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Il taglio degli stipendi (e delle pensioni)
Franco Isman


Si ha l'impressione che nessuno se ne sia accorto, o quasi. Comunque le proteste sono estremamente contenute.
Dopo tutto il parlare che si è fatto delle famiglie sempre più numerose che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, della necessità morale di porvi rimedio, dell'opportunità anche economica di elevare il potere di acquisto dell'esercito dei lavoratori dipendenti che negli ultimi anni ha subito una grave decurtazione dello stipendio in termini reali.
Dopo che si è accertato che il tasso ISTAT ha raggiunto l'ultimo mese il 3,6 per cento ma l'indice di inflazione parallelo, anch'esso elaborato dall'ISTAT per il “paniere della spesa quotidiana”, è del 5,6 per cento.
Dopo che nell'intera Europa l'inflazione si riaccende con valori anche superiori a quelli italiani, cosa fa il nostro ineffabile ministro dell'Economia?
Nel Documento di programmazione economica ha la spudoratezza di adottare un tasso di inflazione programmato dello 1,7 per cento per il 2008 e dell1'5 per gli anni successivi, ottenendo in tal modo un notevole miglioramento sulla carta delle uscite dello Stato, in particolare per i dipendenti pubblici. Infatti è proprio sulla base di questo indice teorico, che viene tenuto volutamente un po' inferiore alle previsioni reali dell'inflazione, che vengono negoziati i contratti collettivi nazionali di lavoro dei lavori dipendenti, pubblici e privati.

Fissare allo 1,7 per cento il tasso di inflazione programmato (e poi allo 1,5) nelle condizioni reali attuali e con le previsioni che possono essere ragionevolmente fatte con un prezzo del barile in costante irrefrenabile aumento e con la terribile ascesa del prezzo dei cereali, significa decidere di decurtare in termini reali stipendi e pensioni di almeno il 2 per cento all'anno.
C'era da aspettarsi una mobilitazione generale dell'opposizione, che dovrebbe essere il tapino PD, ed un preannuncio di sciopero generale da parte di tutti i sindacati se tale assurdo tasso non dovesse essere drasticamente cambiato ma, almeno fino a questo momento, le reazioni sono state estremamente blande e contenute.
La maggior parte dei sudditi non ha nemmeno rilevato la gravità dello scippo che il governo sta preparando.

Franco Isman


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  23 giugno 2008