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Le elezioni europee
Effetto Iraq ed effetto Onu
di Franco Isman



Parliamo di europee, per le amministrative il discorso è diverso, e lo vedremo a scrutini effettuati.
In Italia. Una notevole affluenza alle urne: il 73,1 per cento contro una media europea del 44 ed i paesi dell'Est sotto al 25.

Giannelli sul Corriere 
Berlusconi dal 29,8 per cento delle politiche del 2001 è sceso al 21 con una perdita secca di circa il 9, quasi di un terzo dei voti: un ripido scivolone anche se non proprio una rovinosa caduta.
Con la sua nota modestia però, Berlusconi si era posto un traguardo meno ambizioso: raggiungere il 25 per cento dei suffragi e cioè all'incirca quelli delle europee precedenti. Obiettivo fallito “alla grande”, se così si può dire per un record negativo.

Ma se Berlusconi piange l'Ulivo non ride, o ride soltanto un po', a denti stretti.
Innanzi tutto osserviamo che il sorpasso c'è stato: il centrosinistra ha sorpassato, sia pure di poco, il centro destra: 46 contro 45 con gran parte delle sezioni elettorali scrutinate. E questo è molto, moltissimo.
Uniti per l'Ulivo, il listone, il triciclo più la rotellina, o come vogliamo chiamarlo, ha avuto una buona affermazione raggiungendo quasi il 31,5 per cento rispetto al traguardo del 33 che si era posto, ed alle speranze più ambiziose non confessate, ma non ha sfondato: è arrivato in pratica alla somma dei voti dei partiti che lo compongono. Insomma l'effetto “Ulivo”, il plusvalore “Ulivo” non c'è stato.

E' difficile dire per cosa in particolare Berlusconi è stato “legnato”, c'è soltanto l'imbarazzo della scelta. Diciamo che molti si sono finalmente resi conto di quale sia in realtà il solo interesse di questo presidente, delle continue chiacchiere e fandonie raccontate, della disastrosa situazione che sta creando nel Paese.
Certamente anche l'indegna politica di vassallo degli USA in Iraq, in contrasto con gran parte dei Paesi europei, e del tragico tributo di sangue che ciò ha portato, ha avuto il suo peso. Ma l'effetto Iraq è stato certamente affievolito dal recente coinvolgimento dell'ONU che ha dato una legittimazione a posteriori, molto a posteriori, alla attuale occupazione. Bush ha dovuto, almeno formalmente, concedere molto, andando ad impetrare l'intervento dell'ONU, all'inizio sdegnosamente ignorato: per motivi elettoralistici suoi, per cercare di non perdere le elezioni presidenziali di novembre, certamente, ma i suoi interessi elettorali coincidevano con quelli del B piccolo, del nostro Berlusconi.

Ma l'effetto Iraq si è fatto sentire anche nell'area del centrosinistra.
Ricordate i milioni di persone in piazza e la fioritura incredibile delle bandiere arcobaleno alle finestre di tutta Italia nel febbraio dell'anno scorso? Ma questo movimento popolare, unico nella storia dell'Italia e del mondo, non è stato tenuto nella sua giusta considerazione dagli strateghi del centro sinistra, dai cagadubbi del se e del ma, da quelli che non hanno neppure avuto il coraggio di votare contro l'invio dei nostri soldati in Iraq, un mese prima che la guerra fosse ufficialmente dichiarata finita dal B grande, e hanno avuto la genialata di uscire dall'aula al momento del voto. Ebbene, questo, il popolo della pace non se lo è evidentemente dimenticato, e lo ha espresso, democraticamente, con il suo voto.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net


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  14 giugno 2004