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E venne l'anno del Toroc
di Michele Casiraghi
toroc
Cioè del comitato organizzatore dei Giochi olimpici invernali di Torino.
Perchè nessuno ne parla?  Eppure è adesso che bisognerebbe parlarne, perchè qui c'è un intreccio  di affari e interessi e politica (di destra e sinistra) caratterizzato da miliardi di denaro pubblico buttati, artifici legulei per render privato quel che è pubblico, obblighi - etici se non anche legali - di trasparenza mandati a farsi fottere con arroganza.
Ovviamente sulla stampa e sulla tv si sprecano gli articoli e le pubblicità redazionali esplicite o mascherate sugli impianti, le mirabolanti gare, le attese performance degli atleti...
Molto meno si parla di alcuni aspetti della vicenda che sono quantomeno dubbi: se ne parlerà dopo?
Vedremo: in Italia, allo sport si sacrifica tutto e persino Consorte e Fazio sono meno intoccabili di un qualsiasi calciatore famoso.

Un bilancio preventivo fasullo

Però qualcosa è accaduto. E' accaduto che venisse applicato, ad esempio, un ormai collaudato schema pur di portare a casa e render fruttifera (soprattutto per alcuni) la "commessa" giochi olimpici invernali: Toroc (Fondazione di carattere privato a partecipazione pubblica, in tal modo presuntamente o di fatto svincolata dal rispetto di parte delle procedure per l'assegnazione degli appalti e l'uso dei fondi); bilancio preventivo  ottimisticamente preciso: tanto sarebbe stato l'esborso pubblico, tanto quello privato delle aziende, tanto quello degli sponsor;   opere infrastrutturali di pubblica utilità, come sempre in queste operazioni , che sarebbero rimaste in dotazione alla collettività.
Peccato non sia stato così e lo si sappia da tempo, visto che il Toroc . straordinaria commistione di manageriato  sovente vicino alla Fiat  e all'imprenditoria torinese e di derivazione politica o pubblica - è stato l'anno scorso salvato dal fallimento solo dall'intervento governativo (Letta/Pescante), intervento  dubbiosamente attuabile anche alla luce di una legge del 2003 e che gli ha invece consentito di proseguire la sua opera.

Buchi pubblici, affari privati

Gli sponsor sono mancati, le aziende private sono in gran parte sparite (soppiantate da alcuni monopoli exstatali o dalla Regione), circolano voci che persino alcune delle opere costruite saranno probabilmente messe in vendita per ripianare i buchi di bilancio.
Badate che non si tratta di un buchino previsionale: ma di centinaia di miliardi di vecchie lire.
Badate, inoltre, che lo stesso Toroc - forse perchè ormai l'operazione è quasi finita e per consentirgli di attingere a piene mani a fondi pubblici - è stato trasformato di fatto in soggetto pubblico (Legge 31 marzo 2005, n. 43, Art.7-septies Interventi urgenti per i Giochi olimpici invernali "Torino 2006"."E' assegnato un contributo di 80 milioni di euro per l'anno 2005 ad una societa' a capitale interamente pubblico controllata da Sviluppo Italia S.p.a., al cui capitale sociale possono partecipare la regione Piemonte, la provincia di Torino ed il comune di Torino, direttamente o tramite societa' di cui detengono la totalita' del capitale sociale") - in modo tale che anche altri eventuali buchi che dovessero emergere a consuntivo se li accolleranno in sostanza le finanze pubbliche, statali o locali.
Eppure la vicenda passa in secondo piano, dal punto di vista dei media e della critica economico - politica,  forse perchè si tratta di spremere quel che è ancora spremibile dai giochi stessi, per ridurre il danno.


Un giochino bipartizan che si ripete
Potrei anche capirlo, se il giochino non si ripetesse cogliendo a pretesto diverse manifestazioni "sportive", e cercherà ancora di ripetersi con una sua specificità tutta mediterranea (vedi Olimpiadi in Grecia).
In fondo, su scala ridotta, è il modello Tav e Ponte di Messina, dei quali non mi scandalizza l'eventuale realizzazione se tecnicamente possibile e utile, ma gli approssimativi e illusori modelli economici  e di individuazione dei benefici e dei costi  (in previsione privati, poi sempre quasi totalmente pubblici).
Finite le gare, messo sugli altari questo o quell'atleta, scoppierà il bubbone?
Non credo, se l'informazione non aiuta: come nel caso delle scalate bancarie anche lì non sarà certo trascurato il fatto - che invece dovrebbe fare incavolare ancora di più - che a concorrere allo sperpero sono state, in buona parte, anche le istituzioni locali a conduzione centrosinistra, in compagnia e continuità con alcune di centrodestra.
Certo: abilmente precostituendosi l'alibi politico che si trattava di affari condotti da una società di natura privatistica, quindi per sua stessa essenza poco controllabile. Alibi però destinato a esser duramente scosso proprio dall'inglobazione dentro Sviluppo Italia Spa e dalla natura essenzialmente pubblica delle risorse.
E' troppo, allora,  dire che è un alibi che non regge più molto, se mai ha retto? E che dimostra come l'affarismo spericolato anche ammesso  non venga promosso dalla politica spesso neppure viene osteggiato a sufficienza, costituendosi invece,di fatto, in modello operativo?
A piè di lista, tanto, pagano i cittadini, mentre presidenti regionali, assessori, sindaci, manager e quant'altro continuano le loro carriere.

Vedi anche...
Ulteriori informazioni  le trovate all'indirizzo http://nolimpiadi.8m.com/organizza.html.
 e in termini di trasparenza vedere ; http://nolimpiadi.8m.com/accessoatti.html
dove si documenta anche come gli atti relativi all'attività del Toroc siano stati di fatto secretati di fronte all'opinione pubblica.
Certo, si tratta di affermazioni del comitato che aveva sostenuto che i gochi  non si dovessero fare e dunque da leggere attentamente e con spirito critico: è una sorta di controparte del Toroc.
Tuttavia, se la fonte dell'informazione non vi pare credibile, approfondite i temi e problemi suggeriti e troverete le probabili ragioni di tanto silenzio mediatico sugli aspetti economico-politic della vicenda.
Leggete ad esempio l'elenco dei dirigenti e dei componenti il consiglio di amministrazione (personalità pubbliche e private) e scaricate anche il documento ufficiale della presidenza del consiglio dei ministri (Prodi) nel quale si conferma al Comitato olimpico internazionale sia l'ovvia erogazione dei fondi previsti come necessari (1091 miliardi di lire) sia degli eventuali esborsi eccedenti (in pratica una assicurazione alla libertà di sballare i bilanci..).
A mio parere, bastano a spiegare il silenzio - almeno quello attuale - sull'ennesimo danno perpetrato nei confronti della comunità, seguendo in buona parte regole che sembrano dare una parvenza di legalità - e magari persino la danno sostanzialmente con artifici legulei - all'azione di un mix di "furbi" e/o sprovveduti.

Michele Casiraghi


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  12 gennaio 2006