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Quel pasticciaccio brutto
dell'ospedale di Emergency a Lashkar
Franco Isman


perquisizione

Molto brutto, ma seguiamo quanto accaduto come narrato dal Corriere.

- 11 aprile – Prima pagina
Tre italiani di Emergency arrestati per complotto.
Arrestati tre italiani (un medico, un infermiere e un logista) e sei afghani di Emergency dai servizi segreti di Kabul. Secondo l'accusa, avrebbero complottato per uccidere il governatore della provincia di Helmand: l'accusa, ha detto un portavoce, sarebbe comprovata dal ritrovamento, all'atto dell'arresto, di due pistole, nove granate e due cinture esplosive. Secondo Emergency, l'organizzazione umanitaria fondata da Gino Strada, si tratta di «accuse ridicole». Forze Nato avrebbero partecipato all'arresto.


- 12 aprile – Prima pagina
Italiani arrestati in Afghanistan. C'è un giallo sulla confessione.
Per Kabul hanno ammesso di essere terroristi. Strada: assurdo. Frattini: prego che non sia vero.
I tre operatori sanitari italiani di Emergency arrestati sabato in Afghanistan (Marco Garatti, Matteo Pagani e Matteo Dell'Aira) avrebbero ammesso di essere coinvolti nella preparazione di un attentato al governatore di Helmand. La notizia, diffusa dalle sole autorità afghane, è stata rilanciata dal Sunday Times. I tre, fermati insieme a sei afghani, sono stati visitati dall'ambasciatore italiano a Kabul. Il ministro degli Esteri Frattini: prego che non sia vero. Gino Strada, fondatore di Emergency: un'assurdità. Mantica sottosegretario agli esteri: forse Strada da umanitario fa un po' troppa politica.


- 13 aprile
Italiani, smentita la «confessione» Forse saranno trasferiti a Kabul.
«Infondate le notizie del Times». Frattini: lavoriamo per la verità.
I tre volontari italiani arrestati la settimana scorsa dal servizio segreto afghano Nds nell'ospedale di Emergency a Lashkar Gah potrebbero essere trasferiti, presto, dalla provincia meridionale dell'Helmand in una città nella quale esiste un pari grado di un nostro procuratore della Repubblica. Forse a Kabul, forse altrove. Sarebbe un segno che la procedura giudiziaria va avanti, anche se non si esclude che la detenzione del chirurgo Marco Garatti, dell'infermiere Matteo Dell'Aira e del logista Matteo Pagani possa durare settimane prima di imputazioni formali.


- 19 aprile
La contropartita: la chiusura dell'ospedale. (Fiorenza Sarzanini)
Però la vera svolta per sbloccare l'impasse e ottenere la scarcerazione dei tre detenuti sembra essere arrivata con il trasferimento a Kabul di tutti gli operatori umanitari che lavoravano nell'ospedale di Lashkar Gah, determinandone così la chiusura.
È questa la condizione che il governo italiano ha dovuto accettare per soddisfare gli afghani, ma anche il vertice militare britannico che di quella zona a Sud del Paese detiene il comando. E tanto basta a confermare definitivamente come la perquisizione ordinata una settimana fa nella struttura fosse soltanto un pretesto che serviva a tenere sotto pressione l'organizzazione di Gino Strada finita nel mirino per il suo ruolo pubblico e per aver mediato negli anni scorsi con i talebani ottenendo la liberazione di Gabriele Torsello e Daniele Mastrogiacomo, sequestrati mentre erano in quell'area.



Qualsiasi persona di comune buon senso e che conoscesse anche vagamente la benemerita attività di Emergency per la cura dei feriti sui diversi teatri di guerra non poteva non capire immediatamente che si trattava di un'indegna montatura, indipendentemente dalle simpatie o meno nei confronti di Gino Strada e della sua scomoda contestazione della guerra, di tutte le guerre. Le armi (e i giubbotti esplosivi !), ritrovate immediatamente nella perquisizione, possono essere state introdotte da un dipendente infedele di Emergency ? Non è probabile ma è possibile. Uno dei dipendenti di Emergency era un agente dei servizi italiani sotto copertura ? Non è probabile, ma non si può escludere, ma i servizi italiani sono alleati con quelli afgani contro i talebani.
In ogni caso che si trattasse di un incidente costruito ad arte era di assoluta evidenza.

Ma il governo italiano no, non se ne mostrava convinto, e insinuava dubbi: Frattini “pregava che non fosse vero” che gli italiani avessero confessato, e l'azione del governo, nonostante il fortissimo potere contrattuale con Karzai che l'Italia contribuisce a tenere al potere, è stata, specie all'inizio, debolissima. Ad Anno Zero un certo Luttwak ed il luciferino ministro La Russa hanno detto cose folli: dalle insinuazioni sulla possibile colpevolezza dei tre + cinque di Emergency ai paragoni con l'operato di alcune ONG in Somalia e in Ruanda.

A dire il vero il fatto che Strada e i suoi dichiarino che curano tutti i feriti senza chiedersi e chiedere chi siano non sembra possa avere molta importanza, infatti a Lashkar se dovesse essere ricoverato un talebano ferito è molto probabile che verrebbe immediatamente riconosciuto e trattato di conseguenza appena fuori dall'ospedale.

Non è questo quindi il motivo, quello vero è reale è quello indicato nell'articolo di oggi di Fiorenza Sarzanini sopra parzialmente riportato, governo afgano e inglesi dell'Isaf non vogliono testimoni scomodi che raccontino dei civili e in particolare dei bambini feriti in passato e di quello che avverrà in un prossimo futuro secondo i progetti di “pacificazione”.

Perché è indubbio che chi si fa saltare fra la folla è un terrorista ma chi invece sgancia bombe su villaggi e persone è un portatore di pace e democrazia.

Franco Isman

Timesonline

PS
Per mia disgrazia mi hanno segnalato un articolo di Pierluigi Battista, sempre sul Corriere di oggi, in cui l'odio politico offusca ogni capacità di giudizio; ecco quello che scrive confrontando Gino Strada con Schweitzer:
Se ci fosse un nuovo Schweitzer, non sarebbe arrogante, prigioniero di una violenza verbale incontenibile, incapace di distinguere le buone dalle cattive ragioni per via di una furia ideologica manichea e totalizzante. Non scenderebbe a patti con un genocida per la costruzione di un nuovo ospedale a Khartoum, e non assolverebbe un macellaio come Al Bashir, spacciando (e mentendo) per «invenzione totale» il massacro pianificato di centinaia di migliaia di innocenti nel Darfur. Non darebbe del nazista al presidente degli Usa dopo aver usato un trattamento molto più indulgente con i talebani adusi alla fustigazione delle donne che pretendono di andare a scuola, allo sgozzamento degli «infedeli» colpevoli solo di consumare alcolici.
Non intimerebbe di andare «fuori dei coglioni» ai responsabili dei servizi militari italiani impegnati in Afghanistan a rischio della loro vita. Se ci fosse un nuovo Schweitzer, non pretenderebbe di sventolare il monopolio della bontà, accecato da un esclusivismo ingeneroso nei confronti dei tanti volontari che si sacrificano in silenzio.


PPS
Poi passando davanti a un'edicola sono rimasto senza fiato vedendo il titolo a piena pagina de Il Giornale, eccolo qui di seguito, con anche l'inizio dell'editoriale di Feltri.

Il Giornale

Confermato. La gratitudine è il sentimento della vigilia. Poi svanisce e spesso si trasforma in antipatia, anche profonda.
I tre operatori sanitari (medico e infermieri) di Emergency liberati grazie all'intervento decisivo del governo italiano non hanno rilasciato dichiarazioni riconoscenti su chi li ha salvati. Figuriamoci. Addirittura hanno rifiutato di attendere l'aereo militare che li avrebbe riportati in Patria; hanno preferito quello di linea, così, per non avere nulla da spartire con l'esecutivo di Berlusconi.
Il loro atteggiamento indigna ma non stupisce, è perfettamente coerente con il pensiero del loro capo, Gino Strada, un pacifista che non si dà pace, ce l'ha con tutti (specialmente con gli americani), tranne i talebani di cui non saprei dire cosa egli stimi. La vicenda è nota. I tre connazionali lavorano in un ospedale fondato da Emergency, in Afghanistan, nel quale sono state trovate delle armi. Di qui il loro fermo o arresto (non si è mai capito) che ha suscitato clamore e preoccupazione nel nostro Paese.


Mi sono un po' consolato quando mi sono capitate sott'occhio le beatitudini del vangelo di Matteo:
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.



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  19 aprile 2010