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Il Giorno della Memoria 2009
Franco Isman


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Shoah, sterminio, olocausto, ma quest'ultimo termine è improprio in quanto non si tratta di un sacrificio offerto agli dei.
Una tragedia unica, anche se di genocidi nella storia dell'umanità ce ne sono stati tanti, basti citare quelli degli Indiani d'America, degli Armeni, le stragi perpetrate da Pol Pot, per arrivare ai Tutsi.
Ma nella Shoah vi è stato il preciso progetto di sterminio di un intero popolo, oltre che di altre categorie di persone come corollario, realizzato nella nazione probabilmente più colta ed avanzata d'Europa con un'organizzazione scientifica, una specie di catena di montaggio, un frazionamento degli incarichi in cui ognuno rappresentava una rotellina di una macchina mostruosa e poteva quasi ritenersi non responsabile di quanto avveniva.
Uno sterminio fine a se stesso, senza neppure giustificazioni politiche od economiche, uno sterminio condotto con costante ferocia, con il disumano “trasporto” ai campi della morte degli ebrei rastrellati nelle zone occupate dal Reich fino all'ultimo momento, quando le sorti della guerra erano chiaramente decise, sottraendo addirittura i mezzi di trasporto alle necessità della guerra.
Sei milioni di ebrei “passati per il camino” oltre agli zingari, ai Testimoni di Geova, ai prigionieri politici, ai minorati, agli omosessuali.
Uno sterminio perpetrato nel silenzio di chi sapeva.

In molte nazioni d'Europa, Italia compresa, è stato istituito il Giorno della Memoria:
"La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati" (Legge 20 luglio 2000, n. 211, art. 1).

Ed ora?
Ora la ripetitività delle celebrazioni, unita alla voluta istituzione di altre commemorazioni di episodi gravi ed importanti ma non certamente commensurabili con la Shoah, mi riferisco ovviamente alla Giornata del Ricordo, il 10 febbraio, a pochi giorni di distanza, ha creato assuefazione, stanchezza e confusione.
Quest'anno, nell'imminenza di questo giorno, il nostro indecente presidente del Consiglio non ha trovato nulla di meglio da fare che raccontare pubblicamente un'oscena barzelletta sui “campi di concentramento”, come li chiama (vedi "Quella tragica barzelletta sugli ebrei").
Alla Camera è stato depositato un progetto di legge per l'istituzione dell'Ordine del Tricolore, una onorificenza, con relativa pensione, da conferire a “tutti coloro che oltre sessanta anni fa, impugnarono le armi e operarono una scelta di schieramento convinti della «bontà» della loro lotta per la rinascita della Patria”. Compresi i combattenti della repubblica di Salò, complici dei nazisti in particolare nella cattura e deportazione degli ebrei italiani.
Alcune organizzazioni della sinistra, da parte loro, propongono di utilizzare le manifestazioni del Giorno della Memoria per “puntare l'attenzione sull'indescrivibile sterminio della popolazione palestinese” accostando due avvenimenti comunque gravi ma, di nuovo, incomparabili e trasformando una celebrazione che deve e può essere unanimemente condivisa in una manifestazione di parte, in una polemica di parte.
E la Memoria ?

Franco Isman

In occasione del Giorno della Memoria, Arengario ha pubblicato ogni anno articoli ed una rassegna speciale e quanto scritto non perde di attualità con il passare degli anni. Segnaliamo in particolare un articolo del 2006 di Lia Tagliacozzo e le rassegne del 2003 e del 2005:

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Francesco Avesani
January 26, 2009 4:26 PM

Grazie Franco,
il tuo articolo è lucido e fa male.
D'altra parte il 12% degli italiani di oggi (26 gennaio 2009!) è (non si dichiara un po', ma è) antisemita (vero antisemita!). (cfr. Sono antisemiti 12 italiani su 100).
Il 33% ha, solo, un "pregiudizio" sul popolo ebraico (e non sull'attività bellica dello Stato di Israele, di cui forse si potrebbe pure discutere).
Per fortuna il 43% è indifferente (sono quelli che guardano il Grande Fratello).
Sono fiero di far parte del restante 12% senza pregiudizi né indifferenza; anzi forse di quella ancor più sparuta minoranza (0,02%?) che ha un pregiudizio nei confronti dei non-ebrei.
Credo che tutti noi si abbia un debito nei confronti dei "semiti" (scusa l'uso improprio del termine).
Un debito che una giornata della memoria non basta certo ad estinguere. 
E' il debito di aver tollerato e tollerare l'intollerabile. 
Parlo dei campi di sterminio (talmente sovrumani da essere quasi inconcepibili; e infatti "Monsignor" ??????? Williamson non li concepisce, per cui non esistono, no?), delle italianissime e autarchiche leggi razziali (abominevoli - il sondaggio di Mannheimer evidenzia peraltro molto bene come possano aver trovato efficiente applicazione pur nel nostro paese di cialtroni), ma oggi soprattutto del quotidiano, semplice e gratuito "pregiudizio" che accomuna un terzo degli italiani (senza contare i deficienti, con cui arriveremmo quasi alla metà).
Questo debito, ti assicuro, è pesante.
Ma al peggio non c'è fine.
Il Papa, appena in tempo rispetto al 27 gennaio, riabilita i simpatici vescovi lefebvriani, tra cui il simpaticissimo Williamson di cui sopra.
Gente che, con riferimento all'opera di Giovanni Paolo II, ha scritto cose come queste (le parole sono del buon Lefebvre, pace all'anima sua):
"Roma vuole edificare attualmente il Pantheon di tutte le religioni come hanno fatto gli imperatori pagani. Come ricorrere a Roma se Roma sostiene il male? Se è Roma che ha realizzato il deplorevole incontro di tutte le religioni ad Assisi, invitando inoltre ciascuna di esse ad invocare il proprio falso dio? Ciò fu, incontestabilmente, un'ingiuria a Dio, una negazione della necessità della redenzione, una mancanza di giustizia e di carità nei confronti degli infedeli, uno scandalo per i cattolici e un tradimento della missione della Chiesa e di Pietro".
Da www.sanpiox.it  (buona lettura a tutti i buoni cattolici).
Il peggio è che il debito continua ad aumentare.

Francesco Avesani



Giuseppe Poliani
January 26, 2009 9:38 PM

Nessuno domani dovrà astenersi dal ricordare questo incomparabile orrore.
Questa memoria deve rimanere come forte radice viva di futuro per tutta l'umanità affinchè ci richiami sempre alla mente l'orrore compiuto.
 
Giuseppe Poliani
 


Franco Isman
January 27, 2009 8:11 AM

Non avevo ancora letto il Corriere con l'articolo di Mannheimer e l'ho guardato soltanto dopo la segnalazione di Francesco Avesani.
I dati sull'antisemitismo oggi, in Italia, sono davvero sconvolgenti.
Penso che la situazione fosse nettamente migliore nel 1938 alla promulgazione delle famigerate leggi sulla razza.
Rimpiango un intervento di Dinella (chi si ricorda del rifondarolo Dinella e dei suoi inevitabili, lunghi e roboanti discorsi ad ogni dibattito?) una volta che proclamò: "siamo stanchi di tutto questo semitismo e antisemitismo" !
Mala tempora currunt !
 
Franco Isman

PS Questa risposta è stata pubblicata su Piazza d'Uomo, il forum di Arengario, ed è per questo che contiene una citazione che si riferisce espressamente alla vita monzese.
Vorrei aggiungere alcune ulteriori considerazioni:
- la prima che Arrigo Levi nel suo articolo su La Stampa avalla con una testimonianza diretta la mia ipotesi che l'antisemitismo oggi sia decisamente maggiore di quanto non fosse nel 1938;
- la seconda che l'articolo di Mannheimer non riporta dati di una sua diretta indagine demoscopica ma quelli del CDEC (Centro di documentazione ebraica contemporanea) e la speranza è che gli intervistatori del CDEC avessero le antenne estremamente sensibili e vedessero sintomi di antisemitismo dove forse non c'erano, č una speranza, non una critica;
- infine, se questi dati sono reali, c'č da tremare a pensare quali possano essere le reazioni del nostro attuale supremo reggitore, sempre cosė sensibile ad assecondare i peggiori istinti del suo popolo !



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  26 gennaio 2009