli italiani, distratti da tante televisioni di qualità, andranno a votare secondo l'umore del giorno precedente. E Berlusconi, state certi, saprà condizionare quel giorno e quell'umore. Il paese sarà bombardato da spot elettorali personalizzati lanciati dalle sue televisioni (già oggi normalizzate in funzione elettorale), tramite i suoi giornali o i suoi manifesti elettorali che lo vedono, giovanissimo, sorriderci paterno.
Recenti sondaggi provano che le famiglie italiane non hanno più molto spazio da regalare alle ideologie.
Democrazia, lavoro, economia del paese, ambiente, risorse, terzomondo, guerre preventive, eccetera, sono problemi ormai bollenti fra le mani di tutti, anche fra quelle degli elettori di Berlusconi.
C'è bisogno di andare tutti a votare, e di votare bene.
Facciamogli capire come la pensiamo.

Francesco Achille

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di giugno de l'ARENGARIO stampato in occasione delle prossime elezioni


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  7 giugno 2004