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Il giorno dell'Oblio
di Franco Isman


John Martin

Negli ultimi anni il Parlamento ha deliberato l'istituzione del Giorno della Memoria e, successivamente di quello del Ricordo.
Il 25 aprile invece si celebra la Liberazione, secondo la destra però è opportuno sorvolare da che cosa ci si è liberati: parlare del nazifascismo, di quello che nazisti e fascisti hanno fatto, della guerra, delle deportazioni, del genocidio, può contribuire a mantenere risentimenti che, nello spirito della pacificazione e della concordia nazionale, non devono sussistere.
C'è stata la Liberazione, ne siamo tutti felici e contenti e la liberazione, ottenuta con grandi sacrifici di tutti, e tutti i caduti meritano onore, ci ha portato la libertà e la democrazia di cui oggi godiamo, tanta democrazia che ce ne avanza anche da esportare. Questo si può dire.

Invece la sinistra vuole appropriarsi della Resistenza, sostiene che la Repubblica è nata da lì, che l'Assemblea Costituente, composta da tutti i partiti, discende anch'essa dalla Resistenza e che, udite, udite, perfino la Costituzione trova in essa le sue fondamenta.
Quando poi l'ANPI (Associazione nazionale partigiani d'Italia) strilla che l'attuale riforma, che modifica ben 55 articoli della Costituzione, stravolge delicatissimi equilibri fra i poteri dello Stato e lascia intravedere gravissimi pericoli di evoluzione antidemocratica, compie una bieca e strumentale politica.
“Il 25 aprile trasformato in festival dell'Unità” titola a tutta pagina il Giornale. E l'ineffabile Casini dichiara: “irresponsabile usare questa festa per dividere il Paese”.

E allora una proposta: lasciamo al 25 aprile la sua giusta funzione di festa della Liberazione, con tutto quello che ciò non può non comportare, ed istituiamo un'ulteriore festività nazionale: il Giorno dell'Oblio.
E in questo giorno saremo davvero tutti uguali e tutti ci vorremo bene: Cappuccetto rosso uscirà a braccetto con Ignazio La Russa, D'Alema porterà in barca Mitrokin, il Papa uscirà con il pastore tedesco, l'autonomo con l'ambasciatore d'Israele, il ministro Castelli con Vladimir Luxuria e magari anch'io andrò a prendere un Campari con il Berlusca.

Ma gli altri giorni, perbacco, lasciateci dare del fascista a chi fascista è ancora nell'anima e nelle manifestazioni, lasciateci combattere le pulsioni golpiste di Berlusconi e non obbligateci a strani contorsionismi per arrivare a tutti i costi a soluzioni condivise e bipartisan.

Franco Isman


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  26 aprile 2006