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Tentato golpe o fantapolitica ?
“Uccidete la democrazia!” il film di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani
di Franco Isman


una scena del film

La tesi è suggestiva, specie per chi ha sempre ritenuto Berlusconi il contrario di un democratico.
Si basa su alcune vistose anomalie verificatesi nel corso delle ultime elezioni.
Innanzi tutto il crollo delle schede bianche verificatosi in modo pressoché uniforme in tutte le regioni d'Italia: da 1.692.000, pari al 4,2 per cento nel 2001 (nel proporzionale alla Camera) alle attuali 445.000, pari allo 1,13 per cento. Ma vi sono punte vistose: a Benevento si è passati addirittura dal 10,4 al 2,1 per cento.
E a questa diminuzione, non prevista negli exit polls, corrisponde un analogo incremento dei voti della CdL, anch'esso assolutamente imprevisto.
Poi l'arresto ad un certo punto della comunicazione dei risultati da parte del Viminale e la contestuale e del tutto anomala visita di Pisanu, ministro degli Interni, a Berlusconi.
Infine la ridda di indiscrezioni e di voci di varia fonte, riportate da “Gola profonda”, nel film rappresentato al meglio da Elio De Capitani, il Caimano di Moretti.
Aggiungasi la dimostrazione della semplicità con la quale un modestissimo programma informatico è in grado di trasformare le schede bianche in voti a favore di un voluto schieramento durante la trasmissione elettronica dei risultati dalla periferia al centro.

Peccato per questa tesi, ma fortunatamente in realtà, che il sistema di scrutinio vigente in Italia sia interamente decentrato e totalmente basato sulle schede cartacee e che la trasmissione dei dati provvisori al Viminale avvenga a mezzo fax e telefono, come lo stesso Deaglio ci dice.
Il sistema elettronico di conteggio dei voti, ma non della votazione, sperimentato in alcune regioni (Liguria, Lazio, Puglia e Sardegna) ed appaltato ad una ditta americana del tutto inaffidabile non aveva alcun valore legale essendo comunque validi i risultati ottenuti con gli scrutini manuali delle schede cartacee. Scrutini che, a norma di legge, sono stati effettuati come per il passato in ciascun seggio elettorale da parte di presidente e scrutatori, alla presenza dei rappresentanti di lista. Brogli sono comunque possibili ma soltanto in questa sede ed evidentemente non generalizzati.

Non essendoci alcuna trasmissione elettronica dei dati è di tutta evidenza che non esiste possibilità di brogli elettronici, l'ipotesi di Deaglio rimane quindi confinata nella fantapolitica. Da notare che i dati comunicati dal Viminale nella notte del 10-11 aprile sono poi stati confermati dalla Cassazione cui spetta questo compito.
Non si capisce a cosa possa servire il riconto delle schede bianche, basterebbe che venissero pubblicati i dati risultanti dai verbali di ciascuna delle 60.000 sezioni, cosa che, abbastanza misteriosamente, come osserva il film, non è stata fin qui fatta. Aggiungiamo che una verifica per campione può essere fatta da chiunque: ogni comune è in possesso dei risultati, schede bianche comprese, delle proprie sezioni elettorali, basta andare a vedere. Per esempio andiamo a controllare se davvero a Benevento si è passati dal 10,4 per cento di bianche del 2001 al 2,1.
Alcune reazioni di politici di entrambi gli schieramenti sembrano soltanto strumentali: “dopo l'inchiesta di Deaglio, deve essere fugato ogni dubbio” dice il segretario dei DS Piero Fassino; “qualche interrogativo su brogli elettorali me lo sono posto anch'io, il crollo delle schede bianche è sorprendente” ribadisce Silvio Sircana, portavoce di Prodi; “Berlusconi è capace di tutto” afferma Diliberto, segretario dei Comunisti italiani; “ma vi sembra possibile che uno faccia dei brogli per perdere per 27000 voti?” ironizza Giulio Tremonti e Gianfranco Fini chiede a questo punto di “ricontare tutte le schede”.

Ma perché allora questo crollo della percentuale delle schede bianche, in tutta Italia per di più ? Le risposte possono essere diverse: la generica e qualunquista protesta da esse rappresentata è stata superata dalla paura delle tasse, sapientemente instillata da Berlusconi nel subconscio forse di tutti; si trattava di fatto quasi di un referendum pro o contro Berlusconi; la scheda, con il sistema elettorale “porcata” di Calderoli era estremamente semplice da compilare: una sola croce; il raffronto con il 2005 è stato fatto con le schede relative alla parte proporzionale per la Camera, il 25 per cento dei seggi, e queste schede erano estremamente complicate con una dozzina di partiti con le relative preferenze, non ci sono invece stati forniti i dati relativi alle schede bianche nella parte maggioritaria con cui erano stati eletti il 75 per cento dei deputati.

A parte tutto questo, che dire del film?
Gola profonda ci racconta delle intenzioni di uno sconvolto Berlusconi, asserragliato a palazzo Grazioli, di emettere un decreto legge, approvato immediatamente dal consiglio dei ministri, che in considerazione del limitatissimo scarto di voti sospendesse la proclamazione dei risultati, un vero e proprio golpe; ma il Quirinale fece sapere che era assolutamente impensabile e che mai avrebbe sottoscritto un simile provvedimento.
Alcuni episodi “ci azzeccano” poco, ma sono comunque estremamente istruttivi: struggenti e suggestivi come la strage di Portella della Ginestra del 1° maggio 1947, con scene (in bianco e nero) del film di Francesco Rosi e la commemorazione di quest'anno; o sconvolgenti, come il comizio di chiusura al Pantheon di Berlusconi, con i nazifascisti di Fiamma Tricolore perfettamente integrati con gli altri supporter di Forza Italia e il leader, novello duce, che arringa la folla:

“Volete essere governati, volete affidare il vostro futuro a chi è stato complice della peggiore tirannia che la storia ricordi?” Nooo! Muggisce la folla. “Non ho sentito bene…” Nooo!
“Volete essere governati da chi ha avuto come idoli Stalin, Lenin, Mao Tse Tung? … da chi ha sposato l'ideologia comunista? ... dal partito del NO? … dalle toghe rosse? … da chi odia tutto ciò che noi amiamo? … Volete insomma consegnare l'Italia nelle mani di Caruso, di Lussuria, di Violante, dei comunisti?” E ad ogni domanda l'urlo sempre più eccitato della folla, e la soddisfazione e il compiacimento sul volto di Berlusconi. E Maroni sul palco che salta per dimostrare che lui non è non so cosa. E Fini e Casini che, alla fine del comizio, si stringono tutti soddisfatti al loro piccolo duce.

Nella locandina che presenta il film, c'è scritto: «Non importa chi vota, ma chi conta i voti». E' quello che succede sempre più spesso in America con il voto elettronico, e Deaglio aggiunge: “abbiamo scelto (questo slogan) perché ci sembra un tema molto pratico. È il problema attuale delle democrazie ed è soprattutto il problema futuro di questa istituzione”.

Resta il fatto che “Uccidete la democrazia”, che ha la pretesa di essere una circostanziata denuncia, è nella sua parte principale, fantapolitica e rappresenta un clamoroso autogol per tutto lo schieramento di centrosinistra. Deaglio suggerisce: ”Se volete mettere una scritta su una maglietta bianca, consigliamo: «Abuse of power comes as no surprise», che si traduce in vari modi ma anche con «attenti al lupo».” Ma a forza di gridare attenti al lupo si rischia che quando il lupo arriva davvero non si venga creduti.

Franco Isman


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  26 novembre 2006