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Segni di speranza
di Edo Melzi


Sono rimasto molto colpito dalle riflessioni proposte da Massimo D'Alema durante la bella trasmissione condotta da Fabio Fazio “Che tempo che fa”.
Nel corso dell'intervista il ministro degli esteri argomentava sulla necessità di non lasciare nulla d'intentato per pervenire finalmente ad una pace degna di questo nome fra Israeliani e Palestinesi.
Impresa quanto mai ardua e più volte costellata da fallimenti e delusioni.
D'Alema ha citato la frase di un noto scrittore israeliano secondo il quale l'impresa della pace risulta quasi proibitiva perché non ci si trova davanti ad “un torto e una ragione” bensì a “due ragioni”, il che rende molto più complessa la ricerca di una soluzione.
Ma dove la diplomazia e le pur doverose strategie politiche sembrano segnare il passo ecco comparire scelte audaci e creative che segnano una straordinaria inversione di tendenza: il cardinale Martini, da tempo stabilitosi a Gerusalemme, organizza incontri nel segno del dialogo fra Israeliani e Palestinesi che hanno avuto un familiare ucciso nel conflitto.
Da un dolore che è difficile anche solo immaginare scaturisce la volontà di non arrendersi.
E la voglia di pace riprende vigore.

Edo Melzi


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  5 dicembre 2006