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La percezione dei prezzi
JLV

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Ognuno ha la sua personale sensibilità, per quel che mi riguarda ho sempre considerato l'Indice ISTAT con la “I” maiuscola, quasi un dogma, ho sempre chiuso gli occhi ai sintomi contrari ed a quanto da più parti si diceva sulla continua levitazione dei prezzi.
Un mio amico, con convinzioni, guarda caso, molto vicine alle mie, ha come termine di confronto il prezzo del Campari al suo bar preferito, e siccome questo, dopo uno sbalzo iniziale nel 2002 da 5000 lire a 3 euro (al posto dei 2,58 corrispondenti al cambio), è rimasto fisso a questa cifra, si è cullato in questa illusione di prezzi se non stabili almeno crescenti molto lentamente.
In realtà mi rendevo conto che così non era e che era vicino al vero, almeno per qualche categoria di prodotti, chi affermava che adesso si paga un euro quello che prima costava mille lire. Ma gli stipendi non hanno questa dinamica e le pensioni men che meno.

Un primo colpo alle mie convinzioni è stato dato dalla incredibile affermazione del direttore generale dell'ISTAT che l'inflazione reale per i prodotti “ad alta frequenza d'acquisto” come gli alimentari, i tabacchi, i carburanti, i ristoranti, le bollette energetiche, è molto più alta del tasso ufficiale e naviga verso il cinque per cento, gulp.
Ma la mazzata alle mie beate illusioni è arrivata ieri quando sono andato a comperare in un negozio specializzato un frigorifero per mia madre, donna Pija La Volpe: 319 euro + 22 di trasporto + 10 per portare alle discariche quello vecchio, 351 euro in totale. Nel settembre 2006, esattamente un anno e mezzo fa, quando il frigorifero di donna Pija si era bloccato una prima volta, lo stesso frigorifero costava 269 + 20 + 6 = 295 euro: un aumento del 19 per cento in un anno e mezzo !

Stretta è la foglia, larga la via…

JLV

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  14 marzo 2008