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Sciopero e serrata
di Franco Isman


farmacia    farmacia in serrata

Meraviglia come ormai tutti i giornali usino il termine sciopero per indicare una azione che in realtà non è affatto tale ed usarlo è anzi fuorviante.
“Sciopero” infatti sta a significare l'astensione dal lavoro di un lavoratore dipendente, pubblico o privato, ed è tutelato in primo luogo dalla Costituzione che ne sancisce il diritto “nell'ambito delle leggi che lo regolano”, leggi spesso e per lungo tempo carenti ma comunque esistenti, in particolare quando gli scioperi interessano i pubblici servizi.

L'azione dei farmacisti è tutt'altra cosa: sono i proprietari delle farmacie che ne decidono la chiusura, non i lavoratori dipendenti. Si chiama “serrata”, è diretta a tutelare gli interessi della proprietà o, come nel caso di cui trattasi, di categoria o di lobby, non è considerata nella Costituzione anche se, con l'abolizione dell'ordinamento corporativo fascista, non è di per sé reato. Diventa tale se ed in quanto, come in questo caso, viene a configurare l'interruzione di un pubblico servizio.
E i dipendenti delle farmacie? La gran parte sarà costretta a delle giornate di ferie non volute mentre per quelli con contratti atipici saranno giornate non retribuite: bello ed istruttivo.

E questo vale per il cosiddetto sciopero dei benzinai che ogni tanto viene proclamato, per i notai, per i tassisti, tutti padroncini, ed in generale per tutte le diverse categorie professionali toccate dalla legge Bersani.

Franco Isman


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  28 luglio 2006