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I G8, Agnoletto, i Black bloc e la polizia
di Franco Isman

I gi-otto

Nessun dubbio sul diritto pieno dei rappresentanti delle Nazioni industrializzate, democraticamente eletti, a riunirsi per discutere dei comuni problemi. Questo non significa decidere da soli le sorti del Mondo. Dove, quando e in che modo è solamente una questione di opportunità: non è per esempio opportuno discutere della fame nel mondo mangiando cibi super lussuriosi (vedi, per curiosità, "Menù ghiotto per i gi-otto").

La scelta di Genova, dopo altre importanti città in tutto il mondo, è stata fortemente voluta dai precedenti governi di centrosinistra, si potrà, si dovrà discuterne, ma contestarla adesso non mi sembra il massimo della coerenza.

Gli anti globalizzazione

I movimenti che contestano la "globalizzazione", la politica di dominio del Nord del Mondo e lo sfruttamento del Sud, sono innumerevoli, e vanno da quelli della sinistra a quelli verdi, a quelli cattolici, passando per i sindacati, la Lila (Lega Italiana Lotta Aids), i "Medici senza frontiere", gli scout.

Innumerevoli le personalità che sono su queste posizioni, il Papa in primis (anche se sulla politica della Chiesa ci sarebbe molto da dire e da ridire).

Innumerevoli sono le ragioni degli anti globalizzazione, innumerevoli i torti delle Nazioni industrializzate, ma ancor più delle multinazionali che molto spesso determinano le politiche nazionali.
Il costo assurdo dei medicinali contro l'Aids e le malattie infettive, che impediscono di fatto qualsiasi possibilità di intervento medico nei Paesi poveri (37 milioni di persone affette da Hiv - Aids, 15 milioni di morti all'anno).
Le carestie e la fame che provocano altri milioni di morti.
Il debito che strangola i paesi in via di sviluppo con interessi assurdi, e quando si parla di remissione dei debiti si intende di una minima parte del totale.
Lo sfruttamento del lavoro minorile, dei bambini addirittura, spesso in condizioni di semi schiavitù.
La vendita di armi e di mine antiuomo, in cui l'Italia vantava un triste primato.
L'appoggio a classi di governo corrotte e spesso sanguinarie.

Le azioni e le contestazioni degli anti globalizzazione, e del cosiddetto "popolo di Seattle" in particolare, hanno avuto il grande merito di portare questi problemi all'attenzione dei governi, ma anche della gente comune. Non è certo per generazione spontanea che a quest'ultimo vertice sono stati invitati Kofi Annan ed i governanti di alcune Nazioni in via di sviluppo ed è stato previsto un primo intervento contro l'Aids nel Mondo.

Il Genoa Social Forum e il suo portavoce Vittorio Agnoletto

Penso sia importante leggere le risposte che Vittorio Agnoletto ha dato al nostro Sandro Invidia il 24 giugno scorso (Intervista a Vittorio Agnoletto).

        Voi di che "armi" vi state dotando per contrastare i G8?
"Noi non ci doteremo di nessun'arma. Le armi e la guerra fanno parte di una cultura e di una pratica che è assolutamente estranea al Genoa Social Forum. Il GSF parteciperà ed indirà solamente manifestazioni pacifiche e non violente, ovviamente anche attraverso la disobbedienza civile. Avremo unicamente strumenti di difesa, perché ovviamente non vogliamo soffocare per eventuali gas lacrimogeni né dover tornare a casa pieni di lividi in tutto il corpo. Ma abbiamo già dichiarato solennemente il totale rispetto della città e il rifiuto di qualunque pratica di attacco e di violenza."
        Ma entrerete nella "zona rossa"?
"Qualcuno del GSF - perché il GSF ha anime differenti - tenterà di entrare nella zona rossa senza strumenti di violenza, unicamente con il proprio corpo e con strumenti di difesa del proprio corpo."

A me sembra che qui sia detto tutto, e il contrario di tutto. Che qui stia il nocciolo del problema. A me non sembra che si potesse neppure pensare di entrare nella zona rossa, barricata e fortemente presidiata, in modo non violento; il dirlo, il volerlo far credere rappresentava una mistificazione. D'altra parte le cosiddette "tute bianche", ed il loro capo Luca Casarini per loro, avevano esplicitamente dichiarato di voler portare la guerra a Genova, ed agli scontri di piazza si erano anche ufficialmente esercitate.

Anti global

A mio parere il grave, gravissimo torto del GSF, e di Agnoletto in particolare, è quello di aver accettato nell'ambito di una organizzazione certamente pacifista anche delle frange violente (anche se non i Black bloc) chiudendo gli occhi di fronte a quanto ciò non poteva non significare.
Non si può fare una manifestazione pacifica assieme a chi dichiara di voler attaccare le barriere e sfondare i cordoni di polizia, in questo modo si mandano allo sbaraglio decine o addirittura centinaia di migliaia di giovani, e di non giovani, che altro non volevano che manifestare pacificamente il loro dissenso.

Assenti o evanescenti i collegamenti ed il servizio d'ordine; qualche coraggioso ha tentato di intervenire contro i neri che spaccavano tutto ma è stato brutalmente sprangato e non c'è stata una reazione di massa.

I Black bloc

Black bloc

foto AP

Abbiamo imparato un nuovo termine.
Credo che una larghissima maggioranza sia convinta che si tratti di teppisti della peggior specie, che la lotta alla globalizzazione non sia che una scusa per il gusto di spaccare tutto, che non vi sia differenza con i teppisti cosiddetti tifosi che alla domenica devastano stadi, città e mezzi di trasporto al loro passaggio.
Organizzati, efficienti, con una perfetta conoscenza dei luoghi.
Aleggia una domanda: siamo sicuri che si tratti solamente di gruppi spontanei senza nessuno che li finanzi e li manovri?

Le forze dell'ordine

Una premessa. Il governo Berlusconi è in carica da meno di due mesi, il capo della polizia ed il comandante generale dell'arma dei carabinieri sono stati nominati dai governi di centrosinistra, con l'avallo del Polo, e sono di sicura fede democratica.
Non sembra ipotizzabile un intervento esplicito del governo per imporre determinate scelte di ordine pubblico al di fuori della legalità, come potrebbero essere la complicità o la tolleranza verso le truppe nere e la repressione violenta dei pacifici.

Eppure i neri si sono prima preparati tranquillamente alla battaglia, si sono infiltrati senza opposizioni della polizia nei cortei, hanno devastato e saccheggiato tutto al loro passaggio, praticamente indisturbati.
Le forze dell'ordine (anche guardie di finanza e forestali !) hanno reagito essenzialmente alle sassaiole (pericolosissime trattandosi di cubetti di porfido) delle tute nere, ma soprattutto di quelle bianche, con abbondanti lanci di lacrimogeni, con caroselli degli automezzi e con cariche indiscriminate che hanno coinvolto migliaia di giovani inermi e pacifici. Si sono visti pestaggi selvaggi con cinque o sei agenti che si accanivano a manganellate e calci su un singolo manifestante a terra.
Si sono visti anche agenti feriti, si è visto l'assalto ad un pulmino dei carabinieri bloccato in mezzo alla piazza e quello terribile alla camionetta, sempre dei carabinieri, con il tragico epilogo che tutti sappiamo.

Qualcuno parla di azioni deliberate di repressione della manifestazione pacifica e di complicità con i neri che sarebbero stati addirittura sospinti dentro al corteo per poterlo poi attaccare. Ma anche senza arrivare a queste ipotesi estreme, risulta evidente la totale incapacità delle forze dell'ordine di circoscrivere ed isolare i violenti e, di conseguenza, di reprimere solamente le loro azioni vandaliche.

Ultimo, ma di una gravità estrema, l'assalto notturno alla scuola, perché di assalto e non di perquisizione si deve parlare, con le violenze e le violazioni costituzionali che tutti sappiamo. Il presidente del Consiglio non ne sapeva nulla, il ministro degli Interni neppure, ma tutti approvano ed assolvono.

E i "servizi"? In passato il loro motto era: "usi a servir deviando"; nello specifico non sembra si siano coperti di gloria ma non abbiamo elementi concreti di giudizio.
Certo molte domande: ma come hanno fatto ad entrare in città i neri, come hanno fatto ad armarsi, come è possibile che il camion con le armi, pur filmato dall'elicottero, abbia potuto allontanarsi indisturbato?

Il ragazzo morto.

Tragedia, dolore: certamente; rispetto e solidarietà per i genitori: senza dubbio. Ma cerchiamo di non strumentalizzare.
Domanda: se l'estintore fosse stato lanciato ed avesse colpito il carabiniere, poteva ucciderlo? Si. E, detto questo, non sembra possano sussistere dubbi sulla legittima difesa, senza che ciò voglia significare che il morto fosse un potenziale assassino. Ma cerchiamo anche di non farne un eroe positivo.
A me sembra però che un'imputazione di omicidio colposo potrebbe essere elevata a carico dei responsabili locali dell'ordine pubblico: "imprudenza, imperizia e negligenza", la classica definizione del reato colposo.

Gli infiltrati.

Molto probabile che ci fossero. Ma polizia e carabinieri operano regolarmente con agenti travestiti ed infiltrati, che in molti casi sono preziosissimi per prevenire o reprimere i crimini. C'è un'enorme differenza fra infiltrato ed agente provocatore: ma qualcuno pensa che a Genova potessero servire degli agenti provocatori, con un migliaio o più di "spaccatori" professionisti effettivamente presenti e operanti?
E allora quanta strumentalizzazione ed ipocrisia sia del governo che dell'opposizione!

Conclusioni

Abbiamo avuto una tragedia, con un ragazzo morto e centinaia di feriti, dove avremmo potuto registrare un grande successo delle forze anti globalizzazione, con la partecipazione di oltre centomila persone e la considerazione acquisita presso "i grandi" del mondo.
Abbiamo approfondito la divisione fra governo ed opposizione proprio dove avrebbe potuto esserci un'intesa nell'interesse dei più deboli.
Abbiamo scavato un solco fra i contestatori pacifici e le forze dell'ordine che dovrebbero essere delegate a proteggerli.

Di chi la colpa?
A parere di chi scrive, ed a titolo assolutamente personale, la colpa è in primo luogo dei violenti di professione: i cosiddetti Black bloc, ma poi è da ripartire tra una gestione dell'ordine pubblico gravemente deficitaria, ed a tratti antidemocratica, e la grave commistione fra la grandissima maggioranza pacifica dei manifestanti ed una ulteriore minoranza violenta, che pure faceva parte del Genoa Social Forum.
Giustissima la richiesta di dimissioni del ministro degli Interni, ma anche il Genoa Social Forum (o le organizzazioni che lo seguiranno) dovrà essere rivisto, rimuovendo le gravi ambiguità che hanno condotto a questi risultati.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net




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 25 luglio 2001