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Il fattore R
Franco Isman


Obama con la famiglia  ku klux klan

Questo il titolo di uno splendido articolo di Vittorio Zucconi su Repubblica di una ventina di giorni fa che vi invito ad andare a rileggere.
 «"fattore razza"… prendiamo uno "shaker", un recipiente da cocktail e mescoliamo gli ingredienti esplosivi della eresia politica, umana e culturale che porta il nome e il volto di Barack Hussein Obama… Rovesciamo dentro il recipiente duecento cinquant´anni di schiavismo costituzionale, tra il 1607 e l´abrogazione formale voluta da Abramo Lincoln nel 1865. Aggiungiamo un secolo abbondante di apartheid legale in atto fino ai tardi anni '60 del XX secolo e di proibizioni contro i matrimoni misti ispirate direttamente alle leggi naziste di Norimberga per la protezione del "sangue ariano". Insaporiamo con quel nome "diverso", afro musulmano; gettiamo una spruzzata di "Brigate Rosse", di terrorismo interno, in versione americana; una presa di "Imam di Segrate", di "minaccia islamica", di "maestri terroni che rovinano i nostri figli", di "rom e rumeni", di agitazione per quella "sicurezza personale" che in Italia assume il profilo del clandestino e negli Stati Uniti ha l´andatura molleggiata del giovanotto nero che i passanti bianchi scansano sul marciapiedi di notte, e versiamo nel frullatore impazzito di una campagna elettorale».

I sondaggi danno un ampio margine di vantaggio a Barack Obama ma quanto sono attendibili? Ci possono essere molti che con la testa scelgono Obama ma è dubbio quello che sceglieranno con le budella nel segreto della cabina elettorale. E ancor meno attendibili saranno, in particolare proprio questa volta, gli exit pools, bisognerà aspettare i risultati.

Ma se l'America, la maggioranza degli americani, saprà superare il “fattore R” e Barack Hussein risulterà vincitore, bisognerà riconoscere che l'America non è quella orribile che l'epoca di Bush, il grande statista secondo la caricatura di statista che abbiamo noi, ci ha mostrato - l'America dell'aggressione all'Iraq, l'America di Guantanamo e delle extraordinary renditions della Cia - ma è la vecchia America dai grandi ideali, l'America che ha combattuto e vinto la guerra contro la schiavitù e, molto dopo, ci ha salvati dal nazismo.
Se Barack Hussein sarà eletto, ciò significherà che davvero gli americani sono migliori di chi li governa, al contrario degli italiani che invece, in notevole maggioranza, si riconoscono nei “non ideali” di chi hanno eletto e attualmente ci governa.

Forza America !

Franco Isman


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  1 novembre 2008