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Berlusconi
Franco Isman

L'uomo crede sempre quello che vuole credere, anche chi ha l'età di Matusalemme non pensa di poter morire da un momento all'altro. E per quanto uno possa essere menomato, vuole comunque continuare a vivere.
Soltanto tenendo presente questo insopprimibile istinto di sopravvivenza si può capire come ci si possa, o voglia, illudere che Berlusconi sia cambiato e che sia quello che vuol far credere di essere.
Berlusconi è Berlusconi, ed è meglio non entrare in soverchi particolari. O non abbiamo forse avuto tempo e modo di vederlo alla prova e di toccare con mano di cosa sia capace? Montanelli purtroppo su questo ha avuto torto: diceva che avere Berlusconi al governo sarebbe stato utile, una vaccinazione che sarebbe servita per il futuro. Ma la vaccinazione ha fatto cilecca; contro lo strapotere della televisione nemmeno i vaccini possono nulla.
E Berlusconi ce l'abbiamo ancora, più trionfante, più potente e più incantatore che mai.
Per fortuna sua, ma in fondo anche nostra, ormai ha risolto quasi tutti i suoi gravissimi problemi con la legge: niente falso in bilancio, non esiste nemmeno più, niente corruzione dei giudici, un reato di una gravità inaudita che fa crollare qualsiasi possibilità di giustizia, nessuna collusione, l'intimità con condannati per mafia non ha alcuna rilevanza, e via discorrendo. Nessun problema economico: la sua carriera politica era iniziata con un'azienda sull'orlo del fallimento ed ora ha moltiplicato enne volte i suoi utili, nessuna possibile concorrenza, perfino nella causa contro Europa7, scippata delle frequenze che le spettavano a favore di Rete Quattro, lo stato si è messo dalla sua parte.

Ma qualcuno pensa che Berlusconi, pago di tutto ciò, ormai lavori per la sua immagine nella storia? Berlusconi vuole diventare Presidente della Repubblica e di una repubblica trasformata in senso presidenzialistico, e non avrà la pazienza di aspettare che passino i cinque anni della legislatura e che termini il mandato dell'attuale Presidente. Epperbacco, già gli è sfuggito il traguardo nell'aprile del 2006 per soli 24.000 voti ed è incredibile, e in fondo ammirevole, che non sia schiattato dalla rabbia allora.
Ma per fare ciò si deve modificare la Costituzione, Costituzione criminalmente lasciata in balia della maggioranza numerica del Parlamento, come in balia della stessa maggioranza è l'elezione del Capo dello Stato. Sto parlando, naturalmente, della mancata modifica degli articoli 83 (Elezione del Presidente) e 138 (Revisione della Costituzione) che costituivano una garanzia in regime di elezioni con il sistema proporzionale e rappresentano invece un vero tradimento di quanto voluto dai Padri costituenti in regime maggioritario.

All'ultimo tentativo della maggioranza di centrodestra, come era allora, perché ora è destra pura, di stravolgere la Costituzione, si è potuto opporre il referendum costituzionale che, a larghissima maggioranza, ha bocciato questa revisione.
Dopo il trionfo di Berlusconi ho perfino pensato ad un suo possibile tentativo di colpo di stato attuato con una modifica costituzionale sottratta al referendum popolare per evitare che questo la annullasse un'altra volta.
Ma ora non penso più di dover morire sulle barricate per oppormi al colpo di stato, ho il fortissimo timore che Veltroni, al dunque, accetti di fatto una modifica costituzionale autoritaria di tal genere e che, con tale avallo, più o meno esplicito o anche soltanto tacito, il PD tagli l'erba sotto i piedi di chi volesse nuovamente ricorrere al referendum per opporvisi.

Tempo tre anni, avremo quindi una nuova legge fondamentale dello Stato, tagliata su misura del Nostro, legge che si dimenticherà di promanare dalla Resistenza, non avremo nessuna possibilità di opporci e subito dopo la sua promulgazione saranno chieste le dimissioni del Presidente, eletto con le vecchie e superate norme, ed il Nostro assurgerà al soglio. Ormai non resta che sperare nella Divina Provvidenza.

Franco Isman


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Giuseppe Pizzi
May 17, 2008 10:46 PM

Anch'io, come Franco Isman, faccio parte di quella che Montanelli e Prezzolini chiamavano la
Congrega degli Apoti, di quelli che «non la bevono». Il sorriso a 36 denti del Berlusconi di oggi non mi fa dimenticare il ghigno del Berlusconi di ieri, quello con cui dava del kapò a Shultz, del criminale a Biagi, del disturbato mentale ai giudici, della spia a Prodi (dossier Mitrokhin), del coglione a chi non votava per lui.

Del resto, chiedersi quale sia il vero Berlusconi, quello accomodante di oggi o quello truculento di ieri ha poco senso, Berlusconi è l'uno e l'altro, è quello che gli conviene di essere. Se oggi non gli conviene più quel che gli conveniva ieri, un voltafaccia o una smentita per lui non sono mai stati un problema. Lo ha fatto senza imbarazzo innumerevoli volte, e lo farà ancora. Lo sanno i suoi avversari e lo sanno benissimo anche i suoi sostenitori, che sono in maggioranza e, se vogliamo, la vera questione che non si può ignorare è proprio questa, che alla maggioranza degli italiani piace così com'è, tanto è vero che è la terza volta che vince le elezioni.

Franco sospetta che il nuovo look dialogante di Berlusconi sia strumentale, che serva solo ad ottenere l'assenso del PD di Veltroni ad una svolta autoritaria e presidenzialista sottratta al giudizio di un referendum popolare, e lamenta che in tal modo gli sarà negata perfino la soddisfazione di opporsi, di morire sulle barricate.
Stiamo a vedere, il dialogo obbliga ad ascoltare e assecondare anche chi la pensa diversamente, talvolta su materie così delicate che non c'è convenienza a farne oggetto di discussione. E' a quel punto che vedremo se continuerà a sorridere.

G. Pizzi



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  15 maggio 2008